Benedetto XVI ai giovani angolani: siete il seme della speranza nel futuro

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Musica e danze africane, calore e festa. Ma anche coreografie e cori: “Papa, Amigo!” e l’immancabile “Benedicto!”. “Voglio ringraziarvi per questa festa che voi mi fate, per questa festa che voi siete, per la vostra presenza e per la vostra gioia”, ha detto il papa ai 30mila giovani angolani presenti alla “piccola GMG” di Luanda, nello stadio Conquieros. I colori giovani dell’Africa e la voglia entusiasta di lasciarsi dietro un passato di guerre si sono mostrati in tutta la loro bellezza a Benedetto XVI.

Dal suo palco giallo ha osservato – a tratti divertito – i giovani delle diocesi che gli hanno fatto festa, e ha tenuto il tempo con le mani, durante i lunghi ma travolgenti brani con tamburi e jambè. Nel suo discorso, già nelle prime battute, il ricordo della visita del 1992 di Giovanni Paolo II. “Con lineamenti diversi, ma con lo stesso amore nel cuore, ecco davanti a voi l’attuale Successore di Pietro, che vi abbraccia tutti in Gesù Cristo”, ha detto Benedetto XVI. “Incontrare i giovani fa bene a tutti! – ha continuato nel suo discorso – Essi hanno a volte tante difficoltà, ma portano con sé tanta speranza, tanto entusiasmo, tanta voglia di ricominciare”.

La “ricerca di una risposta” ai problemi, per “giovani, cattolici e non cattolici” ha un culmine sicuro, ricorda il papa. “Giovani amici, voi custodite in voi stessi la dinamica del futuro”, spiega. “Dio fa la differenza… Di più! Dio ci fa differenti, ci fa nuovi. Tale è la promessa che Egli stesso ci fa: «Ecco io faccio nuove tutte le cose». Ed è vero!”, dice poi, citando anche San Paolo. Gesù Cristo, “Signore di tutti i tempi”, “può farsi nostro compagno nel presente, – continua – portando il libro dei nostri giorni nella sua mano: in essa sostiene fermamente il passato, con le sorgenti e le fondamenta del nostro essere; in essa custodisce gelosamente il futuro, lasciandoci intravedere l’alba più bella di tutta la nostra vita che da lui irradia, ossia la risurrezione in Dio.”

E questa novità è già anticipata nella Chiesa, che “nello scorrere degli anni, non invecchia; anzi diventa sempre più giovane, perché cammina incontro al Signore, avvicinandosi ogni giorno di più alla sola e vera sorgente da dove scaturisce la gioventù, la rigenerazione, la forza della vita”. Salutando i tanti giovani vittime della guerra, (“vedo qui presenti alcune delle migliaia di giovani angolani mutilati in conseguenza della guerra e delle mine”), il papa fa riferimento al dolore e allo sconforto: “penso alle innumerevoli lacrime che tanti di voi hanno versato per la perdita dei familiari, – dice loro commosso – e non è difficile immaginare le nubi grigie che coprono il cielo dei vostri sogni migliori”.

Ma l’invito è alla speranza. “Amici che mi ascoltate, il futuro è Dio”, dice, e aggiunge, “Gesù non ci lascia senza risposta; ci dice chiaramente una cosa: il rinnovamento inizia dentro; riceverete una forza dall’Alto. La forza dinamica del futuro si trova dentro di voi.”

Da qui il paragone con il seme, che pur essendo piccolo ha in se un potenziale tale da sprigionare il futuro. “Nel seme è presente il futuro, perché il seme porta dentro di sé il pane di domani, la vita di domani. Il seme sembra quasi niente, ma è la presenza del futuro, è promessa presente già oggi; quando cade in terra buona fruttifica trenta, sessanta ed anche cento volte tanto. Amici miei, voi siete un seme gettato da Dio nella terra; esso porta nel cuore una forza dell’Alto, la forza dello Spirito Santo. Tuttavia per passare dalla promessa di vita al frutto, la sola via possibile è offrire la vita per amore, è morire per amore.”

Poi il riferimento al “seme” che ha dato la vita, Gesù Cristo. “La sua crocifissione sembra il fallimento totale, ma non lo è! Gesù, animato dalla forza di «uno Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio» (Eb 9, 14). E in questo modo, caduto cioè in terra, Egli ha potuto dar frutto in ogni tempo e lungo tutti i tempi. E in mezzo a voi si trova il nuovo Pane, il Pane della vita futura, la Santissima Eucaristia che ci alimenta e fa sbocciare la vita trinitaria nel cuore degli uomini.”

“Giovani amici, – esorta il papa – sementi dotate della forza del medesimo Spirito eterno, sbocciate al calore dell’Eucarestia”, “non abbiate paura di prendere decisioni definitive”. Tanti sono i dubbi che spingono ad allontanarsi dai valori, ma la “Generosità non vi manca”. Tuttavia, spiega il papa, “di fronte al rischio di impegnarsi per tutta la vita, sia nel matrimonio che in una vita di speciale consacrazione, provate paura: «Il mondo vive in continuo movimento e la vita è piena di possibilità. Potrò io disporre in questo momento della mia vita intera ignorando gli imprevisti che essa mi riserva? Non sarà che io, con una decisione definitiva, mi gioco la mia libertà e mi lego con le mie stesse mani?». Tali sono i dubbi che vi assalgono e l’attuale cultura individualistica e edonista li esaspera. Ma quando il giovane non si decide, corre il rischio di restare un eterno bambino!”

Qui l’esortazione: “Io vi dico: Coraggio! Osate decisioni definitive, perché in verità queste sono le sole che non distruggono la libertà, ma ne creano la giusta direzione, consentendo di andare avanti e di raggiungere qualcosa di grande nella vita.” Perché “la vita ha valore soltanto se avete il coraggio dell’avventura, la fiducia che il Signore non vi lascerà mai soli.”

“Gioventù angolana, – chiude il papa – libera dentro di te lo Spirito Santo, la forza dall’Alto! Con fiducia in questa forza, come Gesù, rischia questo salto per così dire nel definitivo e, con ciò, offri una possibilità alla vita! Così verranno a crearsi tra voi delle isole, delle oasi e poi grandi superfici di cultura cristiana, in cui diventerà visibile quella «città santa che scende dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo». Questa è la vita che merita di essere vissuta e che di cuore vi auguro.”

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