Il Papa incontra i nonni: ‘Un popolo che non ha memoria non ha futuro’

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“Ringrazio specialmente per la presenza del Papa emerito Benedetto XVI. Io ho detto tante volte che mi piaceva tanto che stesse qui vicino, abitasse in Vaticano, perchè era come avere il nonno saggio a casa, grazie!”. Sono le parole con cui Papa Francesco ha aperto il suo discorso in occasione dell’incontro con i nonni e gli anziani in piazza San Pietro.

Dopo aver ascoltato diverse testimonianze, tra le quali quella di Mubarak e Aneesa, una coppia di anziani profughi dal Kurdistan iracheno in fuga dalle violenze dei jihadisti dell’ISIS, Francesco ha ricordato che “la violenza sugli anziani è disumana, come quella sui bambini, ma Dio non vi abbandona, è con voi, con il suo aiuto voi siete e continuerete ad essere memoria per il vostro popolo e anche per noi”. La loro storia – ha poi aggiunto il Papa – è memoria “per la grande famiglia della chiesa, grazie a questi fratelli per la testimonianza nella fede”.

“Gli anziani che hanno fede – ha proseguito Papa Bergoglio – sono come alberi che continuano a portare frutti ma possono esserci gravi forma di discriminazioni. Il nonno è padre due volte e la nonna madre due volte, nei paesi dove c’erano persecuzioni, in Europa, e penso all’Albania dove sono andato domenica, sono stati proprio i nonni a portare i bambini a battezzarsi. Bravi: sono stati bravi nelle persecuzioni e hanno salvato la fede”.

Dopo aver ribadito l’importanza dei nonni e degli anziani nella società, condannando ancora una volta quella cultura dominante dello scarto che sta imperversando nel mondo di oggi, il Papa ha chiesto che le case in cui vengono ricoverati gli anziani siano realmente “case e non prigioni. E siano per gli anziani non per l’interesse di qualcun altro, non istituti dove gli anziani vivono dimenticati, nascosti”. Francesco ha poi messo in guardia la società poichè “un popolo che non ha memoria non ha futuro: una delle cose più belle della nostra vita di famiglia è carezzare un bambino e lasciarsi carezzare da un nonno e da una nonna”.

“Quante volte – ha poi aggiunto ancora Papa Francesco – si scartano gli anziani con atteggiamento di abbandono che sono una vera e propria eutanasia, si scartano i bambini, i giovani perchè non hanno lavoro e si scartano gli anziani con la pretesa di mantenere un sistema economico equilibrato al centro del quale c’è il dio denaro: siamo tutti chiamati a contrastare questa velenosa cultura dello scarto, i cristiani con tutti gli uomini di buona volontà chiamati a costruire una società più umana, paziente e inclusiva”.

Commentando poi nell’omelia l’incontro tra Maria ed Elisabetta, il Papa ha sottolineato come la Vergine ci indica la strada: “andare a incontrare l’anziana parente, stare con lei, certo per aiutarla, ma anche e soprattutto per imparare da lei, che è anziana, una saggezza di vita”.

“Non c’è futuro per il popolo – ha spiegato Francesco – senza questo incontro tra le generazioni, senza che i figli ricevano con riconoscenza il testimone della vita dalle mani dei genitori. E dentro questa riconoscenza per chi ti ha trasmesso la vita, c’è anche la riconoscenza per il Padre che è nei cieli. Ci sono talvolta generazioni di giovani che, per complesse ragioni storiche e culturali, vivono in modo più forte il bisogno di rendersi autonomi dai genitori, quasi di liberarsi del retaggio della generazione precedente. E’ come un momento di adolescenza ribelle. Ma, se poi non viene recuperato l’incontro, se non si ritrova un equilibrio nuovo, fecondo tra le generazioni, quello che ne deriva è un grave impoverimento per il popolo, e la libertà che predomina nella società è una libertà falsa, che quasi sempre si trasforma in autoritarismo”.

Maria è un esempio di come ci si debba rapportare agli anziani. Ascoltando Elisabetta e Zaccaria ‘esperti della fede, esperti di Dio, esperti di quella speranza che viene da Lui: è di questo che il mondo ha bisogno, in ogni tempo. Maria ha saputo ascoltare quei genitori anziani e pieni di stupore, ha fatto tesoro della loro saggezza, e questa è stata preziosa per lei, nel suo cammino di donna, di sposa, di mamma”. Maria dunque “ci mostra la via: la via dell’incontro tra i giovani e gli anziani. Il futuro di un popolo suppone necessariamente questo incontro: i giovani danno la forza per far camminare il popolo e gli anziani irrobustiscono questa forza con la memoria e la saggezza popolare”.

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