Il papa pellegrino a Compostela per risvegliare la fede dell’ Europa

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Arriva nella nebbia Benedetto XVI per ricordare agli spagnoli e agli europei di vivere illuminati dalla verità di Cristo. Il principe Felipe e la principessa Letizia lo accolgono alla scaletta dell’aereo, lei in grigio e lui con il sorriso sereno di chi cerca la mediazione tra il trono dei sovrani cattolici e il governo meno cattolico degli ultimi decenni. E così nel suo saluto ufficiale racconta l’entusiasmo degli spagnoli che custodiscono la fede a Santiago, città che accoglie Benedetto a braccia aperte come ha fatto per due volte con Giovanni Paolo II. Ma ricorda anche che la Spagna, paese moderno, aperto e democratico, è a fianco al papa in questi difficili tempi di crisi e di terrorismo, nell’impegno per la pace, e per questo attende la “profondità e serenità” della parole del papa. E Benedetto offre una riflessione sul pellegrinaggio dell’ uomo “che anela alla pienezza del proprio essere.” E sulla Chiesa che è “trasparenza di Cristo per il mondo”.

E il viaggio del papa è proprio il pellegrinaggio degli uomini che nella storia hanno creato “ una via di cultura, di preghiera, di misericordia e di conversione, che si è concretizzata in chiese e ospedali, in ostelli, ponti e monasteri.” Così la la Spagna e l’Europa, dice il papa “svilupparono una fisionomia spirituale marcata in modo indelebile dal Vangelo.” È questo il senso del viaggio di Benedetto: risvegliare l’Europa e la sua fede cristiana “che germinò e crebbe al calore di innumerevoli esempi di santità, dando origine a tante istituzioni di beneficienza, cultura ed educazione. Fede che ispirò il geniale architetto Antoni Gaudí a intraprendere in quella città, con il fervore e la collaborazione di molti, quella meraviglia che la chiesa della Sacra Famiglia.” Una nazione che “nel secolo XX ha suscitato nuove istituzioni, gruppi e comunità di vita cristiana e di azione apostolica e, negli ultimi decenni, cammina in concordia e unità, in libertà e pace, guardando al futuro con speranza e responsabilità. Mossa dal suo ricco patrimonio di valori umani e spirituali, cerca pure di progredire in mezzo alle difficoltà e offrire la sua solidarietà alla comunità internazionale.”

E il papa ricorda Giovanni Paolo II “che da Compostela esortò il Vecchio Continente a dare nuovo vigore alle sue radici cristiane” e aggiunge : “anch’io vorrei esortare la Spagna e l’Europa a edificare il loro presente e a progettare il loro futuro a partire dalla verità autentica dell’uomo, dalla libertà che rispetta questa verità e mai la ferisce, e dalla giustizia per tutti, iniziando dai più poveri e derelitti. Una Spagna e un’Europa non solo preoccupate delle necessità materiali degli uomini, ma anche di quelle morali e sociali, di quelle spirituali e religiose, perché tutte queste sono esigenze autentiche dell’unico uomo e solo così si opera in modo efficace, integro e fecondo per il suo bene.” È il primo passo di un percorso spirituale che porterà il papa a rilanciare la necessità della presenza della fede nella vita pubblica dell’ Europa. Dall’ aeroporto, in papamobile , dopo essere passato davanti ai tanti fedeli presenti, il papa ha percorso i dieci chilometri verso la cattedrale. Moltissimi i fedeli che lo attendevano tra bandiere e coriandoli, accompagnati dallo scampanellare davanti ad ogni chiesetta. Il papa è stato accolto dal Capitolo della Cattedrale all’ esterno della cattedrale, poi ha iniziato il rito del pellegrinaggio, indossando il mantello marrone con la conchiglia e la croce.

Dopo la preghiera davanti al Santissimo, il saluto alla folla sulla piazza, la sosta sulla tomba dell’ Apostolo, l’abbraccio alla antica statua sull’ altare, il papa si è fermato al centro della cattedrale per una riflessione proposta ad un migliaio di presenti, religiosi e religiose ma anche giovani e famiglie, malati ed anziani. “Andare in pellegrinaggio, ha detto il papa, significa uscire da noi stessi per andare incontro a Dio là dove Egli si è manifestato, là dove la grazia divina si è mostrata con particolare splendore e ha prodotto abbondanti frutti di conversione e santità tra i credenti.” Ed è la fede che ci introduce al “mistero di amore che è la Santissima Trinità. Siamo, in un certo modo, abbracciati da Dio, trasformati dal suo amore. La Chiesa è questo abbraccio di Dio nel quale gli uomini imparano anche ad abbracciare i propri fratelli scoprendo in essi l’immagine e somiglianza divina, che costituisce la verità più profonda del loro essere, e che è origine della vera libertà. Tra verità e libertà vi è una relazione stretta e necessaria. La ricerca onesta della verità, l’aspirazione ad essa, è la condizione per un’autentica libertà. Non si può vivere l’una senza l’altra. La Chiesa, che desidera servire con tutte le sue forze la persona umana e la sua dignità, è al servizio di entrambe, della verità e della libertà.” L’amore per la verità deve diventare amore per la Chiesa per portare Cristo a tutti gli uomini. E il papa chiede ai giovani di dedicarsi anche alla vita consacrata perché vale sempre la pena di dedicare tutta la vita a “proporre la novità del Vangelo.” E il saluto del papa è un grazie per la carità, l’amore di Dio, che i cattolici spagnoli esprimono con generosità.

“ Non stancatevi di mantenere queste opere, che apportano beneficio a tutta la società, e la cui efficacia si è manifestata in modo speciale nell’attuale crisi economica, così come in occasione delle gravi calamità naturali che hanno colpito vari Paesi.” E infine il papa ha accesso il celebre Botafumeiro, l’incensiere della Cattedrale di Compostella, famoso perchè il più grande incensiere del mondo, viene fatto oscillare dai “tiraboleiros” che lo issano fino a 22 metri d’altezza nella croce della navata centrale e quindi, con un sistema di corde e carrucole, gli imprimono un moto pendolare, fino a fargli sfiorare il soffitto delle navate ad una velocità di circa 70 km/h. Dopo la benedizione il papa si è trasferito nell’ arcivescovado per il pranzo con i cardinali, il seguito e i membri del comitato esecutivo della Conferenza episcopale spagnola. Nella piazza dell’Obradorio già dal mattino molti fedeli attendono l’ inzio della messa alle 16.00

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