Una nuova Chiesa domestica: il racconto di una famiglia

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20 settembre! Ci troviamo nella nostra casa a Roma, nel quartiere Appio Latino, con i  nostri due figli. Siamo in trepida attesa di un incontro preparato per noi, per la nostra famiglia da alcuni nostri amici, sacerdoti e suore, della famiglia spirituale de “L’Opera”, con i quali da ben 17 anni facciamo un cammino di “ristoro spirituale” da loro sempre accuratamente proposto per le famiglie.

In realtà, non è stato un semplice incontro tra persone. Senza esagerare, si è trattato di una visitazione: i nostri cari amici de “L’Opera” sono venuti a benedire la nostra casa e a consacrarla come Chiesa domestica.

Abbiamo invitato anche due coppie di amici: in tutto eravamo tredici persone. Insieme avevamo già scelto i canti e le letture per vivere una Liturgia della Parola culminante con la consacrazione della nostra famiglia al Sacro Cuore di Gesù, tanto caro a Madre Giulia Verhaeghe, fondatrice de “L’Opera”.

E’ stato un momento molto intenso: liturgia della Parola, benedizione dell’immagine del Sacro Cuore, consacrazione di noi genitori e dei nostri figli, benedizione delle singole stanze, della porta di casa e  di alcuni oggetti.

Ogni Chiesa domestica che si forma deve scegliere una figura biblica o un Santo come riferimento caratterizzante il cammino di fede famigliare, deve darsi un nome e scegliere un’immagine del Sacro Cuore che verrà posta in evidenza nella casa.

Noi abbiamo scelto Abramo come figura di riferimento,  padre nella fede, e abbiamo evidenziato la sua assoluta disponibilità all’accoglienza riportata nel brano di Genesi 18, 1-8 quando, alle querce di Mamre, Abramo vide tre pellegrini avvicinarsi e, senza chiedere nulla a loro, li invitò a entrare nella tenda e a prendervi ristoro. Questo episodio ci ha sempre fatto pensare e rappresenta, in un certo senso, il nostro stile di vita famigliare, sensibile all’accoglienza e all’ascolto degli altri, familiari e non.

La scelta del nome della nostra Chiesa domestica deriva dal luogo dove si è svolto questo episodio della vita di Abramo: “Querce di Mamre”. Magari riuscissimo sempre ad aprire la porta della nostra casa senza tanti ragionamenti sull’orario, sulla scontata e attesa reciprocità e altro!

Il simbolo del Sacro Cuore, poi, lo abbiamo fatto realizzare in terracotta dalle Piccole Sorelle del Vangelo la cui Fraternità regionale, che ospita le postulanti e le sorelle in transito per la capitale, si trova a Roma alle Tre Fontane sulla via Laurentina. Il simbolo del Sacro Cuore fu scelto da Charles de Foucauld e, adottato dalle fraternità che sono state fondate dopo la sua morte: Gesù è amore per tutti, “Jesus Caritas”.

La carità salverà il mondo… e noi, come famiglia e ora come Chiesa domestica “Querce di Mamre”, crediamo nella misericordia di un Dio che è amore infinito e paziente, che ama gratis, che non si arresta davanti ai limiti umani, alle infedeltà, ai nostri rifiuti, è il Dio che Abramo vide nei tre pellegrini a Mamre, che si muove verso l’uomo e lo incontra prima ancora di essere accolto. Noi ci sentiamo veramente suoi figli quando usciamo da noi stessi, quando apriamo la porta arrugginita del nostro cuore all’altro riconoscendolo come nostro fratello in Cristo e, come tale, amandolo gratis, senza chiedergli nulla, senza aspettarci nulla in cambio, proprio come ci ha insegnato Gesù donandoci la sua vita.

Questo 20 settembre è stato per la nostra famiglia, dopo quindici anni di matrimonio, una tappa fondante, un altro SI, in un certo senso una conferma ulteriore alla nostra vita coniugale, un altro modo per vivere una dimensione universale di maternità e di paternità verso tutti.

I nostri due figli sono rimasti positivamente toccati dalla benedizione delle singole stanze della casa con l’aspersione dell’acqua Santa e con la incensazione!

Al termine di questa Liturgia, ci siamo gioiosamente intrattenuti con i nostri ospiti consumando insieme la cena, condividendo le nostre esperienze di fede e cantando.

Che bel pomeriggio, che benedizione per la nostra famiglia!

Rendiamo grazie a Dio per questo dono e speriamo di essere umili e disponibili per comprendere il progetto che la nostra Chiesa domestica sarà chiamata, in concreto, a realizzare.

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