La Cappella Paolina nel Palazzo Apostolico torna all’antico

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Un restauro durato sette anni per il quale sono stati spesi 3.253.196 euro. Ma ne valeva la pena. La Cappella Paolina è una delle cappelle del Palazzo Apostolico vaticano. A pochi passi dalla Sistina, molto più piccola , ma altrettanto riccamente decorata nei secoli custodisce diversi gioielli come la Conversione di Paolo e Crocefissione di Pietro di Michelangelo. Un Michelangelo tadi a dire il vero verso la fine della vita, in crisi personale e piuttosto scontento del lavoro tanto da impiegarci quasi 10 anni. Le tracce si vedono sugli strati di affresco, con ripensamenti e lunghi abbandoni. Ma il risultato finale è magnifico e grandioso.

“Michelangelo, spiega il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci, lavorò in Paolina con faticosa pazienza, per poco meno di dieci anni, dipingendo prima la Caduta e poi la Crocifissione. Aveva ormai settanta anni ed era in cattiva salute. Era uscito spossato dalla immane fatica del Giudizio, lo preoccupava il progetto della cupola di San Pietro, intorno a lui vedeva sparire il suo mondo. Nel 1547 moriva la poetessa Vittoria Colonna l’amica e la confidente degli anni tardi, due anni dopo veniva a mancare Paolo III Farnese, il “suo” papa. Procedendo per “giornate” piccole, da solo, con lunghe interruzioni e molti “pentimenti” nella stesura pittorica, Michelangelo concluse, nel 1550, la sua ultima fatica. È una specie di testamento spirituale, improntato a una vasta mestizia, a un profondo pessimismo. La gamma cromatica e la saldezza plastica delle figure sono ancora quelle del Giudizio ma ancora più forti vi appaiono la tensione drammatica e l’oltranza espressionistica. Si ha l’impressione che il mistero della Grazia misteriosamente offerta a una umanità immeritevole angosci l’anima dell’artista che vive e testimonia, da cristiano, la crisi religiosa della sua epoca divisa e lacerata dalla Riforma.”

La cappella custodisce opere di Sabatini e Zuccari, stucchi e arredi religiosi di pregio artistico e liturgico, come il grane altare di marmo antico che è stato riportato in cappella dopo che negli anni 70 era stato aggiunto un altare per la attuazione della riforma liturgica. In quell’ occasione la cappella era stata rivestita di velluto e moquette con un effetto discutibile. Ora l’ altare è di nuovo al suo posto con un accorgimento in più. E’ scostato di circa un metro dal muro di fondo per permettere la celebrazione verso il popolo. Rinnovate le luci, la sagrestia, l’amplificazione e alcuni arredi grazie alla generosità dei Patrons dei Musei (istituzione nata nel 1992 e ora gestita da padre Mark Haydu dei Legionari di Cristo), ora la cappella è pronta per l’ inaugurazione il 4 luglio. Il papa celebrerà i vespri con canti gregoriani eseguiti da parte del coro della Cappella Sistina. La Paolina resta comunque una cappella privata. Non entra a far parte del circuiti museale e resta a disposizione del papa e della Famiglia Pontificia per celebrazioni e per l’ Adorazione al Sacramento. Per visitarla bisognerà essere invitati.

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