“Progetto Gemma”, un aiuto alle future madri. “Sono 100 le richieste in sospeso”

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un bambinoE’ una adozione prenatale a distanza attuata grazie all’aiuto di singoli o gruppi e serve  per aiutare le future madri a scegliere di portare avanti una gravidanza resa difficile da difficoltà economiche: 160 euro per 18 mesi, gli ultimi sei di gravidanza e il primo anno di vita del bambino. L’iniziativa del “Movimento per la vita” assume ancora maggiore importanza in tempi di crisi economica. Mille i bambini nati in un anno. La responsabile Erika Laura Palazzi Vitale: “Abbiamo cento donne in attesa di una risposta ma non abbiamo un numero sufficiente di adottanti”. Le modalità per aderire…

Soprattutto pannolini, omogeneizzati e passeggini, insieme ad amicizia e vicinanza. Ma quando tutto questo non basta c’è anche un aiuto economico lungo almeno diciotto mesi, gli ultimi sei di gravidanza e i primi dodici di vita del bambino. Funziona così “Progetto Gemma”, l’iniziativa della Fondazione Vita Nova in collaborazione con la rete dei “Centri di aiuto alla vita” (Cav): un servizio di “adozione prenatale a distanza” per madri in difficoltà economiche fortemente tentate a ricorrere all’aborto. Quando la “normale” assistenza dei Cav non è sufficiente, quando l’aiuto psicologico, la consulenza medica, gli aiuti in natura o l’offerta di accoglienza in case famiglie non bastano per far riacquistare alla donna o alla coppia quel minimo di serenità necessaria per scegliere la prosecuzione della gravidanza, entra in campo “Progetto Gemma”, una forma di sostegno che garantisce alla futura mamma un contributo mensile pari a 160 euro per 18 mesi: una somma versata da singoli o gruppi che scelgono di aiutare in questo modo, in forma del tutto anonima, una donna o una coppia nel delicato momento della scelta sull’accoglienza o meno di un nuovo figlio.

Sono 14 mila le donne aiutate dal 1994 ad oggi, oltre mille nel corso dell’ultimo anno: con amici e conoscenti, il canale più utilizzato per entrare in contatto con i Cav e Progetto Gemma è il numero verde 800.813000. In questo momento – riferisce Erika Laura Palazzi Vitale, la responsabile nazionale – le donne per le quali i Cav hanno segnalato la necessità dell’attivazione di un progetto di “adozione prenatale” sono 160, a fronte di soli 53 “adottanti”, cioè persone o gruppi disponibili ad impegnarsi a versare – mensilmente o in un’unica soluzione – la somma necessaria. “Questo significa che rischiamo di non poter accontentare oltre cento mamme”. A meno che, naturalmente, nuovi “adottanti” non manifestino la loro disponibilità telefonando allo 02.48702890 o scrivendo a progettogemma@mpv.org.

Ma basta davvero un contributo di 160 euro mensili – cifra considerevole ma non certamente tale da far cambiare il proprio tenore di vita o a cancellare le preoccupazioni sul futuro – per convincere una donna che pensa per motivi economici all’interruzione della gravidanza a non abortire? “Ci poniamo tutti i giorni questa domanda – confida Palazzi Vitale – e la risposta che ci diamo è che questo aiuto economico, oltre a quello psicologico e morale, fa scattare nelle donne delle risorse che esse stesse pensavano di non avere: quelle che bussano ai nostri centri chiedendo un aiuto per non essere costrette ad abortire per cause economiche sono donne prive di speranza, estremamente insicure, che vivono il possibile arrivo di un figlio con enorme preoccupazione”. “Trovare la compagnia delle operatrici del Cav – continua – e sapere che persone lontane che neppure conoscono, i nostri “adottanti”, le aiuteranno in modo costante per i mesi più difficili, fa scattare una molla di tranquillità o di orgoglio che permette loro di recuperare energie positive e di guardare con fiducia al futuro: i problemi certamente non spariscono, però possono essere affrontati. E la gravidanza prima e la nascita poi diventano una gioia”.

Nonostante i problemi economici, il numero degli adottanti si mantiene stabile, permettendo l’avvio di un migliaio di “Progetti Gemma” nel corso di un anno. Fra di loro, rilevano alla Fondazione Vita Nova, aumentano i giovani che si assumono singolarmente l’impegno di contribuire ad una “adozione prenatale a distanza”, e crescono anche le coppie che in occasione di un matrimonio, di un battesimo o di feste come la prima comunione o un compleanno, organizzano fra amici e parenti una raccolta di gruppo destinata a finanziare un progetto. In effetti, la metà delle adozioni è fatta da gruppi, il che porta a ritenere che siano certamente alcune migliaia le persone in Italia che contribuiscono all’attività di Progetto Gemma.

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