Il “meticciato” non è un programma politico, è una realtà

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Da qualche anno Venezia è diventata un vero laboratorio culturale per il dialogo tra cultura occidentale ed orientale. Rivolta naturalmente ad Oriente, città mercantile eper questo crocevia di pensiero, ha trovato ne patriarca Angelo Scola un uomo di raffinata espressione teologica.

Nel settembre del 2004 all’interno dello Studium Generale Marcianum è nato il Centro Internazionale Studi e Ricerche Oasis, una rete internazionale di rapporti che promuove la conoscenza e l’incontro tra cristiani e musulmani. Nascono espressioni come “meticciato di civiltà e culture”, una categoria attraverso la quale il Centro Oasis si propone di superare schemi e concetti – multiculturalismo, integrazione, reciprocità – che si stanno rivelando inadeguati a spiegare la sempre maggiore interazione tra i popoli. C’è poi la attenzione alle Chiese Orientale e alla interpretazione culturale degli Islam. Una rivista Oasis e pubblicata semestralmente in quattro edizioni bilingui: italiano – arabo; inglese – arabo; francese – arabo; inglese – urdu, una newsletter, una sito e una collana arrivata al terzo titolo. Dopo La promessa del Cardinal Lustiger, Cristiani e musulmani, fratelli davanti a Dio? del padre gesuita Christian Van Nispen che vive da più di quarant’anni al Cairo; Dove guarda l’Indonesia? Cristiani e musulmani nel paese del sorriso, approfondito reportage sull’Islam del paese musulmano più popoloso del mondo, di Maria Laura Conte, ora esce Meticciato: convivenza o confusione? Di Paolo Gomarasca.

A presentarlo all’ Ambasciata italiana presso la Santa Sede lo stesso cardianale Angelo Scola, Fouad Allam, David Sassoli, Roberto Fontolan. Il meticciato – inteso come processo di incontro e fusione di culture diverse – è un fenomeno che accade continuamente nelle nostre società, accelerato dall’incremento dei flussi migratori. “Nostro compito è orientare criticamente questo processo” per cercare di costruire una reale convivenza tra culture e persone, ha spiegato il cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia. Una riflessione sul tema del meticciato, a partire proprio dall’indagine presentata in questo libro, il cui scopo è “mettere a fuoco un aspetto importante di questo fenomeno: è storicamente vero che quando le culture sono vitali – si legge nella scheda di presentazione -, allora è possibile che avvengano meticciati”. Il libro vuole “valutare se e come i processi del meticciato rappresentano un possibile contributo alla convivenza tra persone e tra culture”, non tanto come “strategia politica”, ma come incontro e “riconoscimento reciproco” tra culture. In questo senso “la risposta non può essere deduttiva e univoca” ma “si tratta di capire se i luoghi dove concretamente si genera il bene del riconoscimento sono in grado di ospitare processi di meticciato che ne arricchiscono l’intrinseco potenziale relazionale”.

Il cardinale Scola suggerisce due fattori che permettono di “orientare” questo processo “in positivo senza essere irrealisti, sapendo che ci sono anche elementi negativi e di ombra”. Innanzitutto “tutti gli uomini sono figli di un Padre” e dunque “in ultima analisi siamo nelle mani di Dio”; secondo, che “tutti gli uomini hanno una esperienza elementare comune”. Il patriarca di Venezia spiega anche che non si può parlare di meticciato o integrazione in astratto, e allo stesso modo anche la giustizia e la pace non sussistono senza “giusti” e “uomini di pace” che poi “sappiano declinare” questi valori “con le debite articolazioni a tutti i livelli” a cui sono chiamati a operare. I cristiani, “guardando Cristo, uomo delle beatitudini, possono trovare la linfa per educare l’uomo alla pace”, anzi, essi stessi sono “un ponte tra Gesù e l’altro”. Questo stesso ponte si propone di esserlo la rivista “Oasis” promossa dal patriarcato di Venezia e che guarda al Medio Oriente. “La scelta e la caratteristica profonda” di questo strumento “è non procedere in astratto – sottolinea il cardinale – nel rapporto tra cristianesimo e Islam, ma conoscere ‘gli’ islam – perché sono tra loro molto diversi – passando attraverso le nostre comunità cristiane che vivono in paesi a maggioranza musulmana, e questa scelta si sta rivelando proficua e produttiva”.

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