A 60 anni dall’appello dell’Abbé Pierre: accogliere la misericordia di Dio

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Sono trascorsi 60 anni da quando a Parigi l’Abbé Pierre lanciò il suo grido di allarme su Radio Lussemburgo per soccorrere chi moriva per strada in quella terribile invernata del 1954 (nel 1989 è stato realizzato un film con Claudia Cardinale, distribuito dalla San Paolo). L’abbé Pierre, riportano i giornali dell’epoca, ha lanciato un appello per mettere al riparo dal freddo glaciale le persone costrette a dormire per strada:

“Una donna è morta questa notte alle 3, di freddo, sul marciapiede di Boulevard Sébastopol, stringendo tra le mani il documento di sfratto con cui, due giorni prima, era stata messa fuori casa. Ogni notte, sono più di 2000, le persone che dormono nel freddo, in strada, senza tetto, senza cibo…”, scatenando in Francia ‘l’insurrezione della bontà’.

Nell’appello l’Abbé Pierre invitò i cittadini alla mobilitazione per quella emergenza umanitaria: “Amici miei, vi chiedo aiuto… Ascoltatemi: in tre ore sono stati creati due primi centri d’accoglienza: una sotto la tenda ai piedi del Pantheon, in rue de la Montagne Sainte Geneviève; l’altro a Courbevoie. Traboccano già di gente, bisogna aprirne ovunque. Occorre che questa sera stessa, in tutte le città di Francia, in ogni quartiere di Parigi, vengano affissi dei cartelli sotto una luce nella notte, sulla porta di luoghi dove ci siano coperte, paglia, un piatto caldo, e dove si possa leggere sotto questo titolo ‘Centro fraterno di riparo’, queste semplici parole: ‘Tu che soffri, chiunque tu sia, entra, dormi, mangia, riprendi speranza, qui ti amiamo!’.

Le previsioni del meteo annunciano un mese di gelate terribili. Fin quando durerà l’inverno, facciamo sì che questi centri rimangano, davanti ai fratelli che muoiono nella miseria, la sola opinione che deve esistere tra gli uomini: la volontà di rendere impossibile che tutto questo continui. Vi prego, amiamoci abbastanza per fare tutto questo subito. Che tanto dolore ci restituisca questa cosa meravigliosa: l’anima solidale della Francia. Grazie! Ciascuno di noi può venire in aiuto ai senza tetto. Ci occorrono per questa sera, o al più tardi entro domani, 5000 coperte, 300 grandi tende americane, 200 stufe catalitiche.

Depositate tutto rapidamente davanti all’hôtel Rochester, 92 rue de la Boétie. Appuntamento dei volontari e dei camion per la raccolta, questa sera alle 23, davanti alla tenda in Rue de la Montagne Sainte Geneviève. Grazie a voi, nessun uomo, nessun bambino si coricherà questa sera sull’asfalto o sui lungo fiume di Parigi”.

40 anni più tardi (agosto 2003, quando stava arrivando una nuova ondata di senzatetto), ancora l’Abbé Pierre lanciò un altro appello diretto ai politici francesi: “’Dirigenti eletti: è arrivato il momento di agire affinchè tutti abbiano un alloggio.. La Francia deve costruire case, ha le risorse per farlo”. A cavallo degli anni 1979/80 l’Abbé Pierre venne in Italia (anche a Tolentino) a lanciare il suo manifesto per abolire le cause della miseria, in quanto significava salvare le vite umane: ‘A tutti gli esseri umani occorre riconoscere diritti e dignità’ (dopo tanti anche Expò 2015 riprende lo stesso obiettivo):

“Viviamo in un’epoca completamente nuova, soprattutto a causa dei mezzi di comunicazione e di informazione. Oggi esiste un uomo come mai era esistito prima nella storia. Lo si potrebbe chiamare l’uomo globale, l’uomo che sa tutto. Sappiamo tutto. Da una parte questo ci porta una grande meraviglia: vediamo che l’uomo è capace di cose straordinarie.

E’ perfino riuscito a lasciare la terra ed a raggiungere un astro. Mandiamo macchine prodigiose a milioni di chilometri e se le interroghiamo esse ci rispondono con immagini meravigliose. Sì, ci sarebbe di che essere orgogliosi di essere uomini!” Dopo aver elencato i progressi scientifici e tecnologici invitava ad attuare la misericordia di Dio (anticipando la Chiesa ‘in uscita’ di papa Francesco):

“Amici miei, non occorre essere santi, occorre solo scegliere o il cammino dell’assurdo o il cammino che ci è mostrato dalla rivelazione di Dio Amore. Dio non ci lascia soli se decidiamo di entrare in questo cammino, di diventare misericordiosi; attraverso la nostra piccola misericordia, la Sua Misericordia infinita arriverà nel mondo per rinnovarlo e donare tutto il senso della storia. L’ultima Beatitudine recita: ‘Beati quelli che soffrono persecuzioni a causa della giustizia, il Regno di Dio è per loro’!….

Aiutateci ed aiutate anche tutta la comunità della Chiesa a diventare non più soltanto la comunità dei credenti, ma la comunità dei credibili, di coloro che vivono in maniera tale nelle famiglie dei credenti, nelle parrocchie, nelle diocesi, fino al vertice del sommo Pontefice, che siano veramente, agli occhi del mondo intero, coloro che vivono in maniera tale che prendono tutto su di sé, affinché siano serviti per primi i più vecchi, i piccoli, gli abbandonati”.

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