Testimoni digitali: una sera nella Cappella Sistina

Condividi su...

Il medium più interessante di cui si parla nel convegno della Cei “Testimoni digitali” è quello meno digitale in assoluto. Ma anche il più ricco di contenuti. La Cappella Sistina. A dispetto dei Fb, dei Twitter e degli IPhone posti al centro di un dibattito a volte un po’stantio, la vera novità è appunto la teologia per immagini che Michelangelo Buonarroti, Sandro Botticelli, Pietro Perugino, Pinturicchio, Domenico Ghirlandaio, Luca Signorelli, Piero di Cosimo e altri hanno fissato per sempre nelle pareti della cappella privata dei papi del rinascimento. Giovedì sera, alla fine della prima giornata del convegno, i delegati delle comunicazioni delle diocesi italiane hanno visitato lo scrigno comunicativo più famoso della cristianità. E se il convengo soprattutto è stato un luogo di incontro piuttosto che di apprendimento, la Sistina ha offerto una “esperienza immersiva”.

La teologia del corpo di cui parlava Giovanni Paolo II si unisce alla leggerezza e al dettaglio delle opere dei maestri del ‘400 e permette quello che i medi a oggi non offrono: l’occasione di riflettere. La frammentaria velocità del pensiero moderno, la superficialità del contatto tra persone che sempre più diventano “maschere”, rischia di mettere in crisi la Chiesa per la ricerca dell’ omologazione. La Chiesa rimane “nel mondo , ma non del mondo”. Usare i linguaggi e i mezzi espressivi del mondo è certo una ovvia banalità. Non si questo quindi dovremmo riflettere. Certo che per comunicare il messaggio del Vangelo, la fede, la Verità si devono usare internet o la tv o You tube che sia. Ma la domanda da porsi è: cosa comunicare? Appunto il Vangelo. Ma per farlo occorre conoscerlo. Non si comunica ciò che non si conosce e si è compreso. Del resto è anche profondamente vero che nella Chiesa, e non solo a dire il vero, c’è ancora una ancestrale paura di ciò che è nuovo, non del tutto definito, in evoluzione. Anche nel mondo accademico laico ad esempio si guarda spesso ai media elettronici come ad un demone che tenta di succhiare l’ anima stessa del sapere. Anche Michelangelo dovette lottare a lungo contro una mentalità banale a paurosa che non capì la forza del racconto teologico del Giudizio Universale nella sua violenta fisicità. Ma il tempo gli diede ragione. Ed oggi, anche dopo che la sua tecnica potente è “passata di moda” quello che resta è un racconto, un messaggio che comunica la fede. Testimoni, dunque, senza paura della digitalizzazione che è solo uno dei molti mezzi che l’ uomo trova per comunicare e di cui non si deve avere paura, ma che vanno riempiti di senso non per “essere al passo con i tempi “, ma per anticiparli.

Free Webcam Girls
151.11.48.50