Il papa e la famiglia nell’Africa della speranza

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E’ la famiglia la cifra del viaggio del papa in Africa. Una famiglia in difficoltà ma piena di risorse che la Chiesa non lascia sola. Sottoposta a “numerose pressioni”: povertà, disoccupazione, malattia, esilio. “Particolarmente sconvolgente è il giogo opprimente della discriminazione sulle donne e ragazze, senza parlare della innominabile pratica della violenza e dello sfruttamento sessuale”. E c’è l’ “amara ironia di coloro che promuovono l’aborto tra le cure della salute ‘materna’!” Una tesi “sconcertante” per cui “la soppressione della vita sarebbe una questione di salute riproduttiva!”. 

Ma “la Chiesa, Signore e Signori, la troverete sempre accanto ai più poveri di questo continente. Posso assicurarvi che essa (…) continuerà a fare tutto ciò che le è possibile per sostenere le famiglie – comprese quelle colpite dai tragici effetti dell’Aids – e per promuovere l’uguale dignità di donne e uomini sulla base di un’armoniosa complementarità”.

Nell’incontro con il Corpo Diplomatico, seguito alla visita di cortesia al presidente della Repubblica José Eduardo dos Santos. Ha ribadito la necessità di un “approccio etico allo sviluppo”. E poi esorta:“Gli stessi africani – ha esortato – devono essere gli agenti primari del loro sviluppo”. A questo proposito una serie di “efficaci iniziative” meritano di “essere sostenute”: New Partnership for Africa’s Development (Nepad), il Patto sulla sicurezza, la stabilità e lo sviluppo nella Regione dei Grandi Laghi, il Kimberley Process, la Publish What You Pay Coalition e l’Extractive Industries Transparency Iniziative Quanto alla comunità internazionale – ha aggiunto – “è di urgente importanza il coordinamento degli sforzi per affrontare la questione dei cambiamenti climatici, la piena e giusta realizzazione degli impegni per lo sviluppo indicati dal Doha round e la realizzazione della promessa dei Paesi sviluppati molte volte ripetuta di destinare lo 0,7 per cento del loro Pil agli aiuti ufficiali per lo sviluppo. Questa assistenza è ancor più necessaria oggi con la tempesta finanziaria mondiale in atto”.

Per l’Angola e per l’Africa “è arrivato il tempo della speranza” dice il Papa nell’incontro con il Corpo Diplomatico, seguito alla visita di cortesia al presidente della Repubblica José Eduardo dos Santos. L’Angola “si sta risollevando” dopo 27 anni di guerra civile e “la pace ha cominciato a mettere radici, portando con sé i frutti della stabilità e della libertà” ha osservato Benedetto XVI, sottolineando “gli sforzi palpabili del Governo per stabilire le infrastrutture e rifare le istituzioni fondamentali per lo sviluppo e il benessere della società”. Le necessita sono quelle del rispetto e la promozione dei diritti umani, un governo trasparente, una magistratura indipendente, una comunicazione sociale libera, un’onesta amministrazione pubblica, una rete di scuole e di ospedali funzionanti in modo adeguato, e la ferma determinazione di stroncare una volta per tutte la corruzione”. Argomenti che ripete ai vescovi dell’Angola e São Toméin serata in nunziatura a Luanda.“Contro un diffuso relativismo che nulla riconosce come definitivo e anzi tende ad erigere a misura ultima l’io personale e i suoi capricci, noi proponiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, che è anche vero uomo.

È Lui la misura del vero umanesimo. Il cristiano di fede adulta e matura non è colui che segue le onde della moda e l’ultima novità, ma colui che vive profondamente radicato nell’amicizia di Cristo.” E la voce dei cattolici deve essere “sempre presente nel dibattito culturale della Nazione, perché si rafforzino le capacità di elaborare razionalmente, alla luce della fede, le tante questioni che sorgono nei diversi ambiti della scienza e della vita” ribadisce il Papa. “La cultura e i modelli di comportamento si trovano oggi sempre più condizionati e caratterizzati dalle immagini proposte dai mezzi di comunicazione sociale; perciò è lodevole ogni vostro sforzo per avere, anche a questo livello, una capacità di comunicazione che vi metta in grado di offrire a tutti un’interpretazione cristiana degli eventi, dei problemi e delle realtà umane”. Benedetto XVI esorta i vescovi ad “alzare la voce in difesa della sacralità della vita umana e del valore dell’istituto matrimoniale e per la promozione del ruolo che ha la famiglia nella Chiesa e nella società, chiedendo misure economiche e legislative che le rechino sostegno nella generazione e nell’educazione dei figli”.

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