Il papa: non vergognatevi di essere cristiani

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L’ultimo incontro della giornata di Fatima per il papa è con i vescovi del Portogallo. Son in cinquanta nella Casa “ Nossa Senhora do Carmo” ad ascoltare il grazie di Benedetto che dice: “il Papa ha bisogno di aprirsi sempre di piu’ al mistero della Croce, abbracciandola quale unica speranza e ultima via per guadagnare e radunare nel Crocifisso tutti i suoi fratelli e sorelle in umanita”. E come successori degli Apostoli ascoltano il grazie del papa: “Mi e’ di conforto la determinazione con cui anche voi mi seguite da vicino senza temere null’altro che la perdita della salvezza eterna del vostro popolo. Di cuore vi ringrazio”. Poi ecco l’analisi e le raccomandazioni Nei tempi attuali “c’e’ bisogno di autentici testimoni di Gesu’ Cristo, soprattutto in quegli ambienti umani dove il silenzio della fede e’ piu’ ampio e profondo.

Parla ai politici, agli intellettuali ai professionisti della comunicazione “che professano e promuovono una proposta monoculturale, con disdegno per la dimensione religiosa e contemplativa della vita. In tali ambiti – ha ammonito il papa – non mancano credenti che si vergognano e che danno una mano al secolarismo, costruttore di barriere all’ispirazione cristiana”. E in questo senso un ruolo cruciale spetta ai movimenti che però, dice il papa, se pure sono stati la primavera mentre si parlava di “ inverno della Chiesa” devono “vivere nella Chiesa comune”, mentre “i portatori di un carisma particolare devono sentirsi fondamentalmente responsabili della comunione, della fede comune della Chiesa e devono sottomettersi alla guida dei Pastori”. E sono proprio i vescovi a dover “aiutare i movimenti a trovare la strada giusta, facendo delle correzioni” con quella comprensione “che sa unire guida, riconoscenza e una certa apertura e disponibilita’ ad accettare di imparare”.

Un richiamo anche alla vicinanza paterna ai sacerdoti. I preti infatti “sono chiamati a servire, nel loro ministero pastorale, integrati in un’azione pastorale di comunione o di insieme”. E questo, spiega Benedetto , non è un ritorno al passato, ma è un “recupero del fervore delle origini, della gioia dell’inizio dell’esperienza cristiana, facendosi accompagnare da Cristo come i discepoli di Emmaus”. Una nona anche per “rispondere con creativita’ ad ogni poverta’, includendo quelle della mancanza di senso della vita e dell’assenza di speranza” e poi dice: “Le tante emergenze non vi facciano indebolire nella logica del dono. Continui ben viva, nel Paese, la vostra testimonianza di profeti della giustizia e della pace, difensori dei diritti inalienabili della persona, unendo la vostra voce a quella dei piu’ deboli, che avete saggiamente motivato a possedere voce propria, senza temere mai di alzare la voce in favore degli oppressi, degli umiliati e dei maltrattati”.

Domani mattina il papa lascia Fatima e si trasferisce a Porto, seconda città del Portogallo e polo industriale. La messa nel piazzale dell’ Avenida dos Aliados è anche il saluto alla nazione. Poi alle 13.30 ora locale, il congedo e il rientro in Vaticano previsto per le 18.00.

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