La salvezza di Dio è un’«offerta» gratuita!

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Papa Francesco saetta contro lo scandalo del commercio e della mondanità, ostentata “sul sagrato del Tempio”. Realtà che anche oggi provoca un inevitabile scandalo nel cuore dei credenti. “Quante volte – afferma il Pontefice – vediamo che entrando in una chiesa, ancora oggi, c’è lì la lista dei prezzi” per il battesimo, la benedizione, le intenzioni per la Messa. “E il popolo si scandalizza”. I custodi del Tempio – che siano sacerdoti, laici o segretari – non possono diventare affaristi. Il popolo si scandalizza – ricorda Papa Francesco – e noi siamo responsabili di questo; “Se io vedo che nella mia parrocchia si fa questo, devo avere il coraggio di dirlo in faccia al parroco. E la gente soffre quello scandalo. E’ curioso: il popolo di Dio sa perdonare i suoi preti, quando hanno una debolezza, scivolano su un peccato … sa perdonare. Ma ci sono due cose che il popolo di Dio non può perdonare: un prete attaccato ai soldi e un prete che maltratta la gente. Non ce la fa a perdonare! E lo scandalo, quando il Tempio, la Casa di Dio, diventa una casa di affari, come quel matrimonio: si affittava la chiesa” (Radio Vaticana).

Papa Francesco detta la sua riflessione durante la Messa quotidiana celebrata a Santa Marta, commentando – nella ricorrenza liturgica della Presentazione al Tempio della Beata Vergine Maria – l’episodio evangelico di Gesù che caccia i mercanti dal Tempio. La redenzione e l’amore di Dio sono gratuiti – ricorda Francesco – “e quando la Chiesa o le chiese diventano affariste” la salvezza di Dio non è più gratuita. Il Pontefice termina la sua omelia invocando la protezione di Maria, perché – dice – “insegni a tutti noi, a tutti i parroci, a tutti quelli che hanno responsabilità pastorali, a mantenere pulito il Tempio, a ricevere con amore quelli che vengono, come se ognuno di loro fosse la Madonna”.

Anche il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente dell’episcopato italiano, a tal proposito ha voluto precisare che “i sacramenti non sono pagati in nessun modo. Le offerte che i fedeli intendono dare in forma libera sono un modo per contribuire alla necessità materiali della Chiesa”. “I nostri parroci, – prosegue Bagnasco – di fronte a situazioni di impossibilità di avere un‘offerta, sicuramente non rifiutano di dare alcun sacramento”. Comunque, – conclude il Prelato – “si può camminare sempre meglio per fare capire a tutti quanti che non c‘è un commercio e non ci può essere un commercio tra le cose sacre, nessun tipo di compenso materiale” (Sir).

Il portavoce della Cei, mons. Domenico Pompili, – sulle pagine del quotidiano Avvenire – tiene a precisare (forse prevedendo a tal proposito una imminente tempesta mediatica), che le parole del Presidente della Cei sottolineino quelle del Papa a Santa Marta “circa il fatto che non si fa commercio di cose sacre”. “I parroci sanno bene che eventuali offerte possono essere accolte per la carità, ma mai pretese visto che dei sacramenti non si fa merce di scambio”. Inoltre – dichiara mons. Pompili –”qualsiasi lettura che contrappone le parole del Presidente della Cei al Papa è fuorviante”.

La reazione a queste parole può essere duplice. Chi, infatti, ha trasformato il proprio Tempio in una sorta di attività commerciale non può non rivedere il proprio operato. Chi, invece, ha mostrato passione e dedizione al proprio ministero sacerdotale, curando – a costo di inevitabili stenti economici – la struttura del tempio e la spiritualità dei suoi fedeli, o sostenendo pastoralmente (e da qualche tempo a questa parte anche economicamente) le famiglie più bisognose, non potrà che rallegrarsi per aver adempiuto con serietà al proprio compito. Sono “tanti” i sacerdoti – bisogna dirlo con analoga energia – che contribuiscono ad una sana crescita spirituale e morale del Popolo di Dio. Non chiedono – in termini economici – mai nulla. La loro Parrocchia è a disposizione di tutti, e il cestino delle elemosine quasi sempre vuoto! Sono come “gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre” (Mt 6,26), e che forse tutti noi potremmo aiutare di più!

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