Il Papa: ‘Abbandoniamo la cecità e apriamoci alla luce della fede’

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Prende spunto dalla guarigione del cieco nato la riflessione che Papa Francesco ha offerto ai fedeli in occasione della recita dell’Angelus. Il Pontefice sottolinea come il racconto evangelico si apra ‘con un cieco che comincia a vedere’ e si chiuda ‘con dei presunti vedenti che continuano a rimanere ciechi nell’anima’. Il cieco guarito da Gesù – aggiunge Francesco – non riacquista solo la vista ma ‘approda alla fede, e questa è la grazia più grande che gli viene fatta da Gesù: non solo di vedere, ma di conoscere Lui, che è la luce del mondo’.

Al cieco fanno da contraltare i farisei che – ribadisce Papa Bergoglio – ‘sprofondano sempre più nella cecità interiore. Chiusi nella loro presunzione, credono di avere già la luce; per questo non si aprono alla verità di Gesù. Essi fanno di tutto per negare l’evidenza La loro chiusura alla luce diventa aggressiva e sfocia nell’espulsione dal tempio dell’uomo guarito’. La guarigione del cieco, invece, non è immediata ma è ‘un percorso a tappe, che parte dalla conoscenza del nome di Gesù. Non conosce altro di Lui; infatti dice: L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi. A seguito delle incalzanti domande dei farisei, lo considera dapprima un profeta e poi un uomo vicino a Dio . Dopo che è stato allontanato dal tempio, Gesù lo trova di nuovo e gli apre gli occhi per la seconda volta, rivelandogli la propria identità. A questo punto colui che era stato cieco esclama: Credo, Signore!, e si prostra davanti a Gesù’.

Il Papa ripercorre l’episodio passo dopo passo per spiegare che anche ‘la nostra vita a volte è simile a quella del cieco che si è aperto alla luce, a Dio e alla sua grazia. A volte purtroppo è un po’ come quella dei farisei: dall’alto del nostro orgoglio giudichiamo gli altri, e perfino il Signore!’. Di fronte a questo racconto – è l’incoraggiamento di Papa Francesco secondo il quale qui viene messo in risalto ‘tutto il dramma della cecità interiore, anche la nostra’ – tutti ‘siamo invitati ad aprirci alla luce di Cristo per portare frutto nella nostra vita, per eliminare i comportamenti che non sono cristiani, tutti siamo cristiani ma abbiamo anche comportamenti che non sono cristiani, che sono peccati e dobbiamo pentirci per camminare decisamente sulla via della santità. Essa ha la sua origine nel Battesimo. Anche noi infatti siamo stati illuminati da Cristo nel Battesimo, affinché, come ci ricorda san Paolo, possiamo comportarci come figli della luce, con umiltà, pazienza, misericordia’.

Rivolgendosi ai fedeli, parlando a braccio, il Papa ha lanciato una proposta: ‘Quando tornate a casa – è stato l’invito di Francesco – leggete questo brano, vi farà bene perchè vedrete la strada dalla cecità alla luce e la strada verso la cecità più profonda. E domandiamoci che cuore abbiamo. Aperto o chiuso verso Dio e il prossimo? Sempre abbiamo in noi qualche chiusura nata dal peccato, ma non abbiamo paura apriamoci alla luce del Signore che ci aspetta sempre per farci vedere meglio e perdonarci. Non dimentichiamolo!’.

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