In attesa del Sinodo: La famiglia è una sola, un libro che lo spiega

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“La famiglia è una sola” (ed. Gondolin, prefazione di Eugenia Roccella) è il titolo di un libro di Giuliano Guzzo, 29 anni, trentino, impegnato all’interno del Movimento per la Vita. Un testo interessante, che tratta il tema familiare in un periodo così significativo e controverso, in cui la Chiesa stessa si interroga sulla famiglia e sulle prospettive pastorali da adottare. Guzzo lo fa da laico, soprattutto dando ragioni concrete per affermare e testimoniare che la famiglia è una sola.

Come nasce l’idea di questo libro?

L’idea di questo libro nasce dalla preoccupazione, non solo mia, del fatto che oggi sia diffusa un’idea, peraltro molto incoraggiata e sostenuta dai mass media, per cui esisterebbero diversi modelli familiari equivalenti. Secondo tale teoria, l’elemento fondante della famiglia non sarebbe più l’unione tra un uomo e una donna, non sarebbero più i figli, ma solo l’affetto; cioè sarebbe importante che ci sia una relazione tra due soggetti, o comunque non necessariamente due. La preoccupazione che ci sia questa convinzione, che nel libro ho voluto chiamare “relativismo familiare”, mi ha spinto ad indagare sul tema della famiglia.

Il titolo del volume ha un’affermazione netta. Non ti sembra in contrapposizione rispetto al clima di dialogo interno alla Chiesa con i questionari sulla famiglia?

Da un lato è giusto e anche interessante sotto un profilo, oltre che pastorale, sociologico, indagare e sondare le varie forme di affettività e relazione. Da questo punto di vista non c’è giudizio di alcun genere. Il problema sorge quando si va a riconoscere a queste nuove forme affettive, a questo pluralismo diffuso, il titolo di famiglia. Il problema non nasce da una considerazione soltanto morale, nel libro non cito alcun Papa, nessun Vangelo, nessuna enciclica, proprio per fare un discorso laico, sociologico, sottolineando come l’unicità della famiglia, paradossalmente, emerge proprio in questo momento, in cui ci sono diversi modi di stare insieme e di convivere, di sentirsi famiglia, perché proprio qui la famiglia continua a distinguersi.

Questo approccio laico lo vedremo anche sul Sinodo della famiglia di ottobre?

Non saprei dire. Se si adotta una prospettiva sociologica, empirica, e si vanno a vedere tutta una serie di indici come la natalità, il benessere dichiarato, la depressione, i suicidi, tutti elementi laici, numeri insomma, si scopre che per il benessere dell’individuo e della società, la famiglia fondata sull’unione tra uomo e donna è un nucleo che si distingue dagli altri. Se si va ad osservare con occhio sociologico, laico, si scopre come quel nucleo che si chiama tradizionale e che qualcuno vuole anche superato, in realtà si distingue sotto il profilo qualitativo su tutti gli altri nuclei.

Cosa sta accadendo nella società?

Secondo me si tende molto a dire che bisogna essere tolleranti, aperti a tutti. In realtà, non c’è nessuna epoca storica in cui c’erano solo famiglie tradizionali, le fluttuazioni storiche sono state molteplici. Il problema di oggi è che è entrata in crisi l’idea di famiglia, un’idea che non ha nulla di altruistico, ma è molto egoistica. Posso crearmi a mia immagine e somiglianza una famiglia come se fosse qualcosa di mio, invece la famiglia è una struttura di tipo naturale prima ancora che della società.

Come viene trattato nel volume il tema del gender?

Ho voluto continuare sotto un profilo molto tecnico, evitando giudizi di carattere morale, sottolineando come il gender si inserisca nel filone conduttore di giudizio del libro, di relativizzazione della famiglia, che con la prospettiva gender arriva ai massimi estremi. Relativizzando l’identità sessuale a meri contesti culturali, se viene meno una certezza di femminilità e maschilità, le figure materna e paterna vengono messe in discussione. Qui ho voluto dimostrare come il gender sia una teoria, ma forse ancora di più un’ideologia, perché l’esistenza di una natura maschile e femminile emerge, oltre che dal buon senso, anche da una serie di ricerche. Il meccanismo del gender è fallace.

In conclusione, quale l’obiettivo del lavoro?

Ci possono essere tanti modi di amarci, senza entrare nel merito del giudizio, ma dal punto di vista oggettivo non si equivalgono tutti. Le scienze empiriche riconoscono che la cosiddetta famiglia tradizionale, per quanto in crisi, è sempre più stabile della convivenza. La famiglia è un bene oggettivo.

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