Il papa: educare alla santità e al dialogo veramente reciproco

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La prima mattina del papa a Londra oscilla tra santità e pace. Un incontro intenso con il mondo dell’ educazione cattolica che , nonostante la ferita del peccato di alcuni, rappresenta per l’ Inghilterra la unica vera alternativa ad una educazione fin troppo elitaria. Il papa nel St Mary’s University College spiega che cosa intende la Chiesa per educazione. Una formazione della persona e non un “addestramento” di dirigenti. Benedetto inizia con un incontro di sapore liturgico nella cappella dell’ Istituto. Nel raccoglimento dello stile tradizionale il papa si è rivolto ai religiosi e agli insegnati che curano i circa 4 mila allievi del St. Mary’s University College, nato nel 1850 per offrire istruzione ai meno abbienti. Un discorso come sempre diretto e chiaro con delle indicazioni operative.

 “Il compito dell’insegnante, ha detto il papa, non è solo quello di impartire informazioni o di provvedere ad una preparazione tecnica per portare benefici economici alla società; l’educazione non è e non deve essere mai considerata come puramente utilitaristica. Riguarda piuttosto formare la persona umana, preparare lui o lei a vivere la vita in pienezza – in poche parole riguarda educare alla saggezza.” E la Saggezza vera è inseparabile dalla conoscenza del Creatore. Insomma il papa rafforza il compito trascendente della educazione, rilegge la storia dei monaci inglesi che si impegnarono “nell’imparare la via sulla quale incontrare la Parola Incarnata di Dio che gettò le fondamenta della nostra cultura e civiltà occidentali.” Ma certo i religiosi che operano nella educazione devono essere dei veri modelli. E del resto “la presenza dei religiosi nelle scuole cattoliche è un forte richiamo all’ampiamente discusso carattere cattolico, che è necessario permei ogni aspetto della vita scolastica. Questo riporta all’evidente esigenza che il contenuto dell’insegnamento dovrebbe essere sempre in conformità con la dottrina della Chiesa.” Il papa chiede una vita di fede forte ed esemplare. E sembra chiaro il richiamo agli sventurati casi di abuso avvenuti. “La vita di fede, ha concluso il papa, può essere effettivamente coltivata solo quando l’atmosfera prevalente è di una fiducia rispettosa e affettuosa.”

Subito dopo il papa si è trasferito nel grande campo sportivo del Santa Maria dove fin dalle prime ore della mattina centinaia di ragazzi erano riuniti in attesa dell’incontro. Un collegamento video ha permesso a tutte le scuole cattoliche del Regno Unito di seguire l’ evento, con conati, testimonianze e soprattutto con le parole del papa. “La cosa che Dio desidera maggiormente per ciascuno di voi è che diventiate santi”, ha esordito Benedetto XVI . Ed ha poi proseguito. “Quando si è giovani, si è soliti pensare a persone che stimiamo e ammiriamo, persone alle quali vorremmo assomigliare. Potrebbe trattarsi di qualcuno che incontriamo nella nostra vita quotidiana e che teniamo in grande stima. Oppure potrebbe essere qualcuno di famoso. Viviamo in una cultura della celebrità ed i giovani sono spesso incoraggiati ad avere come modello figure del mondo dello sport o dello spettacolo. Io vorrei farvi questa domanda: quali sono le qualità che vedete negli altri e che voi stessi vorreste maggiormente possedere? Quale tipo di persona vorreste avvero essere? Quando vi invito a diventare santi, vi sto chiedendo di non accontentarvi di seconde scelte. Vi sto chiedendo di non perseguire un obiettivo limitato, ignorando tutti gli altri. Avere soldi rende possibile essere generosi e fare del bene nel mondo, ma, da solo, non è sufficiente a renderci felici.

Essere grandemente dotati in alcune attività o professioni è una cosa buona, ma non potrà mai soddisfarci, finché non puntiamo a qualcosa di ancora più grande. Potrà renderci famosi, ma non ci renderà felici. La felicità è qualcosa che tutti desideriamo, ma una delle grandi tragedie di questo mondo è che così tanti non riescono mai a trovarla, perché la cercano nei posti sbagliati. La soluzione è molto semplice: la vera felicità va cercata in Dio. Abbiamo bisogno del coraggio di porre le nostre speranze più profonde solo in Dio: non nel denaro, in una carriera, nel successo mondano, o nelle nostre relazioni con gli altri, ma in Dio. Lui solo può soddisfare il bisogno più profondo del nostro cuore.” Il papa ha fatto breccia nei sentimenti tipici dei ragazzi, degli adolescenti , usandone linguaggio e sensibilità.

