Santa Caterina da Siena: una guida sicura per l’Europa

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“Niuno Stato si può conservare nella legge civile in stato di grazia senza la santa giustizia”: inizio con questa frase per ricordare il dottore della Chiesa e patrona d’Italia e d’Europa, insieme a Santa Brigida di Svezia e Santa Teresa Benedetta della Croce, Santa Caterina da Siena, (tutte donne!) che è ancora un esempio ed una guida per la società di oggi, facendola una santa contemporanea.

La situazione storica, in cui visse la Santa, non era la più florida, secondo lo storico Franco Cardini, che nel libro ‘I santi nella storia’ ha scritto: “La Francia preda della guerra civile; l’Italia corsa dalle compagnie di ventura e dilaniata dalle lotte intestine; il regno di Napoli travolto dall’incostanza e dalla lussuria della regina Giovanna; Gerusalemme in mano agli infedeli, e i turchi che avanzano in Anatolia mentre i cristiani si facevano guerra tra loro”.

Allora la santa senese, analfabeta, inizia a scrivere al Papa ed ai sovrani dell’epoca le lettere, che sono veri documenti di una realtà che impegna cielo e terra. Nelle sue lettere santa Caterina affronta importanti temi politici: la pacificazione dell’Italia, il ritorno della sede pontificia a Roma e la riforma della Chiesa.

Il 3 ottobre 1970 papa Paolo VI la proclama Dottore della Chiesa: “Come poi non ricordare l’opera intensa, svolta dalla Santa per la riforma della Chiesa? E’ principalmente ai sacri Pastori che essa rivolge le sue esortazioni, disgustata di santo sdegno per l’ignavia di non pochi di loro, fremente per il loro silenzio, mentre il gregge loro affidato andava disperso ed in rovina… E che cosa intendeva essa per rinnovamento e riforma della Chiesa?

Non certamente il sovvertimento delle sue strutture essenziali, la ribellione ai Pastori, la via libera ai carismi personali, le arbitrarie innovazioni nel culto e nella disciplina, come alcuni vorrebbero ai nostri giorni… Fu anche politica la nostra devotissima Vergine? Sì, indubbiamente, ed in forma eccezionale, ma in un senso tutto spirituale della parola…”. Il papa, santo Giovanni Paolo II, nella lettera apostolica del 1 ottobre 1999 la proclama compatrona d’Europa:

“Di poco posteriore è l’altra grande figura di donna, santa Caterina da Siena, il cui ruolo negli sviluppi della storia della Chiesa e nello stesso approfondimento dottrinale del messaggio rivelato ha avuto riconoscimenti significativi, che sono giunti fino all’attribuzione del titolo di dottore della Chiesa… Le sue lettere si diramarono per l’Italia e per l’Europa stessa. La giovane senese entrò infatti con piglio sicuro e parole ardenti nel vivo delle problematiche ecclesiali e sociali della sua epoca.

Instancabile fu l’impegno che Caterina profuse per la soluzione dei molteplici conflitti che laceravano la società del suo tempo. La sua opera pacificatrice raggiunse sovrani europei quali Carlo V di Francia, Carlo di Durazzo, Elisabetta di Ungheria, Ludovico il Grande di Ungheria e di Polonia, Giovanna di Napoli… Caterina tuttavia sapeva bene che a tale conclusione non si poteva efficacemente pervenire, se gli animi non erano stati prima plasmati dal vigore stesso del Vangelo. Di qui l’urgenza della riforma dei costumi, che ella proponeva a tutti, senza eccezione.

Ai re ricordava che non potevano governare come se il regno fosse loro ‘proprietà’: consapevoli di dover rendere conto a Dio della gestione del potere, essi dovevano piuttosto assumere il compito di mantenervi ‘la santa e vera giustizia’, facendosi ‘padri dei poveri’. L’esercizio della sovranità non poteva infatti essere disgiunto da quello della carità, che è insieme anima della vita personale e della responsabilità politica… Cresca, dunque, l’Europa! Cresca come Europa dello spirito, sulla scia della sua storia migliore, che ha proprio nella santità la sua espressione più alta”.

Nel 1374 scrive una lettera a Bernabò Visconti, potente sovrano di Milano, sulla provvisorietà del potere politico, in quanto l’autorità non è potere ma servizio a favore della giustizia e del bene comune ed il governante è responsabile di ciò che ha fatto, non solo davanti agli uomini: “Orsù, padre, vogliate tenere ferma la signoria della città dell’anima vostra; combattete forte con questi tre nemici: togliete il coltello dell’odio e dell’amore amando la virtù, e odiando il vizio; con la mano dell’arbitrio li percotete; e non dubitate. Chè la mano è forte, e il coltello è forte; che come detto è, non è veruno che vel possa tôrre”.

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