La gratitudine del Movimento dei Focolari per Paolo VI

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Insieme a tutta la Chiesa, anche il Movimento dei Focolari vuole manifestare la sua gioia e partecipazione per la beatificazione di papa Paolo VI domenica 19 ottobre. I Focolari desiderano esprimere inoltre gratitudine e riconoscenza per il particolare legame che ha unito papa Montini a questo Movimento in tratti importanti della sua storia.

Un suo primo personale contatto risale al 1952 quando, ancora sostituto alla Segreteria di Stato, ebbe modo di conoscere da vicino il Movimento che a Roma muoveva i primi passi. Vi intuì «la presenza di un nuovo carisma», da sostenere e incoraggiare. E lo fece. In quell’epoca i Focolari, diffusi oltre il trentino dov’erano stati approvati dal vescovo mons. De Ferrari, si trovavano sotto studio a Roma. Nella sospensione che ciò comportava ebbe modo di rassicurarli e di mostrare quanto tale studio da parte della Chiesa costituisse «protezione e garanzia». Fu Montini ancora che nel 1953 ottenne che papa Pio XII ricevesse per la prima volta in udienza la fondatrice Chiara Lubich.

Nei suoi quindici anni di pontificato, poi, ha ricevuto Chiara Lubich in udienza privata più volte. La prima nel ’64. «Rappresentavo e portavo un’Opera nuova, nata nella Chiesa, con novità sia nella sua spiritualità, sia nella sua struttura. Ma lì non c’erano difficoltà», ha più volte raccontato la Lubich. Papa Montini s’interessava allo sviluppo del Movimento, alla sua diffusione ed in particolare alle necessarie modifiche del suo statuto. Occorreva infatti adattarlo alla ampiezza d’azione, alla varietà di appartenenti e, soprattutto, alla natura stessa del Movimento che non trovava riscontro nel diritto canonico esistente. Papa Paolo VI ha voluto prendersene cura personalmente e, con sapienza e audacia, ha contribuito a far camminare il Movimento dei Focolari secondo la sua specifica fisionomia.

Gratitudine e riconoscenza ancora per l’interesse con cui ha seguito, ai suoi albori, il dialogo ecumenico del Movimento, incoraggiando ad aprire anche quello con persone di convinzioni non religiose. Spesso gli argomenti delle udienze vertevano sugli incontri di Chiara Lubich con il patriarca Atenagoras I a Costantinopoli, con il quale era maturata, come lei stessa ha avuto modo di raccontare, «una profonda confidenza soprannaturale». Ne informava regolarmente Paolo VI, che più volte ha risposto con lettere autografe, in una delle quali si legge: «… quanto conforto, quanta edificazione, quanta speranza abbiano recato al nostro spirito le notizie che ella ci comunicava in seguito alle sue conversazioni con il venerando patriarca Atenagoras…». E riguardo le otto lettere autografe ricevute da papa Montini, dopo la sua morte nel ’78 Chiara Lubich ha confidato: «E’ il più grande tesoro che possiedo. E’ un’ennesima testimonianza del suo amore particolare per ogni singola persona».

 

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