Respiro la luce delle stelle
La sera umana
lenta
sconfina nella notte
mentre il canto del ruscello
addolcisce l’immensità del cielo
inondato di stelle.
Nel giardino dei sogni mi sono svegliato
ascoltando il silenzio senza voce
che d’improvviso irrompe come grido:
lama d’inquietudine
che rode le radici del silenzio.
Il vento,
attorcigliato tra i rami,
continua a cantare
il solare mormorio dell’amore.
II
L’ombra della sera
raccoglie la luce del tramonto.
Tra scogli di fatiche del giorno,
senza vedere il sole,
respiro la luce delle stelle.
Mentre la musica, tremula,
s’avvolge sul flauto traverso
e il tonfo dell’onda
s’infrange sugli scogli del mare
e svanisce per sempre.
Per sempre rimane
la tenerezza d’uno sguardo fraterno.
III
Mentre le stelle
come stille di rugiada
brillano tremule
nel grembo degli spazi siderali
e i gabbiani,
nell’ebbrezza del volo,
lanciano il loro rotto stridio,
arpe di serafini e gemiti di colombe
s’intrecciano
con il lungo singhiozzo del vento:
insieme alle stelle
mi rapirà l’aurora.
IV
Folate di vento frustano
erba, alberi e fiori
lacerando l’euritmia dei minuti,
scapigliando la nebbia rassegnata.
Una lucciola cade sull’erba
e un piede sbadato la spegne,
mentre le stelle
continuano a splendere
nella fitta tenebra del cielo notturno.
V
C’è caldo stasera a Villa Athena
ammantata con nuove luci di bellezza.
Gli ulivi annosi e nodosi
fanno da scenario
al magnifico tempio della Concordia che
nell’architettura di pietre dorate
canta
in armonia con la natura
rivestita di primavera
l’inno
di una storia tanto antica e sempre nuova.
Nel silenzio siderale
la luna adagia i suoi raggi
come lame di luce
sul mare increspato,
e accanto a lei
Venere,
tra la danza di fulgide stelle,
è goccia tersissima
di purissimo diamante.
VI
…e m’immergo
nel pozzo profondo del sonno.
Quieto
riposo nell’alto silenzio
di terra e di cielo.
Nella notte buia
lucciola solitaria
è l’unica stella.
VII
Il cielo buio
rende tutto acromo.
Soltanto i sogni colorano il buio.
L’amore di chi ha cuore
insegna ad amare
oltre i limiti dei confini d’orizzonte.
Ed io qui
solo
trovo la mite eternità
davanti all’aurora di una stella
che nel fondale del buio della notte
danza
i ritmi di sua vivida luce.
VIII
Dal misterioso canto di natura notturna
emerge l’esile afflato dell’umanità:
agognato grido
di vivente speranza,
eterno canto
negli ignoti campi del poi…
Avvolto dalla pienezza di questo grido in canto,
i ritmi di luce
si armonizzano coi fremiti del pensiero
mentre le stelle si saturano d’eternità.