Il Papa alla Fao: le nazioni hanno dei doveri verso chi ha fame

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Discorso ricco di riferimenti ai doveri oltre che ai diritti quello di Papa Francesco alla aFo riunita per la seconda Conferenza internazionale sulla Nutrizione. I doveri verso chi ha fame sono quelli che i paesi devono sentite fortemente prioritaria, dice il Papa nel suo discorso pronunciato in spagnolo. Ed è lo spirito di fratellanza, spiega Bergoglio, che deve muovere le nazioni. Ritorna quel concetto di “famiglia di nazioni” che Giovanni Paolo II aveva lanciato nel 1995 alle Nazioni Unite. Ma Papa Francesco aggiunge le istanze del diritto al pane e al lavoro.

Un  tema molto caro alla pastorale latinoamericana. “Viviamo in un’epoca- ha detto il Papa- in cui i rapporti tra le nazioni sono troppo spesso rovinati dal sospetto reciproco, che a volte si tramuta in forme di aggressione bellica ed economica, mina l’amicizia tra fratelli e rifiuta o scarta chi già è escluso. Lo sa bene chi manca del pane quotidiano e di un lavoro dignitoso.”

Ecco la foto della situazione secondo la metodologia del “vedere, giudicare e agire”

“doloroso constatare che la lotta contro la fame e la denutrizione viene ostacolata dalla “priorità del mercato”, e dalla “preminenza del guadagno”, che hanno ridotto il cibo a una merce qualsiasi, soggetta a speculazione, anche finanziaria. E mentre si parla di nuovi diritti, l’affamato è lì, all’angolo della strada, e chiede diritto di cittadinanza, di essere considerato nella sua condizione, di ricevere una sana alimentazione di base. Ci chiede dignità, non elemosina.”

Serve giustizia, dice il Papa “non solo la giustizia legale, ma anche quella contributiva e quella distributiva.” Una giustizia che mette al cento la dignità della persona “nel nostro caso, della persona che ha fame.”

Ricorda le parole di Giovanni Paolo II Bergoglio che “nell’inaugurazione, in questa sala, della Prima Conferenza sulla Nutrizione, nel 1992, mise in guardia la comunità internazionale contro il rischio del “paradosso dell’abbondanza”: c’è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l’uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi.”

Un paradosso sempre attuale perché si fanno tanti sofismi e i dati sono manipolabili.

Passa a parlare di solidarietà il Papa, quella che manca e che invece “rende le persone capaci di andare incontro all’altro e di fondare i propri rapporti reciproci su quel sentimento di fratellanza che va al di là delle differenze e dei limiti, e spinge a cercare insieme il bene comune.” E spiega che “fonte inesauribile d’ispirazione è la legge naturale, iscritta nel cuore umano, che parla un linguaggio che tutti possono capire: amore, giustizia, pace, elementi inseparabili tra loro.”

Infine il Papa ha ricordato il ruolo della Chiesa cattolica che offre il suo contributo “mediante un’attenzione costante alla vita dei poveri in ogni parte del pianeta; su questa stessa linea si muove il coinvolgimento attivo della Santa Sede nelle organizzazioni internazionali e con i suoi molteplici documenti e dichiarazioni.” I pilastri dell’ agire della Santa Sede  sono la verità, la libertà, la giustizia e la solidarietà, criteri che “includono la relazione tra il diritto all’alimentazione e il diritto alla vita e a un’esistenza degna, il diritto a essere tutelati dalla legge, non sempre vicina alla realtà di chi soffre la fame, e l’obbligo morale di condividere la ricchezza economica del mondo.”

Condivisione quindi e non la discriminazione “di fatto o di diritto, vincolato alla capacità di accesso al mercato degli alimenti, deve essere preso come modello delle azioni internazionali che si propongono di eliminare la fame.” E il Papa chiude il discorso con un frase slogan: “ dare da mangiare agli affamati per salvare la vita nel pianeta.”

Dopo un incontro privato con i vertici della FAO il Papa è tornato in sala per salutare i dipendenti della organizzazione con un  discorso di ringraziamento per il loro lavoro quotidiano e con una significativa sottolineatura alla necessità della distribuzione dell’ acqua, che, ha detto, non è gratis.

La visita del Papa è durato in tutto una quarantina di munuti.

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