Alzati Africa! I padri sinodali chiedono al mondo di trattare l’Africa con rispetto e dignità

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Un messaggio molto chiaro, semplice e diretto. La Seconda Assemblea straordinaria per l’ Africa del Sinodo dei vescovi è ormai finita. Pubblicato il Messaggio ora non resta che leggere le proposte che i padri sinodali faranno al papa e poi domenica con la Messa in San Pietro si chiude il lavoro assembleare. Ma il Sinodo continua. Non solo per il papa che dovrà preparare un documento, ma soprattutto per la Chiesa e la società africana. A partire dalla realtà. “L’Africa è ricca di risorse umane e naturali, ma molti del nostro popolo sono lasciati a dibattersi nella povertà e nella miseria, in guerre e conflitti, fra crisi e caos” scrivono i padri e lo dicono a tutto il mondo. E poi, con un moto di sano orgoglio aggiungono: “Ci sono molte buone notizie in diverse parti dell’Africa. Ma i mezzi di comunicazione moderna spesso prediligono le cattive notizie e sembrano concentrarsi sulle nostre disgrazie e difetti, piuttosto che sugli sforzi positivi che stiamo compiendo.”

Il tema del Sinodo è stato la riconciliazione. Un tema difficili per un paese segnato dai conflitti ma “Il vero perdono promuove la giustizia del pentimento e della riparazione, che conducono a una pace che va alle radici del conflitto.” I vescovi del Sinodo chiedono ai poteri del mondo di trattare “l’Africa con rispetto e dignità.” Perchè “L’Africa da tempo reclama un cambiamento nell’ordine economico mondiale a riguardo delle strutture ingiuste accumulatesi pesantemente su di essa. La recente turbolenza nel mondo finanziario mostra il bisogno di un radicale cambiamento di regole. Ma sarebbe una tragedia se le modifiche fossero fatte solo negli interessi dei ricchi ed ancora a discapito dei poveri. Molti dei conflitti, guerre e povertà dell’Africa derivano principalmente da queste strutture ingiuste.

Un cambiamento è richiesto circa il debito che pesa sui paesi poveri, uccidendo letteralmente i bambini. Le società multinazionali devono cessare la devastazione criminale dell’ambiente per il loro ingordo sfruttamento delle risorse naturali. È una politica miope quella di fomentare guerre per ottenere profitti rapidi dal caos, al prezzo di vite umane e di sangue. E’ possibile che nessuno sia capace e voglia interrompere questi crimini contro l’umanità?” I vescovi si sono promessi di lavorare con maggiore cooperazione e “Un’area importante dove una tale cooperazione nazionale e coesione sono molto utili è nei mezzi di comunicazione.” Inoltre, si legge nel messaggio finale “le nostre diocesi devono essere modelli di buon governo, di trasparenza e di buona gestione finanziaria. Dobbiamo continuare a fare del nostro meglio per combattere la povertà, grande ostacolo alla pace e alla riconciliazione. Qui i suggerimenti per creare programmi di micro finanza meritano un’attenzione particolare.” Un modello da mostrare agli altri .

Vocazioni, vita sacerdotale, famigli e donne devono esser il centro dell’ attenzione della Chiesa e i primi collaboratori per un nuovo progetto di società che non annulli l’ africanità ma la renda santa, a cominciare dai politici. “L’Africa ha bisogno di santi in rilevanti uffici politici: politici santi che sgombreranno il continente dalla corruzione, che lavoreranno per il bene della gente e che sapranno come galvanizzare altri uomini e donne di buona volontà al di fuori della Chiesa ad unirsi contro i mali comuni che assillano le nostre nazioni. Molti cattolici in posizioni di prestigio deplorevolmente non hanno corrisposto adeguatamente all’esercizio delle loro cariche.”

Un tema difficili ma necessario da affrontare poi quello della diffusione dell’ Aids. Eppure “La Chiesa non è seconda a nessuno nella lotta contro l’HIV/AIDS e nella cura delle persone infette e contagiate da esso. Con il Santo Padre Benedetto XVI, questo Sinodo avverte che il problema non può essere superato con la distribuzione di profilattici. Chiediamo a tutti coloro che sono genuinamente interessati ad arrestare la trasmissione sessuale dell’HIV/AIDS di riconoscere il successo già ottenuto dai programmi che consigliano l’astinenza tra i non sposati e la fedeltà tra gli sposati.” La sfida per l’ Africa è “dare ai propri figli un degno livello di condizioni di vita” perché purtroppo “la situazione in parecchi paesi resta molto vergognosa, in Somalia, nei Grandi Laghi, nell’Uganda settentrionale, nel Sudan meridionale, nel Darfur, in Guinea Conakry ed in altri luoghi. Qualunque sia l’incidenza di interessi stranieri, c’è sempre la vergognosa e tragica collusione dei leader locali: politici che tradiscono e svendono le loro nazioni.”

La soluzione è da cercare tramite il dialogo tra religioni, e la unione delle forze spirituali, stando attenti al fanatismo religioso che “ è causa di rovina in molte parti dell’Africa.” Collaborazione e dialogo sono realtà in molte parti del paese e “La libertà di religione comprende anche la libertà di condividere la propria fede, di proporla, non di imporla, di accettare e accogliere coloro che si convertono. Quelle nazioni che per legge proibiscono ai loro cittadini di abbracciare la fede cristiana privano i loro cittadini del diritto umano fondamentale di decidere liberamente sul credo da abbracciare. Questo Sinodo denuncia tale restrizione di libertà perché sovverte un dialogo sincero e frustra un’autentica collaborazione. Poiché i cristiani che decidono di cambiare la loro religione sono ben accolti tra le fila mussulmane, ci deve essere reciprocità in questo campo. Il rispetto reciproco è la strada da percorrere”.

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