Bendetto XVI verso Malta: “La Chiesa ferita dai suoi peccati”. Poi l’accoglienza in festa

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Che questo viaggio a Malta di Benedetto XVI sarà ricordato come il primo viaggio dopo l’“attacco pedofilia” è sicuro. Così come è sicura e vissuta la gioia che gli abitanti dell’isola che fu approdo per San Paolo stanno tributando al papa. Scongiurate le proteste che si preannunciavano alla vigilia – risolte in piccoli atti di teppismo nei confronti di striscioni e manifesti – rimane la festa dei bambini e dei giovani che all’arrivo della papamobile hanno cantato “Tanti auguri a te” e hanno sventolato striscioni con su scritto “Welcome, Holy Father”.

Prima del decollo ai giornalisti a bordo dell’aereo che lo ha portato alla Valletta il papa aveva detto: “So che Malta ama Cristo e ama la sua Chiesa che è il suo corpo, e sa che anche se questo corpo è ferito dai nostri peccati il Signore tuttavia ama questa Chiesa e il suo Vangelo è la vera forza che purifica e guarisce”.
Nessun esplicito riferimento alla piaga degli abusi, da parte del papa, ma una sicura intenzione di citarli, così come confermano le agenzie di stampa, citando dichiarazioni di Padre Federico Lombardi, portavoce vaticano. Niente di ufficiale, ma pare che il papa incontrerà le vittime degli abusi compiuti da sacerdoti e religiosi, che tuttavia saranno ascoltate anche dal procuratore di giustizia ecclesiastico il prossimo giugno.
Sull’aereo il Papa ha accennato ad un altro tema che gli sta a cuore visitando l’isola: “Malta è il punto dove le correnti dei profughi arrivano dall’Africa e bussano alle porte dell’Europa. E questo è un grande problema del nostro tempo e naturalmente non può essere risolto dall’isola di Malta ma tutti dobbiamo rispondere a questa sfida” affinché “tutti possano nella propria terra vivere una vita dignitosa e dall’altra parte fare il possibile affinchè questi profughi dove arrivano trovino in ogni caso una spazio di vita dignitosa”.

Benedetto XVI è arrivato alle 17 all’aeroporto internazionale di Luqa a Malta, circa un’ora e mezza dopo essere partito da Fiumicino. Ad accoglierlo  il presidente della Repubblica, George Abela, con la moglie, e il presidente della conferenza episcopale maltese, monsignor Paul Cremona. “Santo Padre, il nostro inno è una preghiera”: sono state le prime parole rivolte al Papa da Abela. Mentre il Papa, nel suo primo intervento già all’aeroporto, ha chiesto ai fedeli che lo hanno accolto che “Malta sia un baluardo per la difesa dei valori cristiani in un’Europa sempre più secolarizzata”.

L’evento centrale di oggi pomeriggio è stata la visita alla Grotta di San Paolo: un piccolo anfratto roccioso, oggi sormontato da una chiesa, che la tradizione ricorda e conserva come il luogo dove l’Apostolo visse a Malta prima di ripartire per Roma. Numerosi i giornalisti stranieri – circa 200 quelli accreditati – anche se la nube di cenere del vulcano islandese, che ha provocato la cancellazione di migliaia di voli internazionali, ha costretto molti cronisti della visita papale a ritardare l’arrivo o a cercare alternative.

Importanti le misure di sicurezza disposte all’arrivo, con 2.000 uomini schierati sull’isola, tra esercito e forze dell’ordine, anche per le probabili, almeno alla vigilia, contestazioni collegate allo scandalo sulla pedofilia.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato a Benedetto XVI un messaggio alla vigilia della partenza per augurargli “pieno successo” del viaggio a Malta.

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