Papa Francesco: le vocazioni religiose non devono essere scambiate per volontariato

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Papa Francesco riceve i partecipanti al Capitolo dei Salesiani che hanno appena eletto il nuovo rettore maggiore Ángel Fernández Artime, amico dai tempi in cui lavoravano insieme a Buenos Aires, del cardinale Bergoglio

“Don Bosco- ha detto il Papa-  con il suo motto: “Da mihi animas, cetera tolle” e il suo programma di lavoro e temperanza che fa superara la tentazione della mondanità spirituale. “Occorre preparare i giovani a lavorare nella società secondo lo spirito del Vangelo, come operatori di giustizia e di pace, e a vivere da protagonisti nella Chiesa” ha detto il Papa e ha ricordato l’importanza della dimensione vocazionale. “A volte- ha detto il Papa- la vocazione alla vita consacrata viene confusa con una scelta di volontariato, e questa visione distorta non fa bene agli Istituti. Il prossimo anno 2015, dedicato alla vita consacrata, sarà un’occasione favorevole per presentare ai giovani la sua bellezza.”

E ha proseguito il Papa : “Bisogna evitare in ogni caso visioni parziali, per non suscitare risposte vocazionali fragili e sorrette da motivazioni deboli. Le vocazioni apostoliche sono ordinariamente frutto di una buona pastorale giovanile. La cura delle vocazioni richiede attenzioni specifiche: anzitutto la preghiera, poi attività proprie, percorsi personalizzati, il coraggio della proposta, l’accompagnamento, il coinvolgimento delle famiglie. La geografia vocazionale è cambiata e sta cambiando, e questo significa nuove esigenze per la formazione, l’accompagnamento e il discernimento.”

Lavorar con i giovani dice il Papa significa avere a che fare con “il mondo della esclusione giovanile. Pensiamo alla vasta realtà della disoccupazione, con tante conseguenze negative. Pensiamo alle dipendenze, che purtroppo sono molteplici, ma derivano dalla comune radice di una mancanza di amore vero. Andare incontro ai giovani emarginati richiede coraggio, maturità umana e molta preghiera. Ci può essere il rischio di lasciarsi prendere dall’entusiasmo, inviando su tali frontiere persone di buona volontà, ma non adatte. Perciò è necessario un attento discernimento e un costante accompagnamento.”

 

Infine un pensiero per la vita di comunità a volte attraversata da “tensioni, con il rischio dell’individualismo e della dispersione, mentre c’è bisogno di comunicazione profonda e di relazioni autentiche.”  E Papa dice che la “forza umanizzante del Vangelo è testimoniata dalla fraternità vissuta in comunità, fatta di accoglienza, rispetto, aiuto reciproco, comprensione, cortesia, perdono e gioia.”

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