Papa Francesco: ‘Diventiamo artigiani di pace’

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E’ iniziata con un grazie l’Udienza generale di Papa Francesco, dedicata al viaggio apostolico in Terra Santa: il ringraziamento del Pontefice è andato al Patriarca Latino di Gerusalemme Twal, al clero, ai Francescani della Custodia di Terra Santa – Questi Francescani, ha detto Bergoglio, sono bravi! Il loro lavoro è bellissimo, quello che loro fanno! – e alle Autorità giordane, israeliane e palestinesi.

Il Papa ha ricordato che ‘lo scopo principale’ del pellegrinaggio ‘è stato commemorare il 50° anniversario dello storico incontro tra il Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora’. ‘Quel gesto profetico del Vescovo di Roma e del Patriarca di Costantinopoli – ha aggiunto – ha posto una pietra miliare nel cammino sofferto ma promettente dell’unità di tutti i cristiani, che da allora ha compiuto passi rilevanti. Perciò il mio incontro con Sua Santità Bartolomeo, amato fratello in Cristo, ha rappresentato il momento culminante della visita. Insieme abbiamo pregato presso il Sepolcro di Gesù’.

Lì – ha ammesso Francesco – ‘abbiamo avvertito tutta l’amarezza e la sofferenza delle divisioni che ancora esistono tra i discepoli di Cristo; e davvero questo fa tanto male, male al cuore. Siamo divisi ancora; in quel posto dove è risuonato proprio l’annuncio della Risurrezione, dove Gesù ci dà la vita, ancora noi siamo un po’ divisi. Ma soprattutto, in quella celebrazione carica di reciproca fraternità, di stima e di affetto, abbiamo sentito forte la voce del Buon Pastore Risorto che vuole fare di tutte le sue pecore un solo gregge; abbiamo sentito il desiderio di sanare le ferite ancora aperte e proseguire con tenacia il cammino verso la piena comunione’. Per questo Francesco – come i suoi Predecessori – ha sentito la necessità di chiedere perdono per lo scandalo della separazione, invocando lo Spirito Santo affinchè risani ‘le ferite che noi abbiamo fatto agli altri fratelli. Tutti siamo fratelli in Cristo e col patriarca Bartolomeo siamo amici, fratelli, e abbiamo condiviso la volontà di camminare insieme, fare tutto quello che da oggi possiamo fare: pregare insieme, lavorare insieme per il gregge di Dio, cercare la pace, custodire il creato, tante cose che abbiamo in comune. E come fratelli dobbiamo andare avanti’.

Un altro obiettivo della visita è stato l’incoraggiamento per tutta la regione a camminare sulla via della pace. Ho sentito – ha detto Papa Bergoglio – ‘una grande compassione per i figli di quella Terra che da troppo tempo convivono con la guerra e hanno il diritto di conoscere finalmente giorni di pace!’. I cristiani – ha proseguito – devono ‘lasciarsi ungere con cuore aperto e docile dallo Spirito Santo, per essere sempre più capaci di gesti di umiltà, di fratellanza e di riconciliazione. Lo Spirito permette di assumere questi atteggiamenti nella vita quotidiana, con persone di diverse culture e religioni, e così di diventare artigiani della pace. La pace si fa artigianalmente! Non ci sono industrie di pace, no. Si fa ogni giorno, artigianalmente, e anche col cuore aperto perché venga il dono di Dio. Per questo ho esortato i fedeli cristiani a lasciarsi ungere’.

Il pensiero di Francesco è andato poi alle centinaia di migliaia di profughi ammassati in Giordania. L’impegno verso di loro – è stato l’appello del Papa – ‘merita e richiede il sostegno costante della Comunità internazionale. Sono stato colpito dalla generosità del popolo giordano nel ricevere i profughi, tanti che fuggono dalla guerra, in quella zona. Che il Signore benedica questo popolo accogliente, lo benedica tanto! E noi dobbiamo pregare perché il Signore benedica questa accoglienza e chiedere a tutte le istituzioni internazionali di aiutare questo popolo in questo lavoro di accoglienza che fa’.

Francesco, inoltre, ha rinnovato l’invito a Shimon Peres e Mahmud Abbas ‘ambedue uomini di pace e artefici di pace, a venire in Vaticano a pregare insieme con me per la pace. E per favore, chiedo a voi di non lasciarci soli: voi pregate, pregate tanto perché il Signore ci dia la pace, ci dia la pace in quella Terra benedetta! Conto sulle vostre preghiere. Forte, pregate, in questo tempo, pregate tanto perché venga la pace’.

Concludendo, il Papa ha voluto ribadire che il viaggio in Terra Santa è stato ‘occasione per confermare nella fede le comunità cristiane, che soffrono tanto, ed esprimere la gratitudine di tutta la Chiesa per la presenza dei cristiani in quella zona e in tutto il Medio Oriente. Questi nostri fratelli sono coraggiosi testimoni di speranza e di carità, sale e luce in quella Terra. Con la loro vita di fede e di preghiera e con l’apprezzata attività educativa e assistenziale, essi operano in favore della riconciliazione e del perdono, contribuendo al bene comune della società’.

Il Papa ha voluto portare speranza ma ha ammesso lui stesso di averla ricevuta da ‘fratelli e sorelle che sperano contro ogni speranza, attraverso tante sofferenze, come quelle di chi è fuggito dal proprio Paese a motivo dei conflitti; come quelle di quanti, in diverse parti del mondo, sono discriminati e disprezzati a causa della loro fede in Cristo. Continuiamo a stare loro vicini! Preghiamo per loro e per la pace in Terra Santa e in tutto il Medio Oriente. La preghiera di tutta la Chiesa sostenga anche il cammino verso la piena unità tra i cristiani, perché il mondo creda nell’amore di Dio che in Gesù Cristo è venuto ad abitare in mezzo a noi’.

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