Lo strappo che non c’è

Panoramica di piazza San Pietro
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Nelle antiche logge affrescate da Raffaello da qualche giorno ci sono più spifferi del solito. Non che la notizia sparata in prima pagina da Vittorio Feltri su “Il Giornale” fosse una novità in Curia e in Cei. Anzi. Qualche tempo fa l’informativa era arrivata in Curia. Qualcuno l’ha cestinata altri hanno considerato che fosse giunta l’ ora di un ricambio. Ma ora è tutto più difficile. A Boffo la gerarchia ecclesiale deve molto.

Ogni giorno telefona al cardinal Ruini, quindi la sua è una posizione forte. Eppure, anche un creatore di polemiche come il direttore dell’ Osservatore Roma Gian Maria Vian, pur esprimendo solidarietà a quello che è stato anche il suo direttore, dice che alcune prese di posizioni sono state ” esagerate”. Come quella di paragonare alla Shoa il dramma dei migranti. Quello che è certo è che prima o poi arriverà la promozione-rimozione per Boffo a super direttore editoriale, con un direttore “semplice” per giornale, radio e tv. Ma non subito.

Ad Avvenire arrivano ogni giorno lettere di fedeli, parroci e associazioni che si lamentano per la moralità di Berlusconi. Boffo ha solo fatto il suo mestiere, spiega qualcuno. Insomma, non è colpa de Il Giornale se Berlusconi non ha cenato con il cardinal Segretario di Stato Tarcisio Bertone. Piuttosto in Vaticano non trovano un unico interlocutore valido di riferimento per trattare le questioni care alla Chiesa. E più che entrare in rotta di collisione con il Governo i vertici diplomatici cercano di trovare una strada di collaborazione.

Il contrasto è anche interno. Da destra c’è chi crede che Berlusconi, Letta e Bertone possano appianare insieme tutte le difficoltà, e da sinistra si vede nell’attuale Governo una Babele da affrontare a colpi di dichiarazioni di principio. In fondo non è successo nulla dice qualcuno Oltretevere, sono le solite scaramucce estive che scoppiano sui giornali. C’è invece chi prevede un inverno di fuoco con una spirale crescente di contrasti violenti. Per alcuni manca anche un vero coordinamento mediatico in Vaticano per cui da una parte si smentisce e dall’altra si annuncia.

Di una cosa però sono certi praticamente tutti. L’operazione Boffo è solo l’inizio. Un fatto che preoccupa i vertici della Segreteria di Stato e Bertone rafforza la sua squadra per prendere saldamente in mano la situazione. Se uno strappo c’è non è certo stato causato dall’iniziativa di Vittorio Feltri quanto piuttosto da mesi di confusione sui temi che la Chiesa ha sempre ritenuto importanti. Immigrazione in testa. Non solo e non tanto per contrasto, ma per coerenza con il “manuale” della Santa Sede: il Vangelo. E lo stesso vale per gli altri temi caldi.

Il vescovo Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, risponde che la presenza della Chiesa nella società “è una presenza qualificante e lo è soprattutto in una società che si considera laica e democratica”. In effetti la cena aquilana era in dubbio da tempo, come l’ incontro di Viterbo tra il papa e il premier. Lo strappo per il Vaticano va ben oltre la condotta morale di Silvio Berlusconi. E’ uno strappo tra Chiesa e società è non è solo italiano. Per questo in Terza Loggia non si ci si preoccupa più di tanto. Si guarda ad altro. Nei prossimi giorni presenterà le sua lettere credenziali al papa il nuovo ambasciatore Usa presso la Santa Sede, il professore cattolico Miguel Humberto Díaz, atterrato a Roma due giorni fa. E in Segreteria di Stato stanno già preparando il discorso sulle priorità comuni: pace sicurezza, lotta alla tratta degli esseri umani, diritti umani, difesa della vita. Il Cavaliere può attendere.

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