Focolari: l’ Assemblea si chiude con il mandato dell’unità

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Quasi un mese per essere insieme e confrontarsi. La prima Assemblea Generale dei Focolari dopo la morte della fondatrice Chiara Lubich è stata un successo. É non è solo un modo di dire. Perchè i partecipanti hanno saputo guardare avanti senza nostalgie che bloccano il cammino verso l’ unità. Quello il carisma di una realtà ecclesiale che dalla eseperienza di una guerra mondiale ha fatto nascere la realtà viva del dialogo.

Nel Centro Mariapoli di Castelgandolo, all’interno delle Ville Pontificie, la prima cosa che vedi entrando sono le foto di Chiara con Giovanni Paolo II. Non foto formali. Foto di quegli incontri privati tra il Papa e il Movimento che avvenivano senza clamore mediatico quando il Papa riesiedeva a Catelgandolfo. Bastavano due passi in giardino.

Una atmosfera che ancora si respira quando si sentono le parole di Maria Voce, per la seconda volta eletta come presidente, raccontare il suo incontro con Papa Francesco. La lealtà assoluta al Papa e alla unità. Non è una strada facile, ma le circa 3000 istanze raccolte nel mondo e portate in Assemblea dicono che la condivisione, la teologia del dono e del dialogo funzionano.

Una sfida quella di riuscire a procedere nei lavori, partendo dalle molte diversità tra i presenti, con quell’unità che è frutto della presenza di Gesù tra due o più . “Mi pare che ci siamo riusciti” dice a Maria Voce perchè “non eravamo però solo in 500, bensì, tramite la vostra viva e vitale partecipazione, in centinaia di migliaia di persone”.

L’udienza con il Papa è stata di fatto il momento conclusivo per i circa 500 delegati. Di ogni parte del mondo, alcuni non cattolici e alcuni non credenti

L’Assemblea è servita anche per redigere le linee guida che orienteranno l’impegno del Movimento nei prossimi anni. Con un titolo chiarissimo:  “Che tutti siano uno”. E con tre parole che sono programmi : uscire, insieme, opportunamente preparati.  Sul tema della preparazione puntano moltissimo i focolari ni di tutto il mondo.

E questo sarà anche una delle chiavi per la parteciapazione ai giorni del sinodo per la famiglia: “Il Sinodo non deve servire a risolvere questioni disciplinari, deve significare andare a fondo sia nelle potenzialità che ha la famiglia oggi, sia essere capaci di accoglierne le sofferenze”. Lo ha detto con chiarezza Jesus Moran, co-presidente del Movimento appena eletto dalla Assemblea. Il focolarino spagnolo,  ha spiegato che “deve esserci una visione sull’uomo, sulla relazionalità in cui si sviluppa la vita delle persone. Quindi verità e misericordia” E aria Voce ha aggiunto: “riscoprire l’identità della famiglia significa renderci conto dell’enorme potenzialità di testimonianza che ha il vivere la vita coniugale, e anche il farsi carico delle sofferenze di chi vive situazioni di separazione, di divorzio”.

La Voce è stata per 10 anni in Turchia e, in preparazione del viaggio del Papa a fine novembre l’ha definita “un momento di speranza, anche per il popolo turco, che è un popolo generoso”.  Anche perchè , ha detto la Turchia in questo momento è “un punto di equilibrio, tra folle in arrivo da Sud e da Nord, in un momento non facile”. E poi un ricordo speciale: era in Turchia nel 1979 Maria Voce per la visita di Giovanni Paolo II nel 1979: “ Lo scopo profondo era stabilire rapporti fraterni con il patriarca di Costantinopoli, Dimitrios”.  Rapporti che ormai tra Papa e Patriarca sono decisamente ottimi. Francesco sarà il quarto Papa a visitare Istanbul e la sede del Patriarcato.

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