Papa Francesco, il traffico degli esseri umani al centro del suo Pontificato

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Lo chiama “offesa alla carne di Cristo”. E sottolinea che forze di polizia e operatori umanitari, specialmente gli operatori della Chiesa cattolica, “possono e devono andare insieme” nel portare l’impegno contro quello che è “un crimine contro l’umanità”. Come sempre quando parla di tratta degli esseri umani o moderna schiavitù, Francesco è tranchant. Davanti a lui ci sono i partecipanti al convegno su tratta degli esseri umani e moderna schiavitù, organizzato dalla Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles. Operatori di polizia, membri della Chiesa, due cardinali (il padrone di casa Vincent Nichols, il cardinale nigeriano Onayiekan), una attrice, Mira Sorvino, che ha legato il suo impegno alla lotta contro il traffico degli esseri umani e ad una serie tv intitolata proprio “Human Trafficking”. E poi, Papa Francesco, che in questo anno di pontificato non ha mancato di fare menzione del fenomeno ogni qual volta ce ne fosse occasione.

Quello della tratta delle persone è un fenomeno di cui sono vittime quasi due milioni e mezzo di persone. Secondo recenti stime dell’Organizzazione internazionale del lavoro, tale fenomeno porta nelle casse della criminalità 32 miliardi di dollari l’anno.

Si potrebbe dire che la lotta contro il traffico degli esseri umani sia la sollecitudine diplomatica vera e profonda del pontificato. Senz’altro, la maggiore sollecitudine diplomatica. Quando si parla di diplomazia, Papa Francesco preferisce rimanere vago, delineare la necessità di una “cultura dell’incontro”, e allo stesso tempo chiedere con forza la pace, da raggiungere con la forza della preghiera (e infatti gli appelli incessanti per la pace in Siria hanno trovato il momento più importante nella giornata di digiuno e preghiera indetta per la Siria) più che con l’impegno diplomatico tout court.

Però Papa Francesco usa il suo peso diplomatico per mettere in luce il dramma della tratta degli esseri umani. Lo ha fatto in maniera formale e informale, in discorsi agli ambasciatori così come in frasi pronunciate a braccio, lo ha voluto inserire negli ‘statements’ diplomatici ogni volta che ce ne fosse stata occasione. L’ultima, nel comunicato diffuso al termine della visita del presidente USA Barack Obama in Siria.

Quando a Casina Pio IV, lo scorso novembre, la Pontificia Accademia delle Scienze prese in parola l’impegno del Papa e organizzò un convegno internazionale sul tema del traffico degli esseri umani, si era ventilata persino l’ipotesi di un documento papale, magari una enciclica, tutto dedicato al fenomeno. Ma nessuno sa se in questo momento quel documento sia in preparazione.

Gli scorsi giorni, sempre a Casina Pio IV, le conferenze episcopali di Inghilterra e Galles hanno voluto dare seguito a questo impegno ospitando lì la conferenza internazionale che ormai da tre anni mette insieme Chiesa britannica e forze di polizia. D’altronde, la Gran Bretagna è in prima fila nella lotta al traffico degli esseri umani, e già nel 2010, con un atto del Parlamento, ha istituito il 18 ottobre come “giornata contro la moderna schiavitù.

 “Sono qui riunite – ha detto Papa Francesco – autorità di polizia, impegnate soprattutto a contrastare questo triste fenomeno con gli strumenti e il rigore della legge; e insieme operatori umanitari, il cui compito principale è di offrire accoglienza, calore umano e possibilità  di riscatto alle vittime”.

Si tratta di due approcci diversi, sottolinea il Papa. Ma – afferma – “dialogare e confrontarsi a partire da questi due approcci complementari è molto importante. Per questo motivo incontri come questo sono di grande utilità , direi necessari”.

Durante la conferenza, il cardinal Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster ha sottolineato come la collaborazione tra religiose e polizia metropolitana a Londra diretta a combattere il traffico degli esseri umani ha rivestito un ruolo di grande importanza in questi ultimi anni e ha dato ottimi frutti. Si tratta dunque di un’esperienza che si auspica possa essere messa in pratica anche negli altri Paesi.

Forse Papa Francesco pensava proprio a questo tipo di esperienze quando parlava di maggiore collaborazione tra Chiesa e forze di polizia. Il Papa ha poi usato parole durissime per definire la tratta degli esseri umani. “La tratta di esseri umani è una piaga nel corpo dell`umanità contemporanea, una piaga nella carne di Cristo. E` un delitto contro l`umanità. Il fatto di trovarci qui, per unire i nostri sforzi, significa che vogliamo che le strategie e le competenze siano accompagnate e rafforzate dalla compassione evangelica, dalla prossimità agli uomini e alle donne che sono vittime di questo crimine”.

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