Papa Francesco: senza allegria apostolica non si può fondare una Chiesa

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Senza allegria non si può fondare una Chiesa, una vera allegria apostolica. Il Papa lo ha ripetuto ai tenti fedeli brasiliani che hanno affollato la chiesa di Sant’Ignazio di Loyola per la messa celebrata in ringraziamento della canonizzazione equipollente, lo scorso 3 aprile, del gesuita spagnolo-brasiliano José de Anchieta. Nello stesso momento nella chiesa del Gesù vengono ordinati due nuovi sacerdoti gesuiti. Nella breve omelia il Papa ha commentato il passo del Vangelo che racconta come i discepoli non riescano a comprendere la propria gioia per la Risurrezione del Signore. Gesù spiega loro le Scritture. E’ il momento dello stupore, della gioia vera.

E’ il momento dell’antidoto contro il cinismo della facilità del credere in un fantasma. E’ più faicle illudersi che seguire il Risorto. Gesù Risorto invece ci richiama al vero, la sua vittoria sulla morte e sul peccato.

La gente si avvicinava al Signore piena di stupore.  E Pietro rammenta la gioia dell’incontro con il Signore. La Chiesa non cresce tramitte il proselitismo. Cresce con la forza di attrazione dei discepoli di Gesù che irradiano gioia. E’ allegria apostolica.

Con il Papa hanno concelebrato il cardinali brasiliani Odilio Scherer, Damsceno Assis e Braz de Aviz e Hummes.

“Abarebebe” così chiamavano José de Anchieta in Brasile. Nato il 19 marzo 1534 a San Cristóbal de La Laguna, Tenerife, Spagna, fu uno dei gesuiti della prima ora ed è stato eatificato da Papa Giovanni Paolo II nel 1980. E’ considerato Patrono e modello dei catechisti e popolarmente ritenuto il santo patrono del Brasile. Padre José de Anchieta, linguista e missionario, morì il 9 giugno 1597. Il gesuita inoltre è ricordato come difensore degli indigeni brasiliani e viene chiamato  “l’Apostolo del Brasile”.

Le città di São Paulo e Rio de Janeiro lo annoverano tra i loro fondatori. Da molti è considerato il padre della letteratura brasiliana (a lui si deve la prima grammatica della lingua tupi). In Portogallo, dove si era trasferito per motivi di studio, entrò nella Compagnia di Gesù nel 1551 con suo fratello. Anchieta arrivò in Brasile il 13 giugno del 1553 quando non aveva ancora 20 anni e fu pioniere in molte attività non solo religiose. Nel 1577 fu nominato provinciale della Compagnia di Gesù in Brasile. Il processo per la sua beatificazione si aprì nella Capitaneria di Bahia nel 1617. Padre Anchieta quando era in vita era chiamato “abarebebe” (in lingua tupi) e cioè “prete santo volante”. Si ricorda che era sua abitudine percorrere due volte al mese, camminando, il sentiero fra Reritiba e Vitória. Oggi, annualmente, questi 105 chilometri vengono percorsi a piedi da numerosi turisti e pellegrini.

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