Thyssenkrupp: la Chiesa con gli operai

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La scorsa settimana i riflettori della stampa sono stati puntati sulle vicende che hanno coinvolto gli operai della Ast, Acciai speciali Terni, del gruppo tedesco della Thyssenkrupp. Questa situazione da molti mesi è al centro di vicende sindacali per impedire i licenziamenti degli operai, tantoché papa Francesco nell’udienza generale del 3 settembre disse agli operai:

“Ancora una volta rivolgo un accorato appello, affinché non prevalga la logica del profitto, ma quella della solidarietà e della giustizia. Al centro di ogni questione, anche di quella lavorativa, va sempre posta la persona e la sua dignità! Col lavoro non si gioca! E chi per motivi di denaro, di affari, di guadagnare di più, toglie il lavoro, sappia che toglie la dignità alle persone”.

I lavoratori della Ast lottano contro il piano della ThyssenKrupp, proprietaria al 100% delle acciaierie, dopo la vendita (poi osteggiata dall’antitrust europeo) ai finlandesi di Outokumpo, che prevede, per il polo ternano, 537 licenziamenti su 2600 lavoratori del gruppo Ast. E’ prevista anche la chiusura del secondo forno entro il 2015-16.

Oltre a papa Francesco al fianco degli operai c’è il nuovo vescovo di Terni, Narni, Amelia, mons. Giuseppe Piemontese, che in 4 mesi è intervenuto molte volte sulla situazione. Dopo gli avvenimenti della recente manifestazione di Roma è intervenuto sulla vicenda, esprimendo solidarietà ai lavoratori:

“Ciò che è accaduto a Roma nella mattinata del 29 ottobre, durante la manifestazione dei lavoratori dell’Acciai Speciali Terni, è grave e non preannuncia alcunché di buono. Vogliamo augurarci che si sia trattato di uno spiacevole fraintendimento e che presto si riportino le relazioni tra operai, ThyssenKrupp, Forze dell’Ordine e Istituzioni su un binario di rispetto e di correttezza civile, legale e istituzionale.

Qualche giorno addietro, prima dello sciopero di Terni, scrivevamo: ‘Ora si temono prove di forza che non concorrono alla soluzione dei problemi, ma ad esasperare ulteriormente gli animi e a saturare l’ambiente di tossine pericolose, se non proprio mortifere’. La previsione sembra in fase di realizzazione. Diciamo a tutti con fermezza che è ora di avere nervi saldi, lucidità mentale e mettere in atto strategie efficaci senza cedere alle provocazioni: le ‘vie brevi’ non hanno mai portato a risultati utili. Scendano in campo come protagonisti di questo momento critico animi pacificati, spiriti illuminati, tessitori d’intese per promuovere accordi possibili, rispettosi della dignità dei lavoratori.

I governanti, prima che sia troppo tardi, intervengano con decisione e lungimiranza per dare risposte concrete a migliaia di famiglie in ansia e debilitate dalla lunga e pesante depressione sociale, che sembra non aver fine. Come uomini e donne di fede della comunità ecclesiale di Terni-Narni-Amelia, esprimiamo solidarietà alle famiglie e ai lavoratori delle AST e continuiamo a sostenere con la preghiera la speranza del nostro popolo”. Questo intervento è avvenuto a pochi giorni da uno precedente, in cui il vescovo invitava al dialogo:

“E’ necessario riaprire il dialogo tra le parti interessate sulle basi della giustizia e dell’equità, evitando irrigidimenti pericolosi. Si promuova una riflessione seria che favorisca l’avvicinamento delle posizioni verso l’attenzione alla persona, al bene comune oltre che all’interesse dell’Azienda”. Il vescovo con tali interventi vuole ribadire il magistero della Dottrina Sociale della Chiesa, che vuole tutelare i lavoratori: “Come cristiani di questo territorio, desideriamo unirci ai lavoratori, ai cittadini e alle istituzioni locali e regionali per riaffermare il desiderio di una giusta soluzione della trattativa”, aveva ribadito in un intervento nei primi giorni di settembre scorso.

Infatti a pochi giorni dal suo insediamento mons. Piemontese, il 18 luglio, disse che nella vicenda la Chiesa era a fianco dei lavoratori: “Oltre 500 famiglie nel giro di qualche mese si ritroveranno senza sostentamento dopo l’estromissione dalla fabbrica e il licenziamento di altrettanti operai. Il vescovo e tutta la comunità cristiana della Diocesi di Terni-Narni-Amelia avvertono la gravità di questa situazione e paventano conseguenze umane e sociali dolorosissime per famiglie, uomini, donne e bambini di tutta la comunità ternana. Per questo manifestiamo vicinanza e solidarietà ai lavoratori dell’AST, oltre che a tutti i lavoratori di altre aziende che rischiano il posto di lavoro.

Consapevoli che non vi sono soluzioni univoche ai problemi, invitiamo la proprietà a riconsiderare il piano industriale nella prospettiva del rilancio insieme alle varie parti sociali”. E sulle parole del vescovo anche l’Azione Cattolica diocesana ha preso una precisa posizione: “Dobbiamo tutti prendere atto della situazione di marcata difficoltà in cui si trova la Società AST: a tutti è chiesto, oggi, un grande sforzo di responsabilità e l’esigenza di concentrarsi sulle urgenze del momento e cioè una difesa realistica dei livelli occupazionali uniti alla legittima aspettativa dell’azienda di tornare redditiva ma senza distruggere un tessuto sociale e nel rispetto delle persone coinvolte, delle professionalità in gioco della sostenibilità dei provvedimenti proposti lasciando da parte ogni strumentalizzazione, ogni fuga politica ed ogni riserva tattica.

E’ dal convegno del 14 giugno 2008 che la diocesi di Terni-Narni-Amelia, e in essa in primo luogo l’Azione cattolica, si impegnano perché l’attenzione della città sull’AST sia il più possibile intelligente, consapevole e dinamica. Sovente la città non ha raccolto i contenuti di questo impegno, in particolare nella prospettiva di politiche pubbliche capaci di creare condizioni di contesto favorevoli alla grande impresa e allo stesso tempo a sostegno di processi di diversificazione del modello sociale della città. E’ nostro interesse, in qualità di cittadini, sollecitare il dialogo tra le parti tenendo in massimo rilievo l’uomo, ‘l’autore, il centro e il fine di tutta la vita economico-sociale’ (GS 63), immagine e somiglianza di Cristo”.

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