Papa Francesco: La Corea terra di memoria, speranza e testimonianza

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Il caldo di agosto non scoraggia chi vuole vedere il Papa. Così si resta ore in fila per entrare in Aula Paolo VI e qualche centinaio di persone che non ce la fanno aspettano fuori, sperando di salutare il  Francesco al sua passaggio sulla via che lo riporta a Santa Marta.

Racconta la sua Corea il Papa, come l’ha vissuta in cinque giorni intensi e veloci che gli hanno fatto incontrare i giovani e nei quali ha beatificato i martiri. Sono i  due eventi principali del viaggio. “ Il giovane è sempre una persona alla ricerca di qualcosa per cui valga la pena vivere, e il Martire dà testimonianza di qualcosa, anzi, di Qualcuno per cui vale la pena dare la vita. Questa realtà è l’Amore di Dio, che ha preso carne in Gesù, il Testimone del Padre. Nei due momenti del viaggio dedicati ai giovani lo Spirito del Signore Risorto ci ha riempito di gioia e di speranza, che i giovani porteranno nei loro diversi Paesi e che faranno tanto bene!”.

Il Papa racconta che il suo viaggio ha seguito tre linee: memoria, speranza e testimonianza.

“Cari fratelli- spiega il Papa- nella storia della fede in Corea si vede come Cristo non annulla le culture: Cristo non annulla le culture, non sopprime il cammino dei popoli che attraverso i secoli e i millenni cercano la verità e praticano l’amore per Dio e il prossimo. Cristo non abolisce ciò che è buono, ma lo porta avanti, lo porta a compimento.

Ciò che invece Cristo combatte e sconfigge è il maligno, che semina zizzania tra uomo e uomo, tra popolo e popolo; che genera esclusione a causa dell’idolatria del denaro; che semina il veleno del nulla nei cuori dei giovani. Questo sì, Gesù Cristo lo ha combattuto e lo ha vinto con il suo Sacrificio d’amore. E se rimaniamo in Lui, nel suo amore, anche noi, come i Martiri, possiamo vivere e testimoniare la sua vittoria. Con questa fede abbiamo pregato, e anche ora preghiamo affinché tutti i figli della terra coreana, che patiscono le conseguenze di guerre e divisioni, possano compiere un cammino di fraternità e di riconciliazione”.

La preghiera a Maria conclude la riflessione del Papa che alla fine dei vari  saluti ricambia l’affetto dei tanti che hanno pregato per la morte in un incidente di tre suoi familiari:“Ringrazio voi, le preghiere, le condoglianze, per quello che è accaduto nella mia famiglia. Anche il Papa ha una famiglia e noi eravamo cinque fratelli, ho sedici nipoti e uno di questi nipoti ha avuto un incidente stradale: è morta la moglie, i due figli piccoli di due anni e pochi mesi l’altro, e lui in questo momento è in stato critico. Ma vi ringrazio tanto, tanto, delle condoglianze e della preghiera”.asinelli

Ma l’udienza è festa e salutando i fedeli il Papa ha rivolto un pensiero speciale ad una famiglia in pellegrinaggio a dorso di asino. Non sono entrati in aula, ma i due asinelli che all’ombra del Colleggio Teutonico aspettavano di essere raggiunti dai loro compagni di viaggio erano davvero una immagine insolita in Vaticano.

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