Papa Francesco al Centro Betania: la fede è carità concreta

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Lasciata la Cattedrale di Tirana, papa Francesco si è trasferito tra due ali di folla al Centro di assistenza ‘Betania’, aperto a tutte le confessioni religiose a Bubq Fushe-Kruje, distante 26 km. da Tirana, dove nella chiesa dedicata a Sant’Antonio di Padova, ha incontrato i bambini, le persone diversamente abili, che fino agli anni ‘90 erano tenuti nascosti nelle case per vergogna, il personale e i volontari del Centro, ultima tappa del suo viaggio.

Ormai il dialogo dei ‘gesti’ di papa Francesco con gli ‘ultimi’ è entrato nella ‘caratteristica’ dei suoi viaggi, così come il soffermarsi a baciare ed abbracciare i disabili. All’uscita della chiesa il papa è stato accolto da un coro del centro ed ha abbracciato, con il volto sorridente, i bambini e salutato i genitori. La fondatrice Antonietta Vitale ha presentato i volontari che hanno costruito il complesso, dedicato a sant’Antonio da Padova:

“Di giorno e di notte hanno accudito amorevolmente più di 100 bambini che vivevano nella povertà… Le nostre nove comunità multi religiose vivono in pace. Santo Padre molte sono le cose che vorrei raccontarle ma non c’è tempo, ma guardi questi volti, la fede e l’amore che si sono concretizzati qui. La prego di benedire Betania e di portarla nel cuore come noi la portiamo nel cuore fin dalla sua elezione, quando si è affacciato con un affabile buonasera”. Poi ha portato il saluto un giovane volontario, cresciuto nel Centro, Mirjan, che ha raccontato la sua vita e dell’accoglienza nella struttura: “I volontari mi hanno amato come un figlio vero… Santità grazie di questa visita… Ci resti vicino e Le vogliamo tanto bene!”.

Prendendo la parola papa Francesco ha ringraziato tutti per l’accoglienza: “E soprattutto vi ringrazio per l’accoglienza che qui ogni giorno si offre a tanti bambini e ragazzi bisognosi di cura, di tenerezza, di un ambiente sereno e di persone amiche che siano anche veri educatori, un esempio di vita e un sostegno. In luoghi come questo siamo tutti confermati nella fede, tutti aiutati a credere, perché vediamo la fede farsi carità concreta… Questa fede che opera nella carità smuove le montagne dell’indifferenza, dell’incredulità e dell’apatia e apre i cuori e le mani a compiere il bene e a diffonderlo. Attraverso gesti umili e semplici di servizio ai piccoli passa la Buona Notizia che Gesù è risorto e vive in mezzo a noi”.

Poi ha ringraziato il Centro, perché “testimonia che è possibile una convivenza pacifica e fraterna tra persone appartenenti a differenti etnie e a diverse confessioni religiose. Qui le differenze non impediscono l’armonia, la gioia e la pace, anzi diventano occasione per una più profonda conoscenza e comprensione reciproca. Le diverse esperienze religiose si aprono all’amore rispettoso ed efficace verso il prossimo; ogni comunità religiosa si esprime con l’amore e non con la violenza, non ci si vergogna della bontà! A chi la fa crescere dentro di sé, la bontà dona una coscienza tranquilla, una gioia profonda anche in mezzo a difficoltà e incomprensioni. Persino di fronte alle offese subite, la bontà non è debolezza, ma vera forza, capace di rinunciare alla vendetta”.

Secondo il papa il bene ci avvicina a Dio: “Ci fa pensare come Lui, ci fa vedere la realtà della nostra vita alla luce del suo disegno d’amore su ciascuno di noi, ci fa assaporare le piccole gioie di ogni giorno e ci sostiene nelle difficoltà e nelle prove. Il bene paga infinitamente di più del denaro, che invece delude, perché siamo stati creati per accogliere l’amore di Dio e donarlo a nostra volta, e non per misurare ogni cosa sulla base del denaro o del potere”.

Poi ha ripreso le parole della direttrice e del volontario: “Mirjan ha testimoniato invece la sua esperienza personale, la meraviglia e la gratitudine per un incontro che ha trasformato la sua esistenza e l’ha aperta a nuovi orizzonti, facendogli incontrare nuovi amici ed un Amico ancora più grande e buono degli altri: Gesù. Lui ha detto una cosa molto significativa a proposito dei volontari che qui prestano la loro opera; ha detto: ‘Da 15 anni si sacrificano con gioia per amore di Gesù e amore nostro’…

Queste parole di Mirjan-Paolo possono sembrare paradossali a tanta parte del nostro mondo, che ha difficoltà a comprenderle e cerca affannosamente nelle ricchezze terrene, nel possesso e nel divertimento fine a sé stesso la chiave della propria esistenza, trovando invece alienazione e stordimento”. Queste parole per il papa sono “il segreto di un’esistenza riuscita è invece amare e donarsi per amore. Allora si trova la forza di ‘sacrificarsi con gioia’ e l’impegno più coinvolgente diventa fonte di una gioia più grande. Allora non fanno più paura scelte definitive di vita, ma appaiono nella loro vera luce, come un modo per realizzare pienamente la propria libertà… Il vostro patrono sant’Antonio di Padova vi accompagni nel cammino.

Continuate con fiducia a servire nei poveri e negli abbandonati il Signore Gesù e a pregarlo perché i cuori e le menti di tutti si aprano al bene, alla carità operosa, fonte di gioia vera e autentica. Vi chiedo per favore di pregare per me e di cuore vi benedico”.

A Tirana ‘Betania’ ha una grande struttura centrale, che ospita gli spazi comuni e le stanze dei piccoli. Accanto a questa sorgono alcune casette e una piccola chiesa. L’associazione è nata a Verona, formalmente il 16 febbraio 1990, per opera di Antonietta Vitale. Si tratta di un’opera di carità, ispirata dalla preghiera, che si occupa di minori in difficoltà, ma anche di adulti con problemi di vario genere: dipendenza, immigrati, ragazze madri, carcerati… E’ composta da consacrate, famiglie e volontari. Oltre alla sede albanese, l’associazione ha dieci case in Italia e una in Kenya.

La struttura albanese è stata inaugurata nel gennaio 1999. Al momento è gestita da quattro consacrate e due coppie di volontari. Attualmente ci sono circa un centinaio di bambini di tutte le età, molti dei quali orfani di padre o di madre o figli di genitori che non si possono occupare di loro. Grazie alla sua totale e completa dedizione, ad oggi Betania conta 9 comunità di accoglienza nel Veneto ed una in Basilicata, presso il paese natale della Fondatrice. Nel 1998, in seguito ad un viaggio in Albania per aiutare alcuni ragazzi ospitati in una comunità dell’Associazione in Italia, la Signora Vitale ha sentito fortemente il desiderio di iniziare in quella Nazione un’opera di sostegno in favore dei bambini in difficoltà.

Nel 1999 è nata l’Associazione Betania a Bubq Fushe-Kruje dove è stato creato il primo nucleo della missione chiamato ‘Villaggio Betania’ formato da 10 casette che ospitano numerosi bambini. Successivamente, grazie alla volontà e al sostegno di numerosi amici, si è potuto costruzione una nuova ‘Casa Grande’ per l’accoglienza di minori orfani, disagiati o con gravi problemi famigliari. Per la sua attività umanitaria le è stata conferita la cittadinanza onoraria albanese da parte del comune di Bubq.

In data 2 aprile 2004, le finalità caritative dell’opera sono state riconosciute ufficialmente anche dall’Arcivescovo della Diocesi di Durazzo e Tirana Mons. Rrok Mirdita. Il 14 giugno 2005 il villaggio ‘Betania’ di Bubq è stato inaugurato dall’allora Presidente della Repubblica Albanese, Alfred Moisiu, che ha conferito alla Signora Vitale la ‘medaglia di riconoscenza’ per i meriti derivanti dalla sua attività nei confronti del popolo albanese, specie verso i bambini.

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