Tribunale Ecclesiastico Siciliano: salgono a 1.133 le cause dei matrimoni nulli

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C’è preoccupazione nelle parole che il Presidente del Tribunale Ecclesiastico Regionale Siculo, mons. Vincenzo Murgano, ha pronunciato in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario celebrato a Palermo in questi giorni. “Nel quotidiano servizio in Tribunale – afferma Murgano – assistiamo con dolore al dramma dello sgretolarsi di famiglie che spesso crollano proprio per «la fragilità dei legami», legami nei quali il sentimento di amore iniziale era intrecciato con fragilità personali, dubbi relazionali, individualismo sempre più accentuato, difficoltà a concepire il matrimonio come legame indissolubile e impegno di fedeltà «per sempre»”. Secondo l’analisi proposta dal Presidente del Tribunale Ecclesiastico Regionale Siculo, in questi ultimi anni è stata registrata una notevole crescita di casi di simulazione parziale per esclusione dell’indissolubilità e per esclusione della prole (quando, cioè, il contraente manifesta una riserva mentale escludendo l’indissolubilità del matrimonio e ritenendo possibile l’eventualità del divorzio in qualsiasi momento; o nel momento in cui viene riconosciuta l’assoluta volontà di non voler avere figli durante il periodo del matrimonio). Tutto questo – sottolinea Murgano – “è la risultante di un modo di concepire la vita, di una mentalità sempre più diffusa e pervasiva, legata sempre più «all’emotività e alle necessità contingenti della coppia». È la risultante di un intreccio di precomprensioni culturali e di condizionamenti personali”. Non vi è più la consapevolezza – come ricordava Benedetto XVI – che “il principio dell’indissolubilità del matrimonio […] appartiene all’identità del mistero cristiano”.

Tutto questo interroga le nostre coscienze e spinge il credente a saper offrire con maggiore intensità l’annuncio di verità contenuti nel matrimonio e nella famiglia, che aiutino a riscoprire il bene e la bellezza del matrimonio. Mons. Murgano, con estrema schiettezza, alla presenza dei vescovi delle diciotto diocesi siciliane presenti all’inaugurazione dell’anno giudiziario, sottolinea l’urgente esigenza di aiutare le giovani coppie a vivere con più consapevolezza il senso della vocazione al matrimonio. “È un annuncio – precisa il prelato – che non può esaurirsi in un breve percorso prematrimoniale, ma deve incarnarsi in un cammino che coinvolge tutta la vita matrimoniale. Nello stesso tempo una pastorale di annuncio e di accompagnamento non può non tenere conto dei gravi problemi che segnano il cammino dei fidanzati e dei coniugi. Indubbiamente oggi la famiglia vive una fase di profonda fragilità. Come comunità ecclesiale siamo chiamati ad essere annunciatori e portatori di verità e di speranza, sia nella missione formativa, improntata alla verità evangelica, sia nella missione di accompagnamento e di sostegno alle famiglie”.

L’attività del Tribunale Ecclesiastico Regionale Siculo ha registrato, lo scorso anno, 296 cause che si sono aggiunte alle 837 pendenti al 1° gennaio 2013 e pertanto ne sono state trattate 1.133. Nello stesso anno – precisa mons. Murgano – si sono concluse con sentenza 309 cause, di cui 241 con sentenza affermativa e 68 con sentenza negativa, 18 sono state archiviate e 8 sono state dichiarate perente, per un totale di 335 cause concluse. A queste si aggiungono 26 cause per le quali il Collegio ha ritenuto necessario un dilata, per l’acquisizione di nuove prove, al fine di poter raggiungere la certezza morale.

“Una vera pastorale – afferma l’Arcivescovo di Palermo, il card. Paolo Romeo, moderatore del Tribunale ecclesiastico siculo – non può prescindere da una rigorosa applicazione delle norme, che sono garanzia per le parti di un equo processo”. Mons. Romeo ha posto poi l’accento sulla condizione «dolorosa» di chi ha “la viva speranza che la dichiarazione di nullità matrimoniale possa permettere di superare una situazione d’irregolarità e, di conseguenza, di poter accedere ai sacramenti”, e anche di “celebrare un matrimonio canonico”. La dichiarazione di nullità “non può essere solo lo strumento per regolarizzare una situazione matrimoniale irregolare” perché “il vincolo del matrimonio contratto in libertà dagli sposi è stabilito da Dio stesso e non può essere sciolto”. “I giudici ecclesiastici cercano la verità su un matrimonio, se è valido o non è mai esistito – ha chiarito -. Dire che un matrimonio non è mai esistito crea spesso grandi problemi, con ferite irreparabili in uno dei coniugi o entrambi e, soprattutto, nei figli. La dichiarazione di nullità non annulla gli anni passati insieme” (www.chiesedisicilia.org).

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