La messa del papa a Praga, ricordando San Venceslao. Ai giovani: “Siete la Speranza”

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Nella festa nazionale della Repubblica Ceca il papa celebra la messa nella spianata di Starà Boleslav, di fronte a 50mila persone, soprattutto giovani. Poco prima di recarsi sulla spianata, il papa si era recato nella basilica di San Venceslao, per venerare la reliquia dell’”Eterno principe dei cechi” e incontrare i canonici.


Terzo giorno di visita apostolica, memoria liturgica del Santo Patrono della nazione, che, come ricorda Benedetto XVI, “invita a seguire sempre e fedelmente Cristo, ci invita ad essere santi. Egli stesso è modello di santità per tutti, specialmente per quanti guidano le sorti delle comunità e dei popoli”. Questo appello vale per tutti, ma per i giovani, “speranza” della Chiesa, ancora di più. Il papa, in un messaggio dedicato in particolare a loro, invita a curare la formazione, a prendersi carico della famiglia cristiana e della vocazione ministeriale. E ancora una vola invita alla prossima GMG di Madrid, nel 2011.

E’ la prima volta che la festa nazionale avviene alla presenza del Pontefice. E il papa coglie il momento, e partendo dall’esempio del patrono San Venceslao, invita alla riflessione: “Ma ci chiediamo: ai nostri giorni la santità è ancora attuale? O non è piuttosto un tema poco attraente ed importante? Non si ricercano oggi più il successo e la gloria degli uomini? Quanto dura, però, e quanto vale il successo terreno?”.

“Chi ha negato e continua a negare Dio e, di conseguenza, non rispetta l’uomo, – spiega il papa – sembra avere vita facile e conseguire un successo materiale. Ma basta scrostare la superficie per costatare che, in queste persone, c’è tristezza e insoddisfazione. Solo chi conserva nel cuore il santo “timore di Dio” ha fiducia anche nell’uomo e spende la sua esistenza per costruire un mondo più giusto e fraterno. C’è oggi bisogno di persone che siano “credenti” e “credibili”, pronte a diffondere in ogni ambito della società quei principi e ideali cristiani ai quali si ispira la loro azione. Questa è la santità, vocazione universale di tutti i  battezzati, che spinge a compiere il proprio dovere con fedeltà e coraggio, guardando non al proprio interesse egoistico, bensì al bene comune, e ricercando in ogni momento la volontà divina.”
Il papa invita alla coerenza, senza mezzi termini e senza sconti. Ecco perché, l’”esempio” dei grandi santi e delle grandi sante, “incoraggia chi si dice cristiano ad essere credibile, cioè coerente con i principi e la fede che professa.”
“Non basta infatti – aggiunge il papa – apparire buoni ed onesti; occorre esserlo realmente. E buono ed onesto è colui che non copre con il suo io la luce di Dio, non mette davanti se stesso, ma lascia trasparire Dio.”

San Venceslao, è un esempio di questi, perché “ebbe il coraggio di anteporre il regno dei cieli al fascino del potere terreno.”
“Il suo sguardo – spiega il papa – non si staccò mai da Gesù Cristo, il quale patì per noi, lasciandoci un esempio, perché ne seguiamo le orme”.
“Quale docile discepolo del Signore, – ha continuato il papa  – il giovane sovrano Venceslao si mantenne fedele agli insegnamenti evangelici che gli aveva impartito la santa nonna, la martire Ludmilla. Seguendoli, ancor prima di impegnarsi nel costruire una convivenza pacifica all’interno della Patria e con i Paesi confinanti, si adoperò per propagare la fede cristiana, chiamando sacerdoti e costruendo chiese.”
Primo impegno del santo, fu la carità, ha spiegato il papa. “Nella prima “narrazione” paleoslava si legge che “soccorreva i ministri di Dio e abbellì anche molte chiese” e che “beneficava i poveri, vestiva gli ignudi, dava da mangiare agli affamati, accoglieva i pellegrini, proprio come vuole il Vangelo. Non tollerava che si facesse ingiustizia alle vedove, amava tutti gli uomini, poveri o ricchi che fossero”.”

