Gerusalemme, in marcia per la pace

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Si è conclusa sabato 17 ottobre la marcia della pace Perugia-Assisi a Gerusalemme iniziata lo scorso 10 ottobre e che ha visto la partecipazione di quattrocento italiani. Semplici cittadini, giovani, studenti e insegnanti, sportivi e artisti, giornalisti, amministratori locali e rappresentanti di associazioni sono andati a Gerusalemme, in Israele e nei territori palestinesi occupati.

Dalla conclusione della settimana di Marcia emerge l’appello all’Italia agli italiani, all’Europa e agli europei: “Aprite gli occhi! Qui si sta consumando una grave tragedia umana. La Terra Santa è oggi una terra violenta e violentata, intrisa di ingiustizie e soprusi. Israeliani e palestinesi non ce la faranno da soli a ritrovare la via della pace. Questo è il tempo della disperazione che precede altra violenza. Solo l’intervento di un “terzo” attore potrà spezzare la spirale della guerra. Quel “terzo” siamo noi. Noi europei che abbiamo da saldare un immenso debito storico nei confronti di entrambi i popoli. Noi europei che abbiamo un grande interesse vitale a chiudere subito e positivamente questo conflitto prima che diventi impossibile. Non è più il tempo degli appelli. Questo è il tempo delle nostre responsabilità. Il Governo italiano, il Parlamento, le forze politiche, il mondo dell’informazione, gli Enti Locali e la società civile: ciascuno deve fare la propria parte: “Chiediamo all’Italia e all’Europa di esigere l’immediata riapertura della Striscia di Gaza. Gli insediamenti sono una forma di punizione collettiva inumana, illegale e controproducente. Chiediamo ai nostri Governi di ripetere le parole pronunciate all’ONU dal presidente Obama e di operare coerentemente per favorire l’unità dei palestinesi e riportare tutte le parti al tavolo del negoziato finale. Chiediamo al mondo dell’informazione di raccontarla giusta. Continuare a nascondere le ingiustizie e le sofferenze quotidiane di così tante persone ci impedisce di essere all’altezza delle nostre responsabilità”. Questo quanto emerso dall’assemblea dei partecipanti che si è svolta a conclusione dell’iniziativa ha espresso profondo disappunto per il voto contrario espresso dall’Italia, dagli Stati Uniti e da pochi altri sulla risoluzione dell’ONU scaturita dal rapporto ‘Goldstone’. La settimana di marcia si è svolta fra territori palestinesi e Israele. Da Betlemme, Hebron, Bil’in, Birzeit, Jenin, Nablus, villaggi di Swahreh, At Tucani, Artas; Gaza, Nazareth, Haifa, Neve Shalom, Jaffa, Sderot, Galilea e Tel Aviv.

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