Il papa saluta l’Angola e chiede giustizia e solidarietà

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Una visita che è andata oltre ogni aspettativa e il popolo angolano è grato per l’ incoraggiamento delle parole di Benedetto XVI Il grazie del presidente dell’ Angola Dos Santos è il saluto al papa che un po’ stanco ma abbronzato riparte per Roma dove arriva alle sei di questo pomeriggio dopo un viaggio che ha dato tanti temi alla riflessione degli occidentali e tanto coraggio agli africani. Tantissima la gente che ha salutato il papa lungo la strada tra la nunziatura e l’ aeroporto di Luanda.

Il papa ha ringraziato tutti coloro che si sono adoperati per la riuscita della visita e soprattutto ha detto: “Ringrazio Iddio di aver trovato una Chiesa viva e, nonostante le difficoltà, piena di entusiasmo, che ha saputo prendere sulle spalle la sua croce e quella altrui, rendendo testimonianza davanti a tutti della forza salvifica del messaggio evangelico. Essa continua ad annunziare che è arrivato il tempo della speranza, impegnandosi nella pacificazione degli animi e invitando all’esercizio di una carità fraterna che sappia aprirsi alla accoglienza di tutti, nel rispetto delle idee e sentimenti di ciascuno. È ora di congedarmi e di ripartire alla volta di Roma, rattristato per dovervi lasciare, ma contento di aver conosciuto un popolo coraggioso e deciso a rinascere. Nonostante le resistenze e gli ostacoli, questo popolo intende edificare il suo futuro camminando per sentieri di perdono, giustizia e solidarietà.”

E il papa nel vento caldo che batteva la pista dell’ aeroporto, festeggiato da un coro di giovani, ha rivolto un ultimo appello per l’ Africa: “vorrei chiedere che la giusta realizzazione delle fondamentali aspirazioni delle popolazioni più bisognose costituisca la preoccupazione principale di coloro che ricoprono le cariche pubbliche, poiché la loro intenzione – sono certo – è quella di svolgere la missione ricevuta non per se stessi ma in vista del bene comune. Il nostro cuore non può darsi pace finché ci sono fratelli che soffrono per mancanza di cibo, di lavoro, di una casa o di altri beni fondamentali. Per arrivare a dare una risposta concreta a questi nostri fratelli in umanità, la prima sfida da vincere è quella della solidarietà: solidarietà fra le generazioni, solidarietà fra le Nazioni e tra i Continenti che generi una sempre più equa condivisione delle risorse della terra fra tutti gli uomini.”

Dopo averi ricordato l’ appuntamento per il Sinodo speciale per l’ Africa ad ottobre in Vaticano, il papa ha concluso: “Prego ora Iddio di fare sentire la sua protezione ed aiuto ai rifugiati ed espatriati senza numero che vagano nella attesa di un ritorno alla propria casa. Il Dio del cielo ripete loro: «Anche se la mamma si dimenticasse di te, Io invece non ti dimenticherò mai» (cfr Is 49, 15). È come figli e figlie che Dio vi ama; Egli veglia sui vostri giorni e sulle vostre notti, sulle vostre fatiche e aspirazioni. Fratelli e amici di Africa, carissimi angolani, coraggio! Non vi stancate di far progredire la pace, compiendo gesti di perdono e lavorando per la riconciliazione nazionale, affinché mai la violenza prevalga sul dialogo, la paura e lo scoraggiamento sulla fiducia, il rancore sull’amore fraterno. E ciò sarà possibile se vi riconoscerete a vicenda quali figli dello stesso e unico Padre del Cielo. Dio benedica l’Angola! Benedica ognuno dei suoi figli e figlie! Benedica il presente e il futuro di questa amata Nazione. Addio!” Dopo l’ esecuzione degli inni nazionali il papa si è inchinato davanti alla bandiera dall’ Angola ed ha poi salutato con il presidente il seguito e i vescovi dell’ IMBISA . I giovani del coro hanno salutato la partenza dell’ aereo papale con i loro canti.

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