La salute dei Rom, tra povertà ed emarginazione

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La salute dei rom: disuguaglianze vissute, equità rivendicata”. E’ il tema scelto dalla Caritas di Roma per riflettere sulla salute dei gruppi rom che vivono in Italia in condizioni di disagio socio-abitativo. Il convegno – introdotto dal card. Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma – ha messo in luce, oltre alle diseguaglianze sanitarie, alcune tra le principali cause di discriminazione subite dalla popolazione rom presente nel territorio italiano, rintracciabili nelle condizioni di povertà, nel disagio e nelle cattive politiche.
“In Italia – dichiara a Radio Vaticana Salvatore Geraci, responsabile area sanitari di Caritas Italiana – abbiamo assistito, proprio nei confronti dei rom, a politiche che sono state patogene, cioè che hanno prodotto malattia, disagio, segregazione e hanno prodotto discriminazione e disuguaglianze. Noi partiamo da questo punto e da lì cerchiamo di identificare dei percorsi possibili, perlomeno nei micro-interventi, perché i macro-interventi sono interventi delle politiche che non dipendono da una Caritas, o dagli operatori o dalla buona volontà delle singole persone”. Una problematica, questa, che genera povertà, malattie ed emarginazione sociale, creando – prosegue Geraci – un “circolo tremendo che non permette mai a questa popolazione di accedere a programmi di salute, di cui hanno diritto. In Italia, almeno il diritto all’assistenza sanitaria, sulla carta, è per tutti”.

In Italia, la popolazione rom è composta da circa 150mila persone, di cui la metà di cittadinanza italiana e molti dei quali vivono nei campi in condizioni di degrado. Pellegrini perpetui, esuli volontari, profughi sempre in cammino, viandanti senza riposo, come li definiva paternamente Paolo VI durante un incontro-pellegrinaggio con i popoli nomadi provenienti da tutta Europa, a Pomezia nel settembre del 1965. “A voi, – proseguiva il Pontefice – senza casa propria, senza dimora fissa, senza patria amica, senza società pubblica! A voi, che mancate di lavoro qualificato, mancate di contatti sociali, mancate di mezzi sufficienti! Saluto a voi, che avete scelto la vostra piccola tribù, la vostra carovana, come vostro mondo separato e segreto; a voi, che guardate il mondo con diffidenza, e con diffidenza siete da tutti guardati; a voi, che avete voluto essere forestieri sempre e dappertutto, isolati, estranei, sospinti fuori di ogni cerchio sociale; a voi, che da secoli siete in marcia, e ancora non avete fissato dove arrivare, dove rimanere!”. Anche Papa Benedetto XVI, nel 2011, ai rappresentanti delle diverse etnie di Zingari e Rom incontrati a Roma aveva detto: “La vostra storia è complessa e, in alcuni periodi, dolorosa. Siete un popolo che nei secoli passati non ha vissuto ideologie nazionaliste, non ha aspirato a possedere una terra o a dominare altre genti. Siete rimasti senza patria e avete considerato idealmente l’intero Continente come la vostra casa”.

Ma sono ancora le parole di Paolo VI che – a distanza di ben 48 anni – continuano a farci riflettere e che non coincidono più, “oggi”, con le valutazioni ottimiste espresse dal Papa quando parlava, durante l’incontro prima citato, di una società migliore e maggiormente accogliente rispetto al passato: “Siete arrivati, innanzi tutto, in un mondo civile, che non vi disprezza, non vi perseguita, non vi esclude dal suo consorzio. Dovete riconoscere che la società circostante è molto cambiata da quella che qualche decennio fa vi proscrisse e vi fece tanto soffrire. Senza odio per chi verso di voi fu spietato e crudele, e fece vilmente morire tanti vostri simili. Noi diamo un pensiero di cordiale ricordo agli zingari vittime delle persecuzioni razziali, preghiamo per i vostri morti, e invochiamo da Dio per i vivi e per i defunti la pace, eterna per questi, terrena per tutti gli uomini di questo mondo. Sì, siate bravi e giusti; e riconoscete che la società oggi è migliore; e se voi preferite stare ai margini di essa, e tollerate perciò tanti fastidi, essa però offre a tutti la sua libertà, le sue leggi ed i suoi servizi”.

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