Un milione per il papa a Lunada. Dolore per le ragazze morte tra la folla

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E’ stato il grande abbraccio dell’Africa a papa Benedetto. Un milione di persone nella spianata di Cimangola per la messa di Luanda, a concelebrare i vescovi dell’Imbisa, l’organismo che riunisce i presuli dell’Africa meridionale. Una folla come quella tra la quale hanno perso la vita due ragazze ieri. E il papa ha rivolto subito il pensiero a loro con il suo profondo dolore. Quanto avvenuto ha scosso profondamente il Pontefice che è venuto a conoscenza della morte delle due giovani solo in tarda serata.

A questo proposito padre Federico Lombardi direttore della Sala Stampa, al seguito del papa, ha detto: “E’ un fatto veramente triste che getta un’ombra di tristezza sulla grande festa di ieri. Il fatto – per quanto si è capito – è avvenuto prima dell’incontro, per la calca agli ingressi dello stadio. Di fatto il Papa e il suo seguito sono stati informati di questo evento solo in tarda serata, quindi tutto l’evento si è svolto per il Papa senza sapere che questo era avvenuto. Poi la sera si è stati informati: le informazioni erano ancora un po’ confuse. Questa mattina poi è stato tutto definitivamente confermato e il Papa ha voluto manifestare il suo profondo dolore all’inizio della Messa con alcune parole toccanti che riguardano non solo la vita eterna delle due giovani, ma anche la partecipazione al dolore delle famiglie, degli amici, particolarmente sensibile dato che queste due ragazze venivano proprio per incontrare il Santo Padre. Nel pomeriggio il cardinale Bertone, a nome del Santo Padre, si recherà all’ospedale dove vi sono le salme delle due ragazze e anche altri feriti, per manifestare la vicinanza del Papa.”

Nella omelia Benedetto XVI ha lanciato un forte appello a tutto il mondo perché volga lo sguardo verso l’Africa, continente assetato di giustizia e di pace, denunciando la cupidigia che riduce in schiavitù i poveri. Nella spianata a ridosso del cementificio di Luanda, il papa ha parlato degli orrori della guerra, indicando quanto i frutti feroci del tribalismo e delle rivalità etniche e la cupidigia che corrompe il cuore dell’uomo, riduce in schiavitù i poveri e priva le generazioni future delle risorse di cui hanno bisogno per creare una società più solidale e più giusta, siano esperienze fin troppo familiari all’Africa. Ai vescovi il papa ha detto: Voi sapete in base ad un’amara esperienza che, rispetto alla repentina furia distruttrice del male, il lavoro di ricostruzione è penosamente lento e duro. Richiede tempo, fatica e perseveranza (…) Fate sì che le vostre parrocchie diventino comunità dove la luce della verità di Dio e il potere dell’amore riconciliante di Cristo non siano soltanto celebrati, ma espressi in opere concrete di carità. E non abbiate paura! Anche se questo significa essere un ‘segno di contraddizione’ di fronte ad atteggiamenti duri e ad una mentalità che vede gli altri come strumenti da usare piuttosto che come fratelli e sorelle da amare, da rispettare e da aiutare lungo la via della libertà, della vita e della speranza”.

Al termine della messa celebrata su di una massiccia piattaforma coperta da un enorme baldacchino per proteggerlo dal sole, e animata dai canti e dalle bellissime danze con un rito di offertorio del tutto particolare , il papa ha affidato alle preghiere degli angolani il lavoro di preparazione per la prossima Assemblea sinodale per l’Africa. Poi la preghiera per la pace prima della preghiera dell’ Angelus. “Qui, nell’Africa del Sud, vogliamo pregare Nostra Signora in modo particolare di intercedere per la pace, la conversione dei cuori e per la fine del conflitto nella vicina regione dei Grandi Laghi. Il Figlio suo, Principe della Pace, porti guarigione a chi soffre, conforto a coloro che piangono e forza a tutti coloro che portano avanti il difficile processo del dialogo, del negoziato e della cessazione della violenza”. Uno deti temi forti di questo viaggio di Benedetto XVI è stata la necessità di porre fine alla corruzione in Africa per concorrere a uno sviluppo giusto. Molti paesi africani dispongono di enormi giacimenti di minerali e idrocarburi che varrebbero in teoria abbastanza per finanziare progetti infrastrutturali, creare posti di lavoro ed elevare gli standard di vita. Ma ancora troppo spesso i dirigenti locali usano le risorse piuttosto per arricchirsi, privando la collettività di veri e propri di tesori. Lunedì mattina alle 10.00 il papa lascerà l’ Angola e l’ Africa per fare ritorno in Vaticano.

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