Memling: Imparare dai Fiamminghi

Condividi su...

Alle Scuderie del Quirinale di Roma, è stata inaugurata lʼ11 ottobre – rimarrà aperta fino al 18 gennaio 2015 – la mostra “Memling. Rinascimento fiammingo”. La mostra è posta sotto lʼAlto Patronato del Presidente della Repubblica ed è promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica e organizzata dallʼAzienda Speciale Palaexpo in coproduzione con Arthemisia Group. La mostra raccoglie, insieme ad opere di contemporanei, venti dipinti di Hans Memling (Bruges, 1440 ? – 1494, uno dei più celebri pittori delle Fiandre) provenienti da raccolte pubbliche e private, tra cui il Groeninge Museum di Bruges, la Royal Collection di Londra, il Museo del Louvre nonché la Frick Collection di New York, la National Gallery of Art di Washington, il Metropolitan Museum di New York, il Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona e il Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa.

Si tratta della prima mostra italiana dedicata a Memling, nonostante che nel nostro Paese siano presenti diversi suoi capolavori e nonostante la storia dell’arte abbia dimostrato come il suo genio pittorico abbia influenzato artisti quali Leonardo, Raffaello, Lotto, Ghirlandaio e altri. Secondo molti esperti della sua opera perfino il paesaggio posto da Leonardo alle spalle della Gioconda si deve  alla impostazione della ritrattistica di Memling: lo riferisce anche Paula Nuttall nel saggio “Memling e la pittura italiana”, pubblicato nel catalogo edito da Skirà e che si configura più che come un semplice compendio della mostra come un eccellente testo di storia della pittura.

Presentando la mostra, Till-Holger Borchert, curatore del Memling Museum di Bruges, studioso di livello internazionale dellʼarte fiamminga del XV secolo, ha detto che “la pittura italiana del ‘400, a Firenze e in altri centri, è stata influenzata in misura considerevole dai dipinti fiamminghi importati da ricchi collezionisti italiani”. In questo processo le opere di Hans Memling ebbero un ruolo particolarmente importante e Memling divenne il pittore preferito della diaspora italiana a Bruges e trasse grande vantaggio dalla ottima reputazione della precedente generazione di pittori fiamminghi quali: Jan van Eyc, Rogier van der Weyden e Petrus Christus.

I temi della pittura di Memling sono fondamentalmente religiosi, ma anche spogli di enfasi e di retorica. La sua è una pittura dalla formidabile resa cromatica – che esalta l’uso dei colori ad olio, capaci di rendere viva all’interno del quadro quella luminosità che, nella pittura italiana, è diffusa anche nell’ambiente – e dalla mirabile accuratezza simbolica. Il tema estetico sollevato dalla visione dei dipinti di Memling è, infatti, proprio quello della grande arte: l’efficacia di un linguaggio e di una tecnica che riescono a dare corpo visivo ad una realtà che oltrepassa ogni ingenuo realismo, rivestendo i simboli di materia pittorica.

La mostra su Memling ha tutte le caratteristiche del grande evento culturale: per la bellezza delle opere esposte, per l’eccellente allestimento, per l’importanza del catalogo, per il ricco programma di conferenze che – sotto il titolo di “Incontri con Memling” – si svolgeranno dal 22 ottobre al 10 dicembre con i massimi esperti dell’arte fiamminga in Italia.

Nella foto: Hans Memling, “Trittico di Adriaan Reins”, 1480.

Free Webcam Girls
151.11.48.50