Anno A 29° Domenica del Tempo Ordinario

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Allora i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

“E’ lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?”. E’ questa la domanda trabocchetto con la quale i farisei, insieme agli erodiani, cercano di “vedere come coglierlo in fallo”.

Se, infatti, Gesù avesse risposto “Si” avrebbe contraddetto il sentire del popolo ebraico che aspirava ad un regno politico autonomo governato con le leggi della Torah. Se, invece, avesse risposto “No” avrebbe sollevato i sospetti degli erodiani legati al potere romano.

La domanda, perciò, gli era stata posta in quei termini come più volte avevano già tentato di fare, proprio per cercare di indurlo a procurarsi nemici. Gesù, però, comprende il loro disegno ipocrita e risponde in modo che non solo evita la possibilità di accusa nei suoi confronti ma pone le basi per fondare il primato della fede non tanto nella gestione e nel governo degli Stati, quanto, piuttosto, nel cuore dell’uomo. Pertanto, tutte le strade e i sistemi di governo possono essere leciti e possibili se non toccano la dignità dell’uomo e se tutelano la persona umana nella sua integrità. Ciò che conta ed è determinante è e resta, ieri come oggi, è il rispetto dell’uomo e della sua libertà all’interno di una società che favorisce la piena espressione di ogni individuo all’interno di una collettività che si fonda sui principi di solidarietà. Quindi Gesù non esprime il favore verso una forma di organizzazione statale, bensì, manifesta il primato della libertà dell’uomo di fede. Se la fede è al primo posto nel cuore dell’uomo tutta la sua vita risponderà alle sue “leggi” e le sue scelte di vita, le sue decisioni e il suo comportamento qualsiasi è il ruolo che riveste influenzeranno l’ambiente dove vive. Lo stesso Stato, qualsiasi Stato, sarà “trasformato” perché le decisioni che saranno assunte non potranno che rispettare la dignità dell’uomo e la sua libertà.

Si comprende bene allora come l’organizzazione sociale e politica non è indifferente all’uomo di fede che è chiamato a partecipare, nel rispetto delle leggi, alla costruzione della società perché questa si sviluppi e cresca favorendo la libertà e il bene comune.

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