Finanza Vaticana, cambi al vertice della vigilanza

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Cambia il Consiglio Direttivo dell’Autorità di Informazione Finanziaria vaticana. Con una infornata di quattro nomi nuovi, Papa Francesco delinea per l’autorità vaticana un profilo internazionale. I nuovi membri sono: Marc Odendall, svizzero, amministratore di Fondazioni e Consulente Finanziario per il settore filantropico; Joseph Yuvaraj Pillay, presidente del Consiglio dei Consultori del Presidente della Repubblica di Singapore; Juan C. Zarate, statunitense, senior advisor presso il Centro per Studi strategici e internazionali (CSIS) e docente di giurisprudenza ad Harvard; e Maria Bianca Farina, italiana, delegato di Poste Vita e Poste Assicura.   Papa Francesco riempie anche la casella della vicedirezione, che era rimasta vacante dopo la promulgazione del nuovo statuto dell’Autorità. La scelta e’ ricaduta su Tommaso Di Ruzza, nominato ad interim, consigliere giuridico della Santa Sede dal 2005, in forza all’Aif ‎sin dalla sua costituzione, e accreditato tra coloro che hanno maggiormente contribuito alla progressiva riforma della normativa vaticana in materia finanziaria e al suo adeguamento ai parametri internazionali.

La decisione di Papa Francesco segue chiaramente la strada del rafforzamento del profilo internazionale dell’Autorità. Una strada che l’Aif aveva già intrapreso da tempo.

Dopo che nel luglio 2012 il comitato del Consiglio d’Europa MONEYVAL aveva dato una valutazione generalmente positiva del sistema economico/finanziario della Santa Sede/Stato di Città del Vaticano, la Santa Sede ha passo dopo passo costruito il suo peculiare sistema finanziario, rendendolo sempre più aderente agli standard internazionali. E il percorso di riforma dell’Aif è esemplare in questo senso.

Dal 2010, hanno della sua costituzione, il Consiglio direttivo dell’Autorità aveva pressoché mantenuto la stessa composizione. Presidente era il cardinal Attilio Nicora (che da poco ha lasciato il posto al vescovo Giorgio Corbellini), e membri Marcello Condemi (fra gli autori della primissima legge antiriciclaggio vaticana, la CXXVII, poi superata con le riforme del 2012 e del 2013), Giuseppe Dalla Torre (che è presidente del Tribunale Vaticano), Claudio Bianchi e Cesare Testa. A loro si era aggiunto, nel novembre 2012, l’avvocato Francesco De Pasquale, che era stato fino a quel momento direttore dell’Autorità. Direttore era stato nominato invece René Bruelhart, che già era entrato nei ranghi della Santa Sede come consulente ad hoc per l’antiriciclaggio.

Sotto la direzione di Bruelhart e con il decisivo contributo di Di Ruzza, l’Autorità aveva avviato un deciso processo di riforma, inserito nel più ampio quadro istituzionale della Santa Sede/Stato di Città del Vaticano

Seguendo le raccomandazioni di MONEYVAL, i poteri dell’Autorità erano stati puntellati già nel dicembre del 2012, quando due modifiche alla normativa antiriciclaggio avevano dato all’Aif il potere di stipulare protocolli di intesa con analoghe autorità di altri Stati senza dover chiedere il nulla osta della Segreteria di Stato.

Queste due modifiche avevano migliorato la cooperazione internazionale, favorendo l’adesione dell’Aif al gruppo Egmont, l’ombrello sotto il quale si riuniscono le Unità di Informazione Finanziaria nel mondo. L’Aif, da parte sua, ha stipulato anche una serie di protocolli di intesa, i più importanti dei quali possono essere considerati quello con le autorità analoghe tedesca, italiana e statunitense.

Con il motu proprio dell’8 agosto 2013 e con la legge n. XVIII dell’ottobre del 2013, poi, veniva conferito all’Aif, in aggiunta ai poteri già stabiliti, quello della vigilanza prudenziale.

Lo sbocco naturale di queste riforme è stato l’adeguamento dello Statuto dell’Autorità, entrato in vigore lo scorso 21 novembre.

Il nuovo statuto ha istituito un ufficio per la vigilanza prudenziale dotato di necessarie risorse professionali; rafforzato i poteri della direzione dell’autorità; delineato chiaramente il compito del consiglio direttivo dell’Aif, definito come un organismo che definisce gli obiettivi strategici dell’autorità; qualificato il presidente come “presidente del Consiglio direttivo”; e infine inserita la figura del vicedirettore, che coadiuva il direttore nella direzione e controllo dell’attività operativa dell’Aif.

Con la scelta dei membri del nuovo Consiglio direttivo – i quali sono nominati ad quinquennium dal Papa -, Papa Francesco rafforza ulteriormente il profilo internazionale dell’Autorità di Informazione Finanziaria.

Ora, nell’ambito del più ampio processo di riforma della Curia romana, si dovrà valutare in che modo si bilanceranno le esigenze dell’Autorità di avere una maggiore autonomia per svolgere le sue funzioni di vigilanza e supervisione con le competenze ancora da definire della Segreteria per l’Economia. Sullo sfondo, restano l’equilibrio tra la Segreteria per l’Economia e la Segreteria di Stato. Tornando dal viaggio in Israele, Papa Francesco ha sottolineato semplicemente che “il dicastero per l’economia deve lavorare con la Segreteria di Stato”. In che modo questo debba avvenire sarà definito nei prossimi incontri del Consiglio dei Cardinali, a luglio e a settembre.

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