Cañizares e Osoro, una scelta già prevista

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Il  Cardinale Cañizares si trasferirà finalmente alla sua amata patria. E non va a Madrid, come molti si aspettavano, ma a Valencia in sostituzione di mons. Osoro, che arriva alla capitale spagnola. In realtà, si parlava da tempo di questa decisione nei ambienti spagnoli, che si è confermata dopo che Osoro è stato nominato vice-presidente della Conferenza Episcopale Spagnola. Ha ottenuto i consensi da parte dei vescovi spagnoli per dirigere in certo modo il camino che seguirà la Conferenza Episcopale. La decisione di inviare a mons. Osoro a Madrid puó intendersi più pratica che rivoluzionaria. Uomo affabile e molto amato dai fedeli della sua diocesi di Valencia, Osoro è meno politico e piú pastorale dell’oramai ex Arcivescovo di Madrid, Antonio Maria Rouco Varela, che è stato anche suo professore all’Università di Salamanca e probabilmente lo conosce bene. Pensiero e attività simili, atteggiamenti diversi. A Valencia è molto conosciuto per la sua capacità di lavoro, la sua simpatia e la sua profondità di pensiero.  Benedetto XVI lo nomina vescovo di Valencia, due anni dopo le Giornate Mondiali della Famiglia nel 2009, come riconoscimento al suo precedente lavoro pastorale alla guida della diocesi di Oviedo. Nella sua lettera alla diocesi ha assicurato che sarà “al servizio di tutti” perchè sa che la sua vita “non è per me, ma per voi”. Molto impegnato nei lavori della nuova evangelizzazione, ha assicurato che si impegnerà in “annunciare Cristo e farlo credibile” con “il coraggio apostolico che viene dato dallo Spirito Santo”. Ai giovani ricorda una frase che già Benedetto XVI diceva ai giovani: “Non abbiate paura di sognare in grande, fatevi accompagnare da Cristo” perché nel mondo di oggi “la novità di Dio ci fa camminare contro corrente”. Dal’altro canto, il Cardinale Cañizares ritorna nella sua terra di origine, Valencia. Era prevedibile che non andasse a Madrid ma a Valencia, dove il ruolo “politico” è minore e può dedicarsi di più al lavoro pastorale e formativo, quello al quale si è dedicato sempre e che preferisce. E poi Valencia non è una arcidiocesi “umile”, come alcuni l’hanno definita, ma una delle arcidiocesi con più impegno apostolico della Spagna, con più di 600 sacerdoti diocesani e un totale di 62 seminaristi soltanto nel seminario Maggiore. Valencia è una diocesi grande e viva e molto impegnata nei mezzi di comunicazione e nei lavori di nuova evangelizzazione. Conta con un giornale proprio (Paraula), un’agenzia (AVAN) e altre fondazioni alle quali Cañizares ha chiesto di continuare “il meraviglioso lavoro” che stanno realizzando da alcuni anni. Cañizares lascia finalmente, come lui stesso ha chiesto al Papa, Roma. Anche se la fama lo precede come uomo di pensiero profondo, in definitiva è un cardinale con cuore di prete, gentile, vicino alle persone e di preghiera (si li puó vedere di quando in quando in Piazza San Pietro a pregare il Rosario). Nella sua lettera alla sua nuova Arcidiocesi, Cañizares ha ringraziato al Santo Padre per dargli “l’onore di servire” all’Arcidiocesi “che mi ha dato tutto” e ha ricordato che vuole essere “vescovo, padre, pastore e fratello dei poveri e senzatetto, di coloro che soffrono, coloro che sono esclusi della società” e ha chiesto alla sua arcidiocesi di aiutarlo in questa nuova missione. Infine, rivoluzione già prevista a Spagna. Cañizares e Osoro sono amici dai tempi dell’Università di Salamanca, dove ambedue hanno studiato e dove anche è stato il cardinale Rouco come studente e professore. Si potrebbe dire che si tratta di un cambio generazionale fra “salmantini” che ha dato l’opportunità a Cañizares di lasciare il posto alla Congregazione del Culto Divino. Adesso si vedrà chi li sostituirà in Curia.

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