Il Papa e le sue guardie: il giuramento degli Svizzeri

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Avete presente quella bella divisa gialla rossa e blu di stile rinascimentale che indossano le Guardia Svizzere in Piazza San Pietro a fianco al Papa? Non è stata disegnata da Michelangelo, ma Jules Repond comandante della Guardia cento anni fa. E quest’anno il 6 maggio si ricorderà anche questo nei festeggiamenti annuali per il Giuramento delle nuove guardie nel Cortile di san Damaso.

Le trenta reclute insieme alle famiglie sono state ricevute dal Papa questa mattina insieme al resto degli alabardieri, ufficiali e sottufficiali. Un momento solenne e familiare che Papa Francesco ha sottolineato con una riflessione proprio sul tipo di servizio che oggi la Guardia è chiamata a svolgere a 508 anni dalla nascita del corpo militare: “Il contesto sociale ed ecclesiale è molto cambiato da allora: la società è diversa rispetto a quei tempi. Ma il cuore dell’uomo, la sua capacità di essere fedele e coraggioso – acriter et fideliter, recita il vostro motto – è rimasto lo stesso. Il vostro servizio è quindi un’autentica testimonianza, perché esprime concretamente il desiderio di dedicarsi ad un compito importante ed impegnativo.”

Il 6 maggio è la data in cui nel 1527, durante il sacco di Roma, le guardie diedero la vita per salvare il Papa. Una data che ancora oggi segna il cuore dei giovani svizzeri cattolici che vengono a Roma per il servizio. Una città, ha detto loro il Papa, che permette di vivere una esperienza “che vede incontrarsi il tempo e lo spazio in modo particolare: Roma è ricca di innumerevoli monumenti e luoghi storici e artistici che manifestano la grandezza della sua cultura e della sua storia.”

Ma Roma non è solo un museo, “persone di diverse lingue, tradizioni, religioni e culture giungono qui con motivazioni differenti. In questo movimento di storia e di storie personali c’è anche ognuno di voi.” Così come la divisa, colorata e famosa, con i suoi colori che, oltre a ricordare la famiglia di Papa Giulio II che ha voluto e fondato la Guardia “ricordano dedizione, serietà, sicurezza. Identificano un servizio singolare e un passato glorioso.” E dietro la divisa ci sono delle persone. “Ricordate – ha detto il Papa – che non è l’uniforme ma colui che la indossa a dover colpire gli altri per la gentilezza, per lo spirito di accoglienza, per l’atteggiamento di carità verso tutti. Considerate questo anche nei rapporti tra di voi, dando importanza, anche alla vostra vita comunitaria, al condividere i momenti lieti e quelli più difficili, non ignorando chi tra di voi si trova in difficoltà e a volte ha bisogno di un sorriso e di un gesto di incoraggiamento e di amicizia; evitando una distanza negativa che divide tra loro i compagni e che, nella vita di tutte le persone del mondo, può generare disprezzo, emarginazione o razzismo.”

Il grazie del Papa per il servizio delle 110 guardie che compongono il Corpo è anche un invito: “Siate fedeli a quanto avete maturato nel cuore e abbiate in voi la certezza che il Signore è sempre al vostro fianco e sostiene il vostro cammino, specialmente quando il passo si fa stanco e incerto. Lui non ci abbandona mai!”

Il 6 maggio mattina, dopo la consegna delle onoreficenze nel cortile d’ onore del Quartiere svizzero all’interno dello Stato della Città del Vaticano, ci sarà il solenne giuramento nel Cortile del Palazzo Apostolico, San Damaso. Poi la festa continua con la messa nel pomeriggio, mentre oggi si è tenuto il concerto offerto dal cantone ospite Svitto.

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