Roberto Bignoli: il mio cuore canta Dio

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“Credo nel Signore, ma lotto in continuazione contro le mie contraddizioni e vivo la mia umanità tra mille dubbi e incertezze. Tuttavia ho deciso di andare fino in fondo e oggi dopo l’esperienza più bella che abbia mai vissuto, ritrovare la fede, sento che la mia esistenza è davvero cambiata.

Il mio presente è strettamente collegato al passato: una serie di eventi negativi, fra cui una grave malattia, mi avevano lasciato un vuoto interiore e tanta solitudine, ma proprio nel momento più difficile il Buon Dio ha bussato alle porte del mio cuore, ed è entrato a far parte della mia vita”:

così scrive nella prefazione del libro ‘Il mio cuore canta Dio’ Roberto Bignoli, cantautore di musica cristiana, che nella sua carriera ha inciso 11 album, e tra i brani di maggior successo c’è ‘Ballata per Maria’ (dall’album Canzone per Maria), oggi sigla mondiale di Radio Maria; ‘Ho bisogno di Te’, ‘Là c’è un posto’ e ‘Dulcis Maria Totus Tuus’ premiate con il premio internazionale Unity Award Grammy della musica cristiana internazionale come migliori canzoni dell’anno. A lui chiediamo spiegazioni della nascita del libro:

“Il libro è nato, grazie ad un incontro avvenuto tramite amici, come il giovane scrittore Andrea Pagnini, che hanno accompagnato l’Editor della Piemme a conoscermi. Mi è stata fatta la proposta del libro, ed ho accettato perché mi è parso tutto molto strano, un editor così importante come la Piemme Mondadori chiedeva ad un artista, non vip né big, di pubblicare la propria biografia, una proposta direi quasi ‘assurda’  in cui ho visto  un segno della Provvidenza e ho accettato con mille riserve, e in effetti non ho idea di quello che effettivamente accadrà da adesso in poi…  ma certamente il seme ormai è stato lanciato, chiedo solo la grazia di rimanere umile e semplice pur avendo ricevuto questa grande opportunità per l’evangelizzazione”.

Nella prefazione scrivi che non sei un ‘convertito’: ci puoi spiegare brevemente chi sei?
“Sì, ti confermo: non sono un convertito. La conversione è una parola così importante e grande che solo quando raggiunge il suo ultimo stadio, la si può accostare alla parola Santità, un vero convertito è un santo. Ecco perché dico che non sono un convertito, ma sono uno come tanti che ha cominciato un cammino per la conversione.

E’ vero il Signore ha bussato alla porta del mio cuore, attraverso sua Madre Maria, ed io ho per grazia ricevuta, ho colto la chiamata, ma ora ogni giorno devo rinnovare il sì a questa chiamata, che mi fa camminare attraverso l’esperienza di Chiesa, vivere i sacramenti e beneficiare di tutti quei doni e  valori che per anni erano rimasti nascosti e che oggi sono  una fonte di grazia per me e la mia famiglia. Oggi sono un marito, un padre, un uomo che attraverso le tante difficoltà della vita, legate ad un passato tribolato e difficile, ho scoperto che l’Amore vero proviene solo da Dio e vale la pena di viverlo in pienezza.

Come ti accennavo, sono nato in una famiglia povera, disagiata, all’età di un anno colpito dalla poliomielite, sono stato allontanato dalla famiglia di origine e ho passato molti anni tra collegi e ospedali. A  15 anni circa ho voluto fare di testa mia e affrontare il mondo fuori dalle mura dei collegi e ho cominciato a frequentare i movimenti giovanili di allora come la beat generation, o conosciuti anche come figli dei fiori,  facendo uso di stupefacenti, senza regole, amore libero etc… questo mi portò a vivere un breve periodo in carcere, uscito dal carcere vissi il periodo dell’emarginazione, della sopravvivenza e successivamente mi aggregai a movimenti politici, e infine alla musica, cercando spazi e successo nel mondo dello spettacolo.

Tutte queste esperienze hanno segnato in modo profondo il mio esistere, ma a distanza di tempo, credo siano state esperienze importanti per essere quello che sono oggi, tante scelte sbagliate e sofferenze con la fede possono diventare veramente delle ricchezze, se noi permettiamo al Signore di cambiare il nostro cuore. Dico questo perché in effetti nel 1984 andai a Medjugorje, chiesi la grazia a Maria di cambiare il mio cuore di pietra, non mi interessava la guarigione fisica, avevo bisogno di trovare pace dentro me, ero troppo arrabbiato con il mondo ed è proprio dopo questo viaggio, fatto più per curiosità che altro,

ho sentito dentro il mio cuore che malgrado tutto ero amato da Maria e Gesù,  e che avevano voluto chiamarmi in una terra umile e povera per farmi scoprire la bellezza del Signore e della gioia di condividere con gli altri questo senso di pace e fratellanza che respiravo in quel luogo. Questo è stato il primo segno che mi ha spinto ad iniziare quel cammino di conversione che ancora oggi inseguo e desidero fare, so che la meta da raggiungere è meravigliosa, ma la strada stretta e lunga, ma con la grazia di Dio, nulla è impossibile, ormai credo di averlo capito”.

