“Un’estate straordinaria” per i giovani di Azione Cattolica. Nuova regola spirituale e attenzione alle relazioni

Anche in basilica, a spalle scoperte?
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Nuova “regola spirituale”, attenzione alle relazioni, dinamiche per un dialogo rinnovato, nella società e nella Chiesa. Alla vigilia dei campi nazionali di Azione cattolica, Korazym.org ne parla con Chiara Finocchietti, vice presidente nazionale dell’Ac e responsabile del settore giovani. Da oggi, a Loreto, centinaia di responsabili diocesani del settore giovanile rifletteranno sui nuovi orientamenti che la più antica e radicata Associazione di laici cristiani si è voluta dare. Un appuntamento d’eccellenza all’interno della vasta proposta di campi a livello nazionale, diocesano e parrocchiale, che vedono impegnati migliaia di giovani. Novità più attesa, la “Regola di vita spirituale”, che, secondo la Finocchietti, “consente di fare unità tra tutte le dimensioni della propria vita. Per questo si articola su tre parole, su tre verbi, che indicano la dinamicità: credere, condividere e testimoniare.”

La novità di quest’estate è che i giovani di Azione cattolica si sono voluti dare una nuova “regola spirituale”, un ulteriore tassello nella loro formazione…

“Un tassello che riprende una tradizione di lunga data, che vuole riproporre l’idea della ‘regola di vita spirituale’, uno strumento molto caro all’Associazione. La ‘regola’ vuole essere un modo di fare unità nella propria vita, per viverla secondo lo Spirito. Non parliamo quindi di una ‘regola’ che consente di ‘imparare a pregare’; piuttosto consente di fare unità tra tutte le dimensioni della propria vita. Per questo si articola su tre parole, su tre  verbi, che indicano la dinamicità: credere, condividere e testimoniare. Sono le tre dimensioni fondamentali nella vita di un giovane: la dimensione orante nella preghiera e nella contemplazione, la dimensione della condivisione e delle relazioni, la dimensione della testimonianza”.

La “regola” giunge dopo un lungo cammino, che si è fatto più concreto in quest’ultimo periodo. Il lavoro delle commissioni e poi la partecipazione di tutti i responsabili anche attraverso il seminario romano di qualche mese fa, “A regola d’arte”. Una “regola”, dunque, che non viene dall’alto ma che è stata condivisa con la base associativa…

“Assolutamente sì… Era da tanto tempo che c’era quest’attesa. Quest’anno abbiamo creato una piccola commissione, formata da responsabili di diverse diocesi d’Italia, che ha lavorato ad una prima bozza. Che poi abbiamo condiviso con i responsabili, i ‘vice’ diocesani, nel seminario di fine marzo: un’occasione per riflettere più in generale sulla vita spirituale dei giovani, e poi  condividere, integrare e migliorare la bozza degli appunti. Dopo il seminario sono ancora arrivate altre lettere e sollecitazioni dai responsabili e anche dagli assistenti, che hanno avuto un grande ruolo nella stesura di questa regola. Abbiamo quindi il frutto di un lungo percorso condiviso da tante persone.”

Dopo questo lungo percorso, che riscontri avete avuto circa la vita spirituale dei ragazzi e dei giovani? Da che situazione si parte per giungere ai propositi di questa regola?

“La situazione attuale sarà la base di partenza dei lavori del nostro campo. Il primo dato è che molti giovani, specialmente quelli che non frequentano le nostre parrocchie, ‘i nostri giri’, non conoscono Dio. Semplicemente questo: non sono contro, ma non conoscono. Hanno smarrito quell’alfabeto della libertà, non sanno riconoscere quel di più che il Vangelo può dare alla loro vita. Quindi la regola vuole essere uno strumento semplice ma concreto. Vuole essere missionario, per far nascere domande nei giovani e nei giovanissimi, attraverso domande di vita molto semplici, e attraverso l’analisi degli ambiti di vita. Per coloro invece che fanno già un cammino nell’Azione cattolica vuole essere uno strumento per camminare sulle vie della santità. Non è un caso che i due testi per i giovani e per i giovanissimi, ‘Verso l’alto’ e ‘Con tutto il cuore’, siano stati messi sotto la protezione, rispettivamente, di Pier Giorgio Frassati e di Alberto Marvelli. La meta alla quale vogliamo tendere è vivere una vita piena e felice.”