“Tutti voi sapete cosa accade quando incontrate qualcuno di interessante e attraente, come desideriate essere amici di quella persona. Sperate sempre che quella persona vi trovi a sua volta interessanti ed attraenti e voglia fare amicizia con voi. Dio desidera la vostra amicizia. E, una volta che voi siete entrati in amicizia con Dio, ogni cosa nella vostra vita inizia a cambiare.” E così , dice il papa ai giovani, avrete a cuore l’ uomo.” Non riducetevi mai ad un orizzonte ristretto- ha concluso- Il mondo ha bisogno di buoni scienziati, ma una prospettiva scientifica diventa pericolosamente angusta, se ignora la dimensione etica e religiosa della vita, così come la religione diventa angusta, se rifiuta il legittimo contributo della scienza alla nostra comprensione del mondo. Abbiamo bisogno di buoni storici, filosofi ed economisti, ma se la percezione che essi offrono della vita umana all’interno del loro specifico campo è centrata su di una prospettiva troppo ristretta, essi possono seriamente portarci fuori strada. Una buona scuola offre una formazione completa per l’intera persona.” Benedetto XVI ha lasciato il campo sportivo tra i canti e gli applausi dei ragazzi che nello loro differenti divise scolastiche creavano un inglesissimo patchwork sul prato riscaldato dal sole che si alternava alle nuovole.

 L’ ultimo appuntamento della mattina è stato con i leaders delle diverse religioni ospitato nella Waldegrave Drawing Room del St Mary’s University College. Ebrei, musulmani, Hindu, Sikh e non solo hanno ascoltato dapprima il vivacissimo ed entusiasta saluto del Rabbino capo delle “ Unitede Hebrew Congrgations of the Commonwealth” il barone Sacks of Aldagate. Subito dopo è stata la volta del Dottor Khaled Azzam, direttore del “Prince’s school of Tradional Arts”. Il papa iniziato il suo saluto con i sui voti per lo Yom Kippur appena celebrato. Poi un richiamo al dialogo, all’ impegno comune nell’ affrontare i bisogni della società. “A livello spirituale, ha detto il papa, tutti noi, in modi diversi, siamo personalmente impegnati in un viaggio che offre una risposta importante alla questione più importante di tutte, quella riguardante il significato ultimo dell’esistenza umana. La ricerca del sacro è la ricerca dell’unica cosa necessaria, l’unica a soddisfare le aspettative del cuore umano.”

La scienza da sola non basta a dare tutte le risposte , ma “la ricerca del sacro non svaluta altri campi dell’indagine umana. Al contrario, li pone in un contesto che amplifica la loro importanza quali vie mediante le quali esercitare responsabilmente il nostro essere amministratori della creazione.” E di qui il papa ha ripreso il tema del necessario dialogo e della collaborazione con i seguaci di altre religioni. “E perché sia fruttuoso, occorre reciprocità da parte di tutte le componenti in dialogo e da parte dei seguaci delle altre religioni. Penso in particolare a situazioni in alcune parti del mondo, in cui la collaborazione e il dialogo fra religioni richiede il rispetto reciproco, la libertà di praticare la propria religione e di compiere atti di culto pubblico, come pure la libertà di seguire la propria coscienza senza soffrire ostracismo o persecuzione, anche dopo la conversione da una religione ad un’altra. Una volta che tale rispetto e attitudine aperta sono stabiliti, persone di tutte le religioni lavoreranno insieme in modo efficace per la pace e la mutua comprensione, offrendo perciò una testimonianza convincente davanti al mondo.” Un dialogo che così diventa crescita e difesa della vita in ogni suo stadio, che pone al centro non solo il dibattito teologico ma anche “il parlare della propria esperienza di preghiera e di contemplazione”.

Nel pomeriggio, alle 17.00 ora italiana, il papa si reca in visita alla residenza dell’ Arcivescovo anglicano Williams a Lambeth Palace, poi ci sarà l’ incontro con la società civile nella Westminster Hall e infine la recita ecumenica dei vespri nella storica Westminster Abbey.

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