Il papa: un dialogo senza ambiguità tra la Chiesa e la società

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Il conflitto tra presente e tradizione che nella cultura portoghese si vive quasi con violenza nella società, la ricerca della verità, il ruolo della Chiesa con la “sapienza” che fa parte del suo patrimonio, la ricerca della verità , e il dialogo “senza ambiguità e rispettoso” come priorità cui la Chiesa non vuole sottrarsi. Il papa parla ai 1400 rappresentanti del mondo della cultura riuniti nel Centro Culturale di Belém a Lisbona nel suo secondo giorno in Portogallo. Nel pomeriggio sarà a Fatima, ma intanto è alla società civile che propone un nuovo patto di collaborazione con la Chiesa. “La dinamica della società assolutizza il presente, staccandolo dal patrimonio culturale del passato e senza l’intenzione di delineare un futuro.” Questa l’analisi del papa che però vede chiara la linea dello scontro “con la forte tradizione culturale del Popolo portoghese, profondamente segnata dal millenario influsso del cristianesimo e con un senso di responsabilità globale”.

L’ avventura missionaria che partiva per molti proprio da Lisbona, dal fiume Tago, dalla Torre di Belém a due passi dal palazzo dove Benedetto parla agli uomini di oggi, quella avventura era ispirata “dall’ideale cristiano dell’universalità e della fraternità” anche se “gli influssi dell’illuminismo e del laicismo si erano fatti sentire.” Una tradizione che in Portogallo come altrove è la “ sapienza” della Chiesa, un senso della storia, spiega il papa. Oggi la Chiesa appare come “la grande paladina di una sana ed alta tradizione, il cui ricco contributo colloca al servizio della società; questa continua a rispettarne e apprezzarne il servizio per il bene comune, ma si allontana dalla citata «sapienza» che fa parte del suo patrimonio.” Ecco dove nasce il conflitto tra tradizione e presente che diventa crisi della verità. E “un popolo, che smette di sapere quale sia la propria verità, finisce perduto nei labirinti del tempo e della storia, privo di valori chiaramente definiti e senza grandi scopi chiaramente enunciati.”

Per questo il papa chiede a tutti uno “sforzo di apprendimento da fare circa la forma in cui la Chiesa si situa nel mondo, aiutando la società a capire che l’annuncio della verità è un servizio che Essa offre alla società, aprendo nuovi orizzonti di futuro, di grandezza e dignità.” Tornano i temi cari a Benedetto XVI di verità e libertà, di annuncio e fedeltà. Il papa sente profondamente il dramma del popolo portoghese che dopo secoli di cristianesimo vivo e presente nella società, viene trascinato ora nel “tentativo di trovare la verità al di fuori di Gesù Cristo”. E la Chiesa però ama il dialogo, anzi addirittura dice il papa “la convivenza della Chiesa, nella sua ferma adesione al carattere perenne della verità, con il rispetto per altre «verità», o con la verità degli altri, è un apprendistato che la Chiesa stessa sta facendo. In questo rispetto dialogante si possono aprire nuove porte alla trasmissione della verità.”

Certo, il dialogo deve essere “senza ambiguità e rispettoso delle parti in esso coinvolte è oggi una priorità nel mondo, alla quale la Chiesa non intende sottrarsi.” Benedetto ricorda la partecipazione della Santa Sede ad organismi come il Centro Nordsud del Consiglio dell’Europa, istituito 20 anni fa a Lisbona, “che ha come pietra angolare il dialogo interculturale allo scopo di promuovere la cooperazione fra l’Europa, il sud del Mediterraneo e l’Africa e di costruire una cittadinanza mondiale fondata sui diritti umani e le responsabilità dei cittadini, indipendentemente dalla loro origine etnica e appartenenza politica, e rispettosa delle credenze religiose.”

L’ arricchimento reciproco per il papa viene dalla collaborazione per arrivare al bene e al bello , e oggi si vive “un’ora che richiede il meglio delle nostre forze, audacia profetica, rinnovata capacità per «additare nuovi mondi al mondo»” dice il papa citando Luigi di Camões. E Benedetto ripropone l’ insegnamento del Vaticano II nel quale “la Chiesa, partendo da una rinnovata consapevolezza della tradizione cattolica, prende sul serio e discerne, trasfigura e supera le critiche che sono alla base delle forze che hanno caratterizzato la modernità, ossia la Riforma e l’Illuminismo. Così da sé stessa la Chiesa accoglieva e ricreava il meglio delle istanze della modernità, da un lato superandole e, dall’altro evitando i suoi errori e vicoli senza uscita. L’evento conciliare ha messo i presupposti per un autentico rinnovamento cattolico e per una nuova civiltà– la «civiltà dell’amore» – come servizio evangelico all’uomo e alla società.”

Il saluto del papa è un invito agli artisti, agli uomini di cultura e a tutto il popolo portoghese: “Fate cose belle, ma soprattutto fate diventare le vostre vite luoghi di bellezza”. Il papa, che al suo arrivo è stato accolto da una entusiasmante standing ovation, è stato poi lungamente applaudito al termine del suo discorso. Commovente il saluto di Emanuel de Oliveira, classe 1908.

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