Papa Francesco: rischiamo di abituarci alla tragedia siriana

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Con il cuore ancora in Medio Oriente il Papa oggi ha inviato un messaggio ai partecipanti all’Incontro di coordinamento tra gli organismi caritativi cattolici che operano nel contesto della crisi siriana. Dopo un anno ci incontriamo di nuovo ma la crisi non è risolta, scrive il Papa “e c’è il rischio di abituarsi ad essa: di dimenticare le vittime quotidiane, le indicibili sofferenze, le migliaia di profughi, tra cui anziani e bambini, che patiscono e a volte muoiono per la fame e le malattie causate dalla guerra. Questa indifferenza fa male! Un’altra volta dobbiamo ripetere il nome della malattia che ci fa tanto male oggi nel mondo: la globalizzazione dell’indifferenza.” Il lavoro degli organismi cattolici, “espressione fedele dell’amore di Dio per i suoi figli che si trovano nell’oppressione e nell’angoscia” deve essere fatto “in comunione con i Pastori e le comunità locali; e questa riunione costituisce un’occasione propizia per individuare opportune forme di collaborazione stabile, nel dialogo tra i diversi soggetti, allo scopo di organizzare sempre meglio i vostri sforzi per sostenere le Chiese locali e tutte le vittime della guerra, senza distinzioni etniche, religiose o sociali.” Ma il Papa vuole soprattutto fare un appello “alle coscienze dei protagonisti del conflitto, delle istituzioni mondiali e dell’opinione pubblica. Tutti siamo consapevoli che il futuro dell’umanità si costruisce con la pace e non con la guerra: la guerra distrugge, uccide, impoverisce popoli e Paesi.

A tutte le parti chiedo che, guardando al bene comune, consentano subito l’opera di assistenza umanitaria e quanto prima facciano tacere le armi e si impegnino a negoziare, mettendo al primo posto il bene della Siria, di tutti i suoi abitanti, anche di quelli che purtroppo hanno dovuto rifugiarsi altrove e che hanno il diritto di ritornare al più presto in patria. Penso in particolare alle care comunità cristiane, volto di una Chiesa che soffre e spera. La loro sopravvivenza in tutto il Medio Oriente è una profonda preoccupazione della Chiesa universale: il Cristianesimo deve poter continuare a vivere là dove sono le sue origini.” Con il suo grazie il Papa aggiunge un affidamento particolare a Maria del popolo siriano e di tutto il Medio Oriente!

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