Un anno fa il pellegrino Benedetto saliva sul monte

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Un anno fa si chiudeva in diretta televisiva, trasmessa in tutto il mondo, il portone del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. Una porta si chiudeva plasticamente su un intero pontificato, quello di Benedetto XVI la cui rinuncia – alle 20 di un anno fa – diventava ‘operativa’. Indelebile negli occhi, nella mente e nel cuore di tutti quell’elicottero bianco che si staccava dal suolo vaticano e che, con a bordo il Papa, sorvolava la cupola della Basilica Vaticana per dirigersi a Castel Gandolfo. Lì l’ultimo saluto pubblico di Papa Benedetto XVI ai fedeli. Il pellegrino Benedetto saliva sul monte e si accomiatava augurando una informale ‘buona notte!’.

Benedetto XVI da allora – dalle 20 del 28 febbraio di un anno fa – è Papa emerito, un titolo che mai nessuno prima di lui aveva assunto nella storia della Chiesa Cattolica.

Un pontificato quello ratzingeriano durato poco meno di otto anni, ricco non soltanto di numeri ma anche di significati. Il Papa, ora emerito, ha combattuto su più fronti, forse tre le direttrici principali: la lotta contro il relativismo, quella contro la pedofilia nella Chiesa e la campagna per la trasparenza finanziaria. Battaglie che adesso combatte in prima linea Papa Francesco. Quelle di Papa Benedetto non sono state sortite formali, parole vuote, slogan pubblicitari. Al contrario Joseph Ratzinger ha dimostrato una coerenza fuori dal comune, anteponendo i fatti alle parole. Si ricordino, soltanto per fare due esempi, la modifica in senso più restrittivo delle Normae de gravioribus delictis ed il Motu proprio per la prevenzione ed il contrasto delle attività illegali in campo finanziario e monetario.

Lungo l’arco del suo pontificato Benedetto XVI ha donato ai fedeli tre encicliche (quasi quattro per la verità, visto che buona parte della Lumen Fidei firmata da Francesco è opera di Papa Ratzinger). Quattro le esortazioni apostoliche post sinodali, la trilogia su Gesù di Nazareth firmata sia come Joseph Ratzinger sia come Benedetto XVI. Un Pontefice accusato spesso di essere freddo e distante ma che invece si è dimostrato vicino e aperto al dialogo: prova ne siano la lettera inviata per spiegare il motivo della remissione della scomunica ai Vescovi Lefebvriani e quelle spedite ai cattolici irlandesi e cinesi per esprimere chiedere perdono ai primi ed esprimere vicinanza ai secondi.

Papa Ratzinger ha lavorato alacremente anche sul fronte dell’ecumenismo. Da segnalare, ad esempio, l’impegno profuso per reinserire nella Chiesa Cattolica i cosiddetti ‘anglicani tradizionalisti’. Con la costituzione apostolica Anglicanorum Coetibus, Benedetto XVI apriva le porte di Roma a clero e fedeli anglicani disposti a tornare nel recinto dell’Apostolo Pietro. Molto intenso anche il rapporto con il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. ‘Noi lo onoreremo sempre – commentava infatti Bartolomeo – come caro e fedele amico della nostra Chiesa e fedele servitore della causa sacra dell’unione di tutti’.

Papa Benedetto ha presieduto cinque concistori, nei quali ha creato complessivamente 90 cardinali, provenienti da 37 nazioni diverse. E nonostante l’età avanzata – eletto a 78 anni – Benedetto XVI non ha voluto rinunciare a viaggiare, seguendo le orme dei suoi predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II. Il Papa ha compiuto 24 viaggi apostolici internazionali raggiungendo tutti i continenti: dalla Germania – tre volte – agli Stati Uniti, dal Brasile all’Australia, dalla Turchia alla Terra Santa.

Gli inciampi, le difficoltà, le prove non sono mancate. E Benedetto le ha affrontate senza mai tirarsi indietro. Mettendoci la faccia, in prima persona. Non sottraendosi mai alla responsabilità di guidare la barca di Pietro. Nel libro intervista ‘Luce del Mondo’ il Papa disse che dare le dimissioni era un dovere qualora le forze fossero venute a mancare, ma che non avrebbe mai lasciato in un momento di tempesta. Benedetto ha portato la nave in porto, poi ha ceduto il passo restando però all’interno della Chiesa. La croce è rimasta sulle sue spalle.

Ripercorrere l’intero pontificato di Benedetto XVI in poche righe è un’impresa impossibile. E’ stato un pontificato fecondo, complesso, ricco. Forse non ancora compreso – da nessuno di noi – nella sua totalità. E soprattutto da non ridurre – semplificando – al gesto della rinuncia. Un grande gesto, che però deve essere inserito nel contesto corretto, come l’ultima tessera di un imponente, storico, stupefacente mosaico che Papa Benedetto ha donato con il suo operato e la sua testimonianza alla Chiesa e al suo Successore sulla Cattedra di Pietro.

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