Ma non solo. San Venceslao “Imparò dal Signore ad essere “misericordioso e pietoso”(…)  ed animato da spirito evangelico giunse a perdonare persino il fratello, che aveva attentato alla sua vita.” Ecco perché, ha concluso il papa, “Giustamente (…) lo invocate come “Erede” della vostra Nazione, e, in un canto a voi ben noto, gli domandate di non permettere che essa perisca.”

Al termine della celebrazione un saluto di un giovane. “Ringrazio perché Lei ha trovato il tempo per incontrarci. Lei capisce i giovani e noi siamo pronti ad accettare con fiducia le sue parole. Per noi giovani di questa nazione le sue parole diventano un appello.” Citando il recente viaggio apostolico in Africa, il giovane consegna al papa un fondo per le opere di carità nel continente, insieme ad un libro con le foto dei giovani cechi, scattate durante le ultime GMG.

“Grazie per questa vostra presenza, che mi fa sentire l’entusiasmo e la generosità che sono propri della giovinezza. Con voi anche il Papa si sente giovane!”,  ringrazia il papa, tra gli applausi che si fanno più forti.
“Cari amici, – continua – non è difficile costatare che in ogni giovane c’è un’aspirazione alla felicità, talvolta mescolata ad un senso di inquietudine; un’aspirazione che spesso però l’attuale società dei consumi sfrutta in modo falso e alienante.”
“Occorre invece valutare seriamente – ha aggiunto – l’anelito alla felicità che esige una risposta vera ed esaustiva. Nella vostra età infatti si compiono le prime grandi scelte, capaci di orientare la vita verso il bene o verso il male. Purtroppo non sono pochi i vostri coetanei che si lasciano attrarre da illusori miraggi di paradisi artificiali per ritrovarsi poi in una triste solitudine. Ci sono però anche tanti ragazzi e ragazze che vogliono trasformare, come ha detto il vostro portavoce, la dottrina nell’azione per dare un senso pieno alla loro vita.”

“Il Signore viene incontro a ciascuno di voi. – ha spiegato il papa – Bussa alla porta della vostra libertà e chiede di essere accolto come amico. Vi vuole rendere felici, riempirvi di umanità e di dignità. La fede cristiana è questo: l’incontro con Cristo, Persona viva che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva. E quando il cuore di un giovane si apre ai suoi divini disegni, non fa troppa fatica a riconoscere e seguire la sua voce. Il Signore infatti chiama ciascuno per nome e ad ognuno vuole affidare una specifica missione nella Chiesa e nella società.”
Ecco perché, spiega il papa, i giovani che si preparano al matrimonio, sono chiamati ad un “un vero cammino vocazionale”, per comprendere “seriamente la chiamata divina a costituire una famiglia cristiana e la vostra giovinezza sia il tempo in cui costruire con senso di responsabilità il vostro futuro. La società ha bisogno di famiglie cristiane, di famiglie sante!”
Il papa si rivolge anche ai giovani chiamati al “sacerdozio ministeriale” o alla “vita consacrata”.

“Non esitate a rispondere al suo invito. – ammonisce – In particolare, in quest’Anno Sacerdotale, mi appello a voi, giovani: siate attenti e disponibili alla chiamata di Gesù ad offrire la vita al servizio di Dio e del suo popolo. La Chiesa, anche in questo Paese, ha bisogno di numerosi e santi sacerdoti e di persone totalmente consacrate al servizio di Cristo, Speranza del mondo.”
“Voi, cari giovani, siete la speranza della Chiesa! – continua – Essa attende che voi vi facciate messaggeri della speranza, com’è avvenuto l’anno scorso, in Australia, per la Giornata Mondiale della Gioventù, grande manifestazione di fede giovanile, che ho potuto vivere personalmente e alla quale alcuni di voi hanno preso parte. Molti di più potrete venire a Madrid, nell’agosto 2011. Vi invito fin da ora a questo grande raduno dei giovani con Cristo nella Chiesa.”

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