Papa Francesco: il matrimonio è la reciprocità delle differenze

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Venti coppie, venti storie, venti unioni sacramentali benedette dal Papa. Questa mattina la basilica di San Pietro è stata lo scenario perfetto per il matrimonio di alcuni giovani, altri meno giovani ognuno con una storia diversa, qualcuno anche molto travagliata.

Il Papa a tutti ha ricordato, nel sui stile semplice e diretto, che “Il matrimonio è simbolo della vita, della vita reale, non è una “fiction”! E’ sacramento  dell’amore di Cristo e della Chiesa, un amore che trova nella Croce la sua verifica e la sua garanzia.”

Commentando le lettura della liturgia di oggi Francesco ha parlato della forza della famiglia,  e della Chiesa “in cammino nel deserto del mondo di oggi”. Una grande forza quella della famiglia: “ l’aiuto reciproco, l’accompagnamento educativo, le relazioni che crescono con il crescere delle persone, la condivisione delle gioie e delle difficoltà… Le famiglie sono il primo luogo in cui noi ci formiamo come persone e nello stesso tempo sono i “mattoni” per la costruzione della società.”

Ancora il Papa ha parlato della tentazione dell’abbandonare il cammino intrapreso. “Viene da pensare alle coppie di sposi che “non sopportano il viaggio” della vita coniugale e familiare. La fatica del cammino diventa una stanchezza interiore; perdono il gusto del Matrimonio, non attingono più l’acqua dalla fonte del Sacramento. La vita quotidiana diventa pesante, “nauseante”.” E’ lo smarrimento cui Dio risponde con un antidoto, la forza della misericordia.  Una misericordia che riceve “chi si affida a Gesù crocifisso” e che così “guarisce dal veleno mortale del peccato.”

Cos’ anche gli sposi che sono tentati dall’abbandonare il cammino se si affidano a Gesù vengono guariti “con l’amore misericordioso che sgorga dalla sua Croce, con la forza di una grazia che rigenera e rimette in cammino sulla strada della vita coniugale e familiare.”  E’ infatti solo l’amore di Cristo che  “può restituire agli sposi la gioia di camminare insieme; perché questo è il matrimonio: il cammino insieme di un uomo e di una donna, in cui l’uomo ha il compito di aiutare la moglie ad essere più donna, e la donna ha il compito di aiutare il marito ad essere più uomo. E’ la reciprocità delle differenze. Non è un cammino liscio, senza conflitti, no, non sarebbe umano.”

Tra le storie di chi è arrivato all’altare oggi c’è chi è già convivente, chi ha già figli, chi si è conosciuto in parrocchia. Come ha spiegato il Vicariato di Roma che ha scelto le coppie sposate dal Papa. “ Mario Risso, docente di economia, e Lahra Liberti: «Eravamo a San Pietro il 14 febbraio – ricorda -, e abbiamo il cuscino per le fedi che ci ha donato Papa Francesco. Questo evento è una benedizione». Erano all’incontro di san Valentino anche Laura Capurso e Marco Purcaro, impiegata lei e ballerino lui. «Avevamo fissato il matrimonio per il 4 ottobre – raccontano – ma con piacere e grande emozione abbiamo anticipato». Data già fissata, al 30 settembre, anche per il dj Francesco Allotta e per la sua Alessandra Pucci. «Io sono originario di Paola – spiega – per questo avevamo scelto di sposarci nel santuario di san Francesco di Paola qui a Roma, la chiesa di Sant’Andrea delle Fratte. Ma padre Francesco Trebisonda, che ci ha seguito durante la preparazione, ci ha fatto sapere che a sposarci sarebbe stato un altro Francesco… il Papa!». Flaviano Picchi e Giulia Capozi frequentano invece la comunità di San Gelasio I e avrebbero dovuto celebrare le nozze proprio in parrocchia. «Quando ci hanno parlato di questa possibilità, io ho segnalato tre coppie che si sarebbero sposate in questo periodo», dice il parroco don Giuseppe Raciti. Ma da ogni parrocchia sarebbe dovuta arrivare una sola coppia. «Così ci siamo riuniti in preghiera e poi abbiamo proceduto con una estrazione – racconta -. La scelta l’ha fatta il Signore». Vanessa Errera e Michele Palmisano stentano ancora a credere che a sposarli sarà Papa Francesco: «Chi siamo noi – si chiedono – per aver meritato una grazia del genere?». E Gabriella Improta e Guido Tassara, 48 anni lei e 56 lui, sono i fidanzati più «maturi» della ventina. «Quando il parroco della parrocchia e dell’ istituto dove Guido è cresciuto e ha studiato ci hanno proposto di sposarci a San Pietro ero restia ad accettare, non mi sentivo degna, né rispondente all’idea di “sposa cristiana” che ricorre nell’ immaginario collettivo – confessa Gabriella -, ma in realtà tutti siamo degni dell’amore di Dio. Questa è una Chiesa che abbraccia e accoglie tutti. Per l’ incontro giusto e viverlo nella grazia del Signore non c’è età».”

All’uscita dalla basilica tutte le coppie in fila al suono dell’ organo, in un turbinio di tulle e fiori e abiti bianchi, non tutti a dire il vero adatti alla celebrazione di un sacramento. Del resto è quanto si vede in molti matrimoni nella chiese artistiche, scelte per le foto e gli addobbi, dove le spose arrivano vestite da sera più che per una messa.

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