Cosa è per te il mistero della sofferenza?
“Il mistero della sofferenza è la croce, la croce di Gesù. Non puoi capire il valore della sofferenza se non conosci Gesù, non puoi accettare la sofferenza se non impari ad amare Gesù. La sofferenza è importante, aiuta a guardare all’altro, ti insegna ad essere umile, ti porta a cercare i veri valori della vita, ti rende simile a Cristo, non ci sarà mai una sofferenza nella nostra vita, che il Signore non sappia che possiamo sopportare.

La sofferenza comunque è e rimane un mistero, e credo come tutti i misteri, non sempre ci è lecito sapere le motivazioni, ma se l’abbracciamo piano piano possiamo scoprirne i valori che racchiude, la grazia sta quando uno riesce ad accettare la croce e abbracciarla. Nella vita di ogni uomo prima o poi la sofferenza passa, chi più chi meno, ma non bisogna mai fermarsi a piangere su se stessi o  sul proprio dolore, ma è importante trovare la forza di chiedere aiuto al Signore, alla Madonna, allo Spirito Santo di accettarla e renderla strumento di conversione, perché possa diventare veramente una ricchezza per gli altri e per sé, e tanto dolore non vada perso, ma sia fonte di salvezza,  non so se sono riuscito a spiegarmi ma in sostanza, il cristiano deve avere la consapevolezza che per arrivare a Cristo bisogna portare la propria croce e direi quasi un paradosso: amarla”.

Quale è la tua fede oggi?
“Oggi la mia fede è in cammino, probabilmente molte cose dal 1984 ad oggi sono cambiate, sono cresciuto, maturato, ma sono sempre in cammino, reputo ormai importante compagna di vita la preghiera, la Santa Messa, la confessione ed ogni occasione per crescere spiritualmente, importanti i pellegrinaggi che sono molte volte la ricarica spirituale per poter confermare il cammino.

Oramai  la fede fa parte della mia vita, della mia famiglia del mio essere,  perché se non avessi fede nel Signore, non potrei  veramente fare tutto quello che in questi anni ho fatto e sto facendo, inoltre non sarei nemmeno credibile. Sono convinto che tutto è nato grazie ad una chiamata forte e che è diventata ogni giorno sempre un po’ più chiara, alla quale per grazia della Madonna, ho aderito e grazie a questa adesione ho incominciato a fare i passi del mio cammino di conversione. In questi anni ho scoperto che quando dici si al Signore e sei convinto, poi è lui che ti apre la mete ed il cuore e ti dona il desiderio di seguire le sue orme, malgrado le debolezze, tentazioni e mancanze”.

Con quale forza la musica può raccontare la presenza di Dio?
“La musica è la mia vita. Attraverso la musica e le parole ho cantato la mia vita, ho tradotto le mie difficoltà, ho denunciato le ingiustizie del mondo ho pregato in poche parole ho fatto vivere il mio essere.

Credo che con la musica sia importante trasmettere quei valori di cui si è riempita la mia esistenza, dei messaggi di speranza, le parole accolte, i momenti vissuti e particolari del cammino di conversione, come una sorta di proposta che va controcorrente al mondo di oggi,  un ottimo mezzo di comunicazione per raggiungere i giovani attraverso musica accattivante e contemporanea e trasmettere dei messaggi alle persone che così accolgono più facilmente il contenuto.

Attraverso la musica, di cui faccio uso con ritmi rock, pop, folk, ho potuto incontrare molti giovani e molte persone che hanno poi avuto desiderio di confrontarsi, e per grazia di Dio  ci sono stati anche dei cambiamenti in alcuni di loro. Grazie alla musica sono potuto andare anche all’interno di carceri in Italia e all’estero, ho potuto viaggiare e portare la mia testimonianza in tanti Paesi, ho partecipato a 4 GMG, e avuto occasione di incontrare il beato Giovanni Paolo II più volte;

la musica è stato il mezzo anche per pregare con tante persone  e condividere parte del cammino con tanti gruppi ecclesiali, una grande ricchezza che porto nel cuore. Inoltre mi sono incontrato spesso con altri artisti di musica cristiana e non, condividendo con loro i diversi cammini  e cercando sempre di portare un seme di speranza e di condivisione, mi piace collaborare con gli altri artisti; infatti per anni sono stato anche direttore artistico di alcuni festival che stavano nascendo.

Ecco che allora il Signore diventa presenza, la musica diventa il tramite che porta un messaggio evangelico, un linguaggio particolare che entra nei cuori e se Dio lo permette fa germogliare il seme che noi con la musica lanciamo. Attualmente mi affianca una rock band professionale cristiana, ‘Nuova Civiltà’ con cui abbiamo fatto molti concerti in Italia e all’estero”.

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