Papa Francesco: in Sri Lanka guarite le ferite e collaborate con l’avversario di ieri

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Festeggiano il 68esimo anniversario dell’indipendenza, ma cercano anche un periodo di pacificazione, dopo che hanno vissuto un lungo conflitto interno. E Papa Francesco, incontrando i lavoratori dello Sri Lanka al termine di una celebrazione officiata nella Basilica di San Pietro dal cardinal Malcolm Ranjith, assicura loro un posto particolare nella sua preghiera, e supplica “il Signore di farvi dono della pace e della riconciliazione, e di aiutarvi nel tentativo di assicurare un futuro migliore a tutti gli abitanti dello Sri Lanka”. Ma soprattutto, ringrazia il card. Ranjith per l’invito ad andare in Sri Lanka. “Accolgo questo invito e credo che il Signore ci darà la grazia”.

I cittadini dello Sri Lanka che vivono in Italia e partecipano alla celebrazione del mattino sono circa 8 mila. Tra loro, anche un migliaio di bambini. Partecipano alla celebrazione officiata da Ranjith e concelebrata dagli altri vescovi dello Sri Lanka. E poi incontrano Papa Francesco, insieme ad una delegazione ufficiale del governo dello Sri Lanka, l’ambasciatore dello Sri Lanka presso la Santa Sede, quello presso l’Italia e quello presso il Regno Unito.

Papa Francesco ripercorre la storia della nazione. “Settantacinque anni fa – ricorda – le nuvole cupe di quello che sarebbe stato il secondo conflitto mondiale si addensavano nei cieli, e i fedeli, guidati da una sicura intuizione di fede, si affidarono alla Madonna, che sempre difende i suoi figli dai pericoli. Nel 1940, nelle drammatiche circostanze della guerra, l’Arcivescovo di Colombo, Mons. Jean-Marie Masson, degli Oblati di Maria Immacolata, fece il voto di far costruire un santuario in onore della Madonna se l’isola fosse stata preservata dall’invasione straniera. Così avvenne, e dopo la fine della guerra fu edificato il bel Santuario di Nostra Signora di Lanka, a Tewatte, consacrato quaranta anni or sono”.

Papa Francesco affida gli abitanti dello Sri Lanka alla Madonna, chiede loro di pregarla “soprattutto quando si fa sentire il peso della vita con tutti i suoi problemi”. “La vostra patria – dice – è chiamata la Perla dell’Oceano Indiano, per la sua bellezza naturale e la sua conformazione. Si dice che la perla è formata dalle lacrime dell’ostrica. Purtroppo molte lacrime sono state versate negli ultimi anni, a motivo del conflitto interno che ha provocato tante vittime e causato tanti danni”.

La via, per Papa Francesco, è solo una: dialogo e riconciliazione. Dice il Papa: “Non è facile, lo so, guarire le ferite e collaborare con l’avversario di ieri per costruire insieme il domani, ma è l’unica strada che ci dà speranza di futuro, di sviluppo e di pace. Per questo, vi assicuro che avete un posto particolare nella mia preghiera”.

Gli sri-lankesi che vivono in Italia sono circa 150 mila, in maggioranza cattolici. “Molti di loro – ha spiegato Neville Jo Pereira, il coordinatore nazionale Migrantes per srilankesi in Italia – svolgono il lavoro come badanti.”

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