Una meta alta, quindi… Ma i giovani vanno alla ricerca di un nuovo rapporto con la spiritualità?

“Certo, assolutamente si. In realtà la tensione spirituale è fortissima. Lo vediamo tutti noi e poi viene confermato da tante ricerche sociologiche. E’ un periodo in cui l’incertezza e la precarietà portano i giovani ad avere una tensione spiritualità altissima. La scommessa è, come al solito, riuscire ad incanalare tutto questo per farne un cammino ordinario di fede, di spiritualità e di condivisione con altri giovani.”

Partono i campi nazionali del settore giovani di Azione cattolica… Una estate targata Ac lungo tutta la Penisola: formazione e condivisione in tutta Italia. L’esperienza formativa anche e soprattutto in estate…

“Non c’è dubbio. L’estate è da sempre un tempo straordinario per l’Azione cattolica. Poi quest’estate è un tempo di ‘spiritualità e servizio’ per tutti i giovani, come ha detto Benedetto XVI all’Udienza generale.
In Ac ci saranno i campi nazionali per i vice-presidenti e responsabili diocesani, ma ci saranno tutti i campi parrocchiali e diocesani che si svolgono nelle nostre diocesi. Poi ci saranno due impegni particolari. Quello dell’Abruzzo, perché ci sono tantissimi campi di tantissime parrocchie e diocesi di Ac che stanno andando ad aiutare gli amici colpiti dal terremoto. Poi c’è sempre l’attenzione rivolta alla Terra Santa, con un piccolo gruppo di giovani dell’Ac italiana e dell’Ac rumena, che sono in questi giorni a Betlemme per un campo con 150 bambini, per aiutare nelle attività di Grest. Un’estate direi straordinaria.”

Un’estate che poi proietta al nuovo anno, per arrivare più carichi e più forti. Quali gli spunti del cammino formativo del prossimo anno?

“Il tema del cammino del prossimo anno è incentrato sulle relazioni. Il tema è ‘Lo accolse con gioia’, e riprende la bellissima figura di Zaccheo. Il campo nazionale sarà l’occasione per lanciare la proposta formativa del prossimo anno, tutta incentrata sulle relazioni, tanto che i due testi si chiamano ‘Incontra’ e ‘Passo da te’. Tutto passa poi dal tema della condivisione, un tema carissimo ai giovani”.

Il discorso della condivisione fa pensare subito ad un rinnovato slancio nella società, sicuramente un tassello fondamentale. Ma soprattutto nell’ambito della Chiesa, come si sviluppano le relazioni? Come si conferma o come cambia il ruolo dei giovani dell’Azione cattolica all’interno della Chiesa? Quali sono le dinamiche con le altre realtà e componenti, che confluiscono nelle dinamiche della Pastorale giovanile?

“C’è un rinnovato slancio. Sicuramente con la Pastorale giovanile, ma poi c’è un clima diffuso di profonda collaborazione, soprattutto tra i giovani. Questo è un segnale importantissimo, anche perché la Pastorale giovanile si sta orientando moltissimo sull’attenzione alle fascie di età e alla comunità cristiana, che saranno poi alla base del convegno di Metaponto. Lì saremo presenti e stiamo già dando un contributo che speriamo possa essere utile. C’è un clima di rinnovata comunione e condivisione. Stiamo rinnovando l’attenzione anche su altri fronti. Proprio i campi saranno l’occasione per parlare dell’attenzione alla vita, con il manifesto che abbiamo sottoscritto. Sarà l’occasione di incontrare alcune realtà del giornalismo cattolico, attraverso la presenza del Copercom,. Insomma, mi sembra che il barometro delle relazioni sia molto alto e che il clima sia molto buono.”

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