Il Papa ai vescovi: un pastore è come sposato alla sua diocesi

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Anche se è già passato lo stupore suscitato dalla vostra scelta non date mai per scontato il mistero che vi ha investito. Il Papa lo ha ricordato ai vescovi ordinati nell’anno ricevuti in udienza questa mattina. Non perdete “lo stupore di fronte al disegno di Dio, né il timore di camminare in coscienza alla sua presenza e alla presenza della Chiesa che è prima di tutto sua. In qualche parte di sé stessi bisogna conservare al riparo questo dono ricevuto, evitando che si logori, impedendo che sia reso vano” ha ricordato il Papa. Poi ha sottolineato alcuni punti particolari nel ministero del vescovo. “Ogni riforma autentica della Chiesa di Cristo comincia dalla presenza, da quella di Cristo che non manca mai, ma anche da quella del Pastore che regge in nome di Cristo. E questa non è una pia raccomandazione. Quando latita il Pastore o non è reperibile, sono in gioco la cura pastorale e la salvezza delle anime (Decreto De reformatione del Concilio di Trento IX). Questo diceva il Concilio di Trento, con tanta ragione.”

Mettendo in paragone il rapporto tra vescovo e diocesi come quello tra due sposi il Papa ha aggiunto: “Non servono Vescovi contenti in superficie; si deve scavare in profondità per rintracciare quanto lo Spirito continua a ispirare alla vostra Sposa. Per favore, non siate Vescovi con scadenza fissata, che hanno bisogno di cambiare sempre indirizzo, come medicine che perdono la capacità di guarire, o come quegli insipidi alimenti che sono da buttare perché oramai resi inutili (cfr Mt 5,13). È importante non bloccare la forza risanatrice che sgorga dall’intimo del dono che avete ricevuto, e questo vi difende dalla tentazione di andare e venire senza meta, perché “nessun vento è favorevole a chi non sa dove va”.”

Il Papa ha anche ricordato l’importanza della preghiera, del soggiornare davanti all’ Eucaristia ed ha  aggiunto “ non Vescovi spenti o pessimisti, che, poggiati solo su sé stessi e quindi arresi all’oscurità del mondo o rassegnati all’apparente sconfitta del bene, ormai invano gridano che il fortino è assalito. La vostra vocazione non è di essere guardiani di una massa fallita, ma custodi dell’Evangelii gaudium, e pertanto non potete essere privi dell’unica ricchezza che veramente abbiamo da donare e che il mondo non può dare a sé stesso: la gioia dell’amore di Dio.”

Attenzione ai sacerdoti: “Ce ne sono tanti che non cercano più dove Lui abita, o che dimorano in altre latitudini esistenziali, alcuni nei bassifondi. Altri, dimentichi della paternità episcopale o magari stanchi di cercarla invano, ora vivono come se non ci fossero più padri o si illudono di non aver bisogno di padri.” E chiede il Papa ai vescovi di essere rintracciabili: “E l’accoglienza sia per tutti senza discriminazione, offrendo la fermezza dell’autorità che fa crescere e la dolcezza della paternità che genera. E, per favore, non cadete nella tentazione di sacrificare la vostra libertà circondandovi di corti, cordate o cori di consenso, poiché nelle labbra del Vescovo la Chiesa e il mondo hanno il diritto di trovare sempre il Vangelo che rende liberi.”

Così della pazienza ha bisogno il Popolo di Dio perchè “niente è più importante che introdurre le persone in Dio! Vi raccomando soprattutto i giovani e gli anziani. I primi perché sono le nostre ali, e i secondi perché sono le nostre radici. Ali e radici senza le quali non sappiamo che cosa siamo e nemmeno dove dovremo andare.”

Infine il Papa ha ricordato quanto sia importante  “un messaggio di incoraggiamento. Tornando alle vostre case, ovunque esse siano, portate per favore il saluto di affetto del Papa e assicurate alla gente che è sempre nel suo cuore.”  E il Papa ha concluso: “Vedo infine in voi Pastori in grado di ricomporre l’unità, di tessere reti, di ricucire, di vincere la frammentarietà. Dialogate con rispetto con le grandi tradizioni nelle quali siete immersi, senza paura di perdervi e senza bisogno di difendere le vostre frontiere, perché l’identità della Chiesa è definita dall’amore di Cristo che non conosce frontiera. Pur custodendo gelosamente la passione per la verità, non sprecate energie per contrapporsi e scontrarsi ma per costruire e amare.

Così, sentinelle, uomini capaci di curare i campi di Dio, pastori che camminano davanti, in mezzo e dietro al gregge, vi congedo, vi abbraccio, augurando fecondità, pazienza, umiltà e molta preghiera.”

Sempre questa mattina il Papa ha ricevuto in vista ad limina i vescovi della Costa d’ Avorio. È “importante, ha detto loro il Papa, mantenere relazioni costruttive con le autorità del proprio Paese, come con le varie componenti della società, in modo da diffondere un vero spirito evangelico di dialogo e collaborazione”. E in ciò “il ruolo della Chiesa – che è apprezzata e ascoltata – può essere fondamentale”. Con “questo stesso spirito”, soggiunge, “vi incoraggio a proseguire il dialogo con i musulmani, in modo da scoraggiare la deriva violenta e qualsiasi errore di interpretazione religiosa del conflitto che avete sperimentato”.

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