Il papa affida i sacerdoti del mondo a Maria, “per compiere con fedeltà la Volontà del Padre”

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E’ la solenne celebrazione dei vespri nella chiesa della Santissima Trinità di Fatima, “in quest’Anno sacerdotale che volge a termine”, l’occasione in cui il papa si rivolge alla Vergine per l’atto di affidamento e di consacrazione dei sacerdoti al Cuore Immacolato di Maria.
“In questo luogo di grazia, convocati dall’amore del Figlio tuo Gesù, Sommo ed Eterno Sacerdote, noi, figli nel Figlio e suoi sacerdoti, ci consacriamo al tuo Cuore materno, per compiere con fedeltà la Volontà del Padre”, ha detto il papa nella preghiera alla Vergine. Ed ha aggiunto: “Sposa dello Spirito Santo, ottienici l’inestimabile dono della trasformazione in Cristo. (…) Aiutaci, con la tua potente intercessione, a non venir mai meno a questa sublime vocazione, a non cedere ai nostri egoismi, alle lusinghe del mondo ed alle suggestioni del Maligno”.

“Preservaci con la tua purezza – ha continuato -, custodiscici con la tua umiltà, e avvolgici col tuo amore materno, che si riflette in tante anime a te consacrate diventate per noi autentiche madri spirituali”.
“Madre nostra da sempre, non ti stancare di ‘visitarci’, di consolarci, di sostenerci”, ha detto ancora, “la tua presenza faccia rifiorire il deserto delle nostre solitudini e brillare il sole sulle nostre oscurità, faccia tornare la calma dopo la tempesta, affinché ogni uomo veda la salvezza del Signore, che ha il nome e il volto di Gesù, riflesso nei nostri cuori, per sempre uniti al tuo!”
Nella Chiesa, inaugurata nel 2007 dal cardinale Bertone, sono in oltre 9mila a pregare con il papa: “A tutti voi che avete donato la vita a Cristo, desidero, questa sera, esprimere l’apprezzamento e la riconoscenza ecclesiale. Grazie per la vostra testimonianza spesso silenziosa e per niente facile; grazie per la vostra fedeltà al Vangelo e alla Chiesa. In Gesù presente nell’Eucaristia, abbraccio i miei fratelli nel sacerdozio e i diaconi, le consacrate e i consacrati, i seminaristi e i membri dei movimenti e delle nuove comunità ecclesiali qui presenti.” Benedetto XVI si rivolge a tutti, e chiede, ancora una volta, la testimonianza coerente: “Ognuno di noi è chiamato ad essere, con Maria e come Maria, un segno umile e semplice della Chiesa che continuamente si offre come sposa nelle mani del suo Signore”.
Rivolgendosi ancora una volta ai sacerdoti, il papa implora “una grazia abbondante perché viviate la gioia della consacrazione e testimoniate la fedeltà sacerdotale fondata sulla fedeltà di Cristo”.
E aggiunge: “Ciò suppone evidentemente una vera intimità con Cristo nella preghiera, poiché sarà l’esperienza forte ed intensa dell’amore del Signore che dovrà portare i sacerdoti e i consacrati a corrispondere in un modo esclusivo e sponsale al suo amore. (…) Ebbene, cari consacrati e consacrate, con il vostro impegno nella preghiera, nell’ascesi, nello sviluppo della vita spirituale, nell’azione apostolica e nella missione, tendete verso la Gerusalemme celeste, anticipate la Chiesa escatologica, salda nel possesso e nell’amorevole contemplazione del Dio Amore”.
Il Santo Padre non manca di citare San Giovanni Maria Vianney, nel cui 150esimo anniversario dalla morte si celebra l’Anno sacerdotale: “Siamo responsabili dall’annuncio della fede, della totalità della fede e delle sue esigenze. Cari amici, imitiamo il Curato d’Ars che così pregava il buon Dio: «Concedimi la conversione della mia parrocchia, e io accetto di soffrire tutto ciò che Tu vuoi per il resto della vita». E tutto ha fatto per strappare le persone alla propria tiepidezza per ricondurle all’amore”. “Nella sua passione sacerdotale – ha aggiunto – il santo parroco era misericordioso come Gesù nell’incontro con ogni peccatore. Preferiva insistere sull’aspetto affascinante della virtù, sulla misericordia di Dio al cui cospetto i nostri peccati sono «grani di sabbia». Presentava la tenerezza di Dio offesa. Temeva che i sacerdoti diventassero «insensibili» e si abituassero all’indifferenza dei loro fedeli: «Guai al Pastore – ammoniva – che rimane zitto vedendo Dio oltraggiato e le anime perdersi»”.

Non sempre, tuttavia, è facile seguire l’esempio e il papa offre una ricetta: “La fedeltà alla propria vocazione esige coraggio e fiducia, ma il Signore vuole anche che sappiate unire le vostre forze; siate solleciti gli uni verso gli altri, sostenendovi fraternamente. I momenti di preghiera e di studio in comune, la condivisione delle esigenze della vita e del lavoro sacerdotale sono una parte necessaria della vostra vita. Come è meraviglioso quando vi accogliete vicendevolmente nelle vostre case, con la pace di Cristo nei vostri cuori!”
“Come è importante aiutarvi a vicenda – ha spiegato – per mezzo della preghiera e con utili consigli e discernimenti! Riservate particolare attenzione alle situazioni di un certo indebolimento degli ideali sacerdotali oppure al fatto di dedicarsi ad attività che non si accordano integralmente con ciò che è proprio di un ministro di Gesù Cristo. Quindi è il momento di assumere, insieme con il calore della fraternità, il fermo atteggiamento del fratello che aiuta il proprio fratello a ‘restare in piedi’”